Album di fotografie e descrizione dell'itinerario della salita al monte Coglians, la vetta più alta delle Alpi Carniche. L’imponente montagna si trova lungo il confine tra l'Italia e l’Austria, tra il territorio di Forni Avoltri (UD), e la Lesachtal (Carinzia). La complessa sommità del monte si compone di tre vette: la Cima principale 2.780 m., la Cima di Mezzo 2.713 m. e l’Anticima Est o Pilastro del monte Coglians 2.750 m.
ACCESSO - Dall’autostrada Alpe-Adria (A23), si esce al casello di Carnia (UD), e con la SS 355 si raggiunge Forni Avoltri (UD). Dal centro del paese, si gira a destra per raggiungere la frazione di Collina e in seguito il parcheggio del rifugio Tolazzi 1.350.
ITINERARIO
- Dal rifugio Tolazzi 1.350 m. si segue per un breve tratto
la strada in direzione del rifugio Marinelli, al primo incrocio si devia
a sinistra, e si prosegue con il sentiero
CAI N° 144,
chiamato anche Sentiero dei Crâmars. Il nome vuole ricordare i
vecchi venditori ambulanti carnici, chiamati appunto Crâmars, (dal
tedesco kram “merci”), che anticamente utilizzavano questa via, per
trasportare spezie e stoffe verso l’Austria. Il sentiero sale prima
dolcemente a fianco del letto del rio Landri, attraversa il lariceto di
Pecol di Sotto, per poi affrontare in discreta pendenza il pendio che
sale al Passo di Volaia. A circa 1.850 m. di quota, ormai in vista del
rifugio Lambertenghi-Romanin, si abbandona la traccia principale, per
seguire a destra il sentiero
CAI N°145,
in direzione dell’attacco della via attrezzata Spinotti. La traccia
prosegue orizzontale, tagliando con un lungo traverso i ripidi canaloni
ghiaiosi che scendono dalla parete sud della Cima Lastrons del Lago.
Una
scala di legno, all’interno di un camino, indica l’inizio del
Sentiero attrezzato Spinotti. Il cavo metallico aiuta a salire in
sicurezza la ripida parete sud-ovest della montagna, in discreta
esposizione, tra piccoli salti e gradini rocciosi. Dopo circa 40 minuti
di divertente arrampicata, si raggiunge uno straordinario pulpito
panoramico sopra la vallata di Collina. Si prosegue con un facile
percorso a semicerchio, su balze erbose, fino a una liscia placca
rocciosa. Alcuni gradini di legno e il cavo metallico permettono di
superare la sempre bagnata e nera paretina, e conducono al panoramico
spigolo sud del Coston di Stella 2.200 m., dove terminano le
attrezzature metalliche. Il sentiero continua tra rocce e prati
all’interno dell’ampio Vallone del Ploto circondato dal magnifico
anfiteatro dei contrafforti meridionali del Coglians. Raggiunto un bivio
di sentieri, si abbandona la traccia principale (che conduce al rifugio
Marinelli) e si devia a sx. sul sentiero
CAI N° 143
in direzione della cima. Inizia da questo punto la lunga e faticosa
salita del ghiaione finale, con la pendenza che aumenta progressivamente
all’innalzamento della quota. A circa metà dell’infinita pietraia si
supera sulla sinistra una prima corona di roccette, a cui segue un altro
tratto ghiaioso particolarmente ripido e scivoloso (il classico terreno
da un passo avanti e due indietro !!).
La traccia piega leggermente a sinistra e affronta un’articolata
paretina rocciosa (passaggi di I° grado), infine con un ex sentierino
militare della Grande Guerra si arriva alla cima del monte Coglians
2.780 m. Straordinario panorama a 360° gradi che spazia sulle Alpi
Carniche, le Dolomiti, gli Alti Tauri austriaci e nelle giornate più
limpide su tutta la pianura friulana, fino all'Adriatico. Intorno e
sotto la cima si possono visitare i ruderi delle opere difensive
italiane costruite sulla vetta durante la
Prima Guerra
Mondiale 1915-18.
DISCESA - La prima parte della discesa si compie lungo lo stesso percorso della salita, prima superando (attenzione!) la fascia delle roccette terminali e poi scendendo tutto il ghiaione. Raggiunta la base delle ghiaie si segue la traccia in direzione est (verso il Rifugio Marinelli), lungo il percorso s’incrociano le deviazioni, a sinistra, per l’Anticima Est o Pilastro del monte Coglians CAI N°143a e per la Cima di Mezzo CAI N°172. Con il traverso si raggiunge velocemente la Forcella Monumenz 2.307 m. Il valico è molto interessante per il forte contrasto geologico che lo contraddistingue, da una parte le rocce nere scistose del Pic Chiadin, dall’altra le candide bancate di calcaree del Coglians. Il sentiero CAI N° 143 prosegue in leggera salita con un bellissimo percorso scavato nella roccia nera del versante occidentale del Pic Chiadin. Un po’ prima della cima si scollina sul versante meridionale, caratterizzato da dolci praterie, le quali conducono in discesa al vicino Rifugio Marinelli 2.122 m. Infine, per mulattiera (possibilità di scorciatoie nel bosco), attraverso la Casera Morarĕt 1.682 m. si ritorna al rifugio Tolazzi 1.350 m.
DIFFICOLTA' - La salita al monte Coglians è un’escursione molto lunga e faticosa, tecnicamente non difficile, però richiede una buona preparazione e resistenza fisica.
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Salita al monte COGLIANS |
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Sintesi: | Salita: | Discesa: |
Dislivello tot:: | 1.460 m. | 1.460 m. |
Tempo tot: |
4,30 h. |
3,00 h. |
Difficoltà: | EEA | (difficoltà) |
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Cartografia: Ed. Tabacco 1:25.000 Foglio 09 Alpi Carniche | ||
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NOTE STORICHE della Grande Guerra Durante la Prima Guerra Mondiale 1915-18, il monte Coglians fu occupato sempre dai soldati italiani, e grazie alla sua altezza utilizzato come postazione d'osservatorio. La montagna faceva parte della Zona Carnia, un tratto del fronte alpino, che per una lunghezza di circa 50 km. si sviluppava dal monte Peralba al monte Canin. Svolgeva un importante compito di collegamento tra il fronte dolomitico e il fronte isontino. Le montagne delle Alpi Carniche presentano i versanti nord molto ripidi, per questo motivo gli scontri più cruenti del fronte carnico si concentrarono sull'unico punto debole della catena: il passo di Monte Croce Carnico e soprattutto sulle cime che dominavano il valico, come il Pal Piccolo, il Cuelat (Freikofel) e la Creta di Collinetta. Da parte italiana questo settore era presidiato dai battaglioni alpini locali "Tolmezzo" e "Val Tagliamento". Il loro approvvigionamento di materiali e viveri era molto difficile, poichè in zona non esistevano carrarecce per i muli o per gli automezzi, ma soltanto disagevoli ripidi sentierini. Il servizio doveva perciò essere svolto trasportando tutto a spalla. Ma la violenza degli scontri non permetteva di togliere dalla prima linea i soldati, così vennero coinvolte nel servizio le donne locali, le famose portatrici carniche Fu un caso unico e straordinario sul fronte alpino durante la Grande Guerra. Al motto “Anin, senò chei biadaz ai murin encje di fan” , “andiamo, altrimenti quei poveretti muoiono anche di fame”, le donne carniche accorsero in aiuto dei propri uomini. Con incredibile coraggio, dopo aver accudito i figli, la casa e i campi, si caricavano sulle spalle le gerle colme di viveri, munizioni e medicinali, con pesi che variavano dai 30 ai 40 kg. e salivano i ripidi sentieri coprendo dislivelli di oltre 1.000 metri. Inimmaginabile per noi oggi pensare quale fatica dovessero fare d'inverno, quando la neve arrivava fino alle ginocchia. A ricordo del grande sacrificio offerto dalle portatrici carniche, dal 1992, c'è un grande monumento nel paese di Timau (UD), intitolato a Maria Plozner Mentil l'instancabile portatrice colpita a morte da un cecchino. NOTE ALPINISTICHE La prima ascensione del monte Coglians fu effettuata dal famoso alpinista austriaco Paul Grohmann il 30 settembre 1865. La prima via di salita corrisponde all'attuale itinerario dal versante italiano. |
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