Album di fotografie di un'escursione sul monte Chiadenis. La montagna fa parte delle Alpi Carniche, si trova a settentrione del paese di Sappada e domina, assieme al Peralba, le sorgenti del Piave, il "Fiume sacro alla Patria". Il monte Chiadenis è caratterizzato da spettacolari pareti strapiombanti, durante la Prima Guerra Mondiale 1915-18 fu testimone di scontri che videro contrapposti gli alpini italiani abbarbicati sulle sue aeree creste, contrapposti agli austriaci posizionati sul vicino Pic Chiadenis. Ancora oggi si utilizzano i ripidi sentieri militari della Grande Guerra per salire la montagna, lungo vie attrezzate di grande interesse storico. La nostra proposta contempla un itinerario ad anello, che transitando per il Passo Cacciatori, sale al monte Chiadenis, sul versante nord-est, con la ferrata di Guerra (chiamata anche ferrata delle Trincee), mentre la discesa si affronta sul versante sud-ovest. con la ferrata CAI Portogruaro fino al rifugio Calvi. Con il percorso in questo senso, i tratti più difficili e tecnici vengono affrontati in salita. Itinerario bellissimo, impegnativo, lungo vie particolarmente panoramiche. Breve descrizione dell'itinerario:
ACCESSO - Raggiunto il paese di Cima Sappada, posto lungo la strada che collega il paese di Forni Avoltri (Friuli/Carnia-UD) al paese di San Stefano di Cadore (Val Comelico-BL), si prosegue (da dietro la chiesa) con la SS 22. La strada, asfaltata ma stretta, conduce dopo 8 km al rifugio Sorgenti del Piave. Un chilometro prima di raggiungerlo si rinviene un grande parcheggio, dove si lascia l'auto per iniziare l'escursione.
ITINERARIO
-
Dal
parcheggio in zona Sorgenti del Piave 1.815 m., da dove son
visibili il rifugio Calvi e i sovrastanti monte Chiadenis e Pic
Chiadenis, inizia l'escursione in discesa, lungo la
stessa strada asfaltata per un centinaio di metri (direzione est), fino a incontrare
il bivio con il sentiero CAI
173. Il sentiero traversa le
pendici meridionali del monte Chiadenis ed inizia a salire il vallone che scende dalle Crete Cacciatori.
L'ex sentierino militare, con ripidi zig-zag,
prima tagliando una serie di prati e in seguito superando alcune balze
rocciose, raggiunge in quota una vasta conca detritica. Qui si trova un
importante bivio, a destra si prosegue verso il monte Avanza, a sinistra verso il
Passo dei Cacciatori.
Si consiglia una veloce deviazione a
destra, si risale un ripido ghiaione e si raggiunge una larga sella, da
qui si ammira un quadretto tra i più belli delle Alpi Carniche, la Forcella
delle Genziane.
Terminata la digressione, si ritorna al
bivio e si sale al Passo dei Cacciatori 2.213 m. Tutto
intorno ci sono numerosi ruderi delle postazioni italiane della Prima Guerra
Mondiale, tra le quali una particolarmente interessante, leggermente
nascosta dietro una piccola cresta rocciosa (posizione chiamata "Falso Passo dei
Cacciatori"). Alla base di una incredibile pala rocciosa
liscia e altissima, furono costruiti grandi terrazzamenti che ospitavano
le baracche ben riparate e defilate alla vista degli austro-ungarici. Dal passo si continua in leggera salita lungo una
dorsale erbosa fino a trovare l'indicazione per la ferrata (a sinistra),
mentre il sentiero CAI
173 prosegue verso il Passo
Sesis.
Ferrata di Guerra
o Ferrata delle Trincee - Raggiunto velocemente l'attacco,
una targa del CAI di Portogruaro
ricorda che in occasione del
25° anniversario della sua fondazione, ha ripristinato il vecchio e ardito
sentiero utilizzato dagli
alpini
durante la Prima Guerra Mondiale.
La via sale lungo
il versante nord-est della montagna,
ed inizia con una facile paretina attrezzata. Dopo un divertente passaggio
sopra un grande masso incastrato in una spaccatura rocciosa, la ferrata
prosegue con il tratto più impegnativo. Si tratta di salire tre camini,
molto ripidi, leggermente sfalsati uno sopra l'altro, con pochi appigli
e dove bisogna prestare molta attenzione a non smuovere sassi !! Alcuni passaggi sono
tecnicamente difficili, ma
di positivo abbiamo il cavo metallico nuovo, sempre presente, e la
progressione all'interno di profondi canalini abbastanza protetti. Alla
fine dell'ultimo camino si raggiunge l'entrata di una grande caverna di
guerra, dove termina la parte più difficile della ferrata. Sopra
l'entrata della cavità si trova un piccolo bivio di vie attrezzate, a
destra una variante sale alla cima est, mentre a sinistra un tratto di
cengia artificiale, indica l'itinerario verso la cima principale.
Si consiglia di
effettuare la variante (realizzata nel 2021) molto interessante per i
panorami e per la presenza di diversi resti di opere costruite durante
la Grande Guerra. Alcune staffe conducono in una
bella trincea, ancora in buone condizioni, da dove in quindici minuti si raggiunge la piccola croce
di vetta della cima est del monte Chiadenis 2.454 m.
Rientrati alla prima caverna si continua sull'evidente cengia
orizzontale, intagliata dagli alpini nella viva roccia, con ancora alcuni
supporti di corrimano originali. E' un tratto molto suggestivo, al ricordo
del lavoro e del sacrificio degli alpini per realizzarlo, esposto ed aereo, ma
anche ottimamente attrezzato. Al termine del sentierino intagliato nella
roccia, la via prosegue articolata, prima in discesa, poi passa
all'interno di una
stretta fessura (attenzione allo zaino), attraversa l'entrata di oscure
caverne ed infine continua con la salita di
un diedro verticale. Questa ultima difficoltà della via, si supera grazie a
delle staffe, che consentono di risalire le pareti particolarmente lisce
e levigate. In un ambiente
straordinario formato da guglie, precipizi, creste e ripide pareti la Ferrata di Guerra conduce alla cima del monte
Chiadenis 2.459 m. (Ferrata ore 1,30)
In una giornata tersa, si rimane
incantati dal colpo d'occhio a 360° gradi, che si ammira dalla vetta, lo
sguardo abbraccia le lontane Dolomiti Pesarine, le Dolomiti di Sesto e
di Cortina, gli Alti Tauri
e le Dolomiti di Lienz, mentre più vicini sfilano i gruppi carnici del Peralba,
Avanza, Coglians e Rinaldo-Lastroni. Fantastico !!!
Ferrata CAI Portogruaro
- Ammirato il panorama e firmato il
libro della vetta posto in un contenitore metallico, inizia la discesa
sul
versante sud-ovest della montagna. Dalla vetta si prosegue lungo la
cresta, quasi orizzontale, seguendo il cavo, usato in questo primo
tratto come corrimano. Si continua con un breve tratto di
cresta non assicurata, aerea ma discretamente larga. Le attrezzature riprendono presto,
all'inizio della discesa vera e propria. Si affrontano in diagonale alcune facili rampe gradinate
appoggiate alla roccia, a cui segue una parete più verticale. La discesa
diventa sempre più ripida e impegnativa con articolate roccette e lisce paretine
che si susseguono lungo una via di massima pendenza, dove però non
mancano gli appigli naturali per mani e piedi e le
attrezzature tutte nuove (2023) danno una buona sicurezza. Quando
raggiunta una minuscola cengia, si
osserva con una certa impressione, il tetto del rifugio Calvi
praticamente perpendicolare un centinaio di metri, sotto ai nostri
piedi, significa che siamo arrivati al punto chiave della discesa.
Inizia il tratto più impegnativo, lungo due pareti, molto ripide,
esposte e con la roccia levigata e talvolta anche bagnata, attrezzate con
cavo e alcune staffe dove si scende preferibilmente in aderenza. Il
lungo cavo perfettamente verticale termina alla base della liscia placca su una
piccola cengia che conduce ad una sella a quota 2.209 m. fortificata dagli
alpini.
(Ferrata ore 1,20)
Interessante visitare una caverna con le feritoie sulla placca
attrezzata. Si continua con un sentierino in discesa e una piccola
risalita, per raggiungere il rifugio Calvi 2.164 m.
Dal rifugio, si scende velocemente con una carrareccia al
parcheggio in zona Sorgenti del Piave 1.815 m., a
conclusione dell'itinerario ad anello.
DIFFICOLTA' - La Ferrata di Guerra o Ferrata delle Trincee, sul versante nord-est, è difficile, con alcuni passaggi molto impegnativi, per questo motivo è sconsigliata affrontarla in discesa. La ferrata CAI Portogruaro sul versante sud-ovest è poco difficile però molto esposta. Sono ambedue molto ben attrezzate lungo tutto l'itinerario (meno un breve tratto sulla cresta sommitale). Massima attenzione alla "caduta sassi", soprattutto lungo i ripidi camini con fondo di materiale roccioso detritico.
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Ferrate del Monte CHIADENIS |
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Sintesi: | Salita Ferrata di Guerra -versante nordest: | Discesa Ferrata CAI Portogruaro - versante sudovest: |
Dislivello tot: | 730 m. | 730 m. |
Tempo tot: | 3,15 h. | 2,15 h. |
Sviluppo: | 7 km. | |
Difficoltà: | EEA |
Cartografia: | Ed. Tabacco 1:25.000 Foglio 01 Sappada |
DATA escursione: | 23 luglio 2023 |
Brevi NOTE STORICHE della Grande Guerra All'inizio della Prima Guerra Mondiale, nessun reparto si preoccupò di occupare le altissime creste del monte Chiadenis. Il 13 giugno 1915 il Passo dei Cacciatori venne occupato da una compagnia di alpini del Dronero. In seguito gli austriaci salirono il monte e il Pic Chiadenis e colpirono d'infilata le posizioni italiane del Passo. Per questo motivo il 1° settembre 1915 una pattuglia di alpini del btg. Val Stura salì sul monte Chiadenis e si rafforzò sulla cresta. Durante l'inverno 1915-1916, gli austriaci e gli italiani, lasciarono le ardite posizioni della montagna. Nella primavera del 1916 gli austriaci occuparono il Pic Chiadenis mentre gli alpini del btg. Monte Assetta salivano sul monte Chiadenis, scalando la parete est e portandosi a meno di 100 metri dal Pic. Da quel giorno la cresta della montagna venne fortificata con trincee e ricoveri in caverna. Durante tutto l'inverno 1916-17 le posizioni sulle vette vennero mantenute da tutti due i contendenti, nonostante il freddo e le valanghe. Questo settore del fronte nel 1917 rimase relativamente tranquillo e i contendenti si preoccuparono soprattutto di rafforzare le proprie posizioni, costruendo ricoveri, osservatori, trincee blindate e vie attrezzate verso tutte le cime delle creste. Il silenzio ritornò sui monti il 29 ottobre 1917 a causa della ritirata di Caporetto. |
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