ALPI - DOLOMITI - Escursione nel Gruppo del LATEMAR 

Album di fotografie di un' escursione alla scoperta del gruppo del Latemar, nelle Dolomiti della Val di Fassa-Fiemme. La sua immagine che si specchia sul Lago di Carezza è uno dei simboli della bellezza delle Dolomiti, per questo motivo il Latemar è una montagna conosciuta in tutto il mondo, ma allo stesso tempo è poco visitata. L'origine di questa contraddizione è dà ricercare in alcuni luoghi comuni della montagna: la friabilità della roccia, il versante sud desolato, e fino a pochi anni fa, la lunghezza dei percorsi di avvicinamento alle sue vette. In realtà il Latemar è un fantastico castello pietrificato formato da una serie incredibile di torri e guglie, al suo interno nasconde angoli segreti di rara bellezza e sulle sue aeree forcelle sembra di toccare il cielo.  E' stata la natura, milioni di anni fa, a creare l'affascinante catena di altissime canne d'organo del versante settentrionale, quando la zona era occupata da un grande vulcano, il cui centro, oggi coincide con il paese di Predazzo. La roccia calcarea del Latemar infatti contiene fughe di lave vulcaniche, sono dei filoni scuri di basalto che si trovano sino alle massime altezze, i quali subiscono maggiormente l'erosione del gelo, del caldo e del vento, e sono all'origine del fenomeno morfologico della frantumazione delle creste, che determinano i famosi campanili e la presenza delle alte forcelle. La nostra escursione di due giorni consente di scoprire tutti i versanti del Latemar con un lungo percorso ad anello: dal suggestivo "Labirinto", alla base della straordinaria scogliera,  fino alle panoramiche forcelle e alle cime dei "Campanili".  Di seguito una breve descrizione della escursione:

 L'immensa "scogliera" del Latemar 1° GIORNO - Passo di Costalunga-"Labirinto"-Forcella dei Camosci-Rifugio Torre di Pisa Trasferimento in Val di Fassa. Dal Passo di Costalunga 1.747 m. si sale in direzione dei "Prati del Latemar" (CAI N°17), superato l'ampio pascolo, presso una staccionata di legno, si devia a dx (CAI N°20) si entra in un bel bosco e si continua in ripida discesa verso la zona chiamata "Labirinto". Raggiunta la base della vecchia frana staccatasi nel 1700 dalla parete Nord dello Schenon, si prosegue in salita sul sentiero del "Labirinto" tra incredibili massi ciclopici, in un ambiente selvaggio e un pò complicato, con splendida vista verso il Catinaccio. Risalita lentamente verso ovest, l'intera frana del Latemar, superati gli ultimi macigni ricoperti di vegetazione ed alberi, si abbandona l'assolata distesa di massi nei pressi di una radura d'erba e larici chiamata Mitterleger 1.818 m. dominata dalla maestosa muraglia settentrionale del Latemar. (durata: 2.00 ore) Dalla radura si prosegue con una carrareccia (CAI N°21), all'interno della foresta del Latemar, l'itinerario con un percorso a semicerchio conduce con alcuni faticosi saliscendi verso il versante ovest del Latemar. Alla quota di circa 1.795 m., si devia a sx, il sentiero (CAI N°22) punta decisamente in alto con una discreta pendenza fino al limite della foresta. Raggiunta la base dei ghiaioni del vallone Erzlahn 2.025 m., si ammira lo splendido anfiteatro di guglie e pinnacoli del circo del Forcellone. (durata tot.: 4.00 ore). Si prosegue in salita, inizialmente su ghiaie e successivamente su prati con ricche fioriture, che consentono di aggirare i fianchi erbosi del Corno d'Ega. In prossimità dell'arrivo della seggiovia che sale da Obereggen, (circa cento metri più in alto) si abbandona il sentiero principale e si devia a sx lungo una traccia (CAI N°18) che sale con stretti zig-zag un ripido pendio erboso. Si superano con fatica alcuni ghiaioni e piccole conche in direzione, verso destra, di un ripido canalino che esce nei pressi di un marcato intaglio. Stallo dei Camosci Da quì inizia lo Stallo dei Camosci, un vallone roccioso molto suggestivo dove le inclusioni laviche colorano di nero i bianchi/rosa calcarei. L'ambiente è straordinario, circondati da guglie e campanili, si superano suggestive vallette parzialmente innevate, fino a raggiungere il cuore del gruppo, il luogo che custodisce il grande segreto del Latemar: un meraviglioso laghetto gelato di color turchese, uno spettacolo strepitoso. Si continua attraversando ghiaioni e piccoli nevai in direzione di un ripido canalino di rocce scure che conduce alla Forcella dei Camosci 2.590 m. (durata tot.: 6.00 ore). Il colpo d'occhio è inimmaginabile, un panorama ampissimo si apre verso il versante meridionale del Latemar, il corpo principale della vecchia scogliera, più lontani il Catinaccio, il Sella, le Pale di San Martino....commovente (n.d.r.) . Si scende sul versante opposto, fino ad incontrare il sentiero, (CAI N°516) lo si segue verso dx., traversato un tratto pianeggiante, il sentiero s'inerpica all'interno di un ampio circo calcareo contornato da articolate guglie,  che in breve porta al Rifugio Torre di Pisa 2.671 m. (durata tot.: 6.30 ore). Il piccolo rifugio è  l'unico in quota del Gruppo del Latemar, in posizione molto panoramica, offre un quadro dolomitico molto bello, come suggestive sono le albe ed i tramonti.

 2° GIORNO - Rifugio Torre di Pisa-Ferrata dei Campanili-M.te Schenon-Forcella Latemar Piccola - Passo di Costalunga. Dal rifugio si riprende il sentiero (CAI N°516) si traversa nuovamente il gruppo di campanili, tra i quali si distingue l'originale Torre di Pisa, che ha ispirato la denominazione del rifugio ed in breve si raggiunge il bivio con la forcella dei Camosci. Si prosegue sul sentiero principale, (CAI N°18-516b) e si traversa l'intero altipiano dei Lastei di Valsorda in direzione della sempre visibile Forcella dei Campanili 2.600 m. (durata: 1.15 ore) Bellissimo belvedere su uno degli scorci più incantevoli del Latemar, è anche punto di partenza della facile Via attrezzata dei Campanili. Una ripida traccia sale sotto le Torri Occidentali, dove inizia il cavo metallico. La via ha uno sviluppo praticamente orizzontale, si svolge lungo alte cenge e traversa una serie di forcelle molto suggestive. Lungo la via si alternano visioni diverse: verso sud si osserva il pendio uniforme, pieno di sfasciumi, mentre verso nord si ammirano le impressionanti voragini che precipitano sulla foresta e sul lago di Carezza. Questo grande contrasto è la caratteristica principale della ferrata, che attraverso queste improvvise aperture, rende partecipe l'escursionista delle straordinarie forze della natura che hanno creato e modellato la cresta superiore dell'antichissima scogliera. E' uno dei segreti del Latemar, una ferrata tra le più remunerative e consigliate delle Dolomiti. Percorso il primo tratto della via, con le aeree forcellette, si continua con un sentierino orizzontale fino ad incontrare il lungo e regolare piano inclinato del Cimon del Latemar. E' consigliato a questo punto fare una piccola deviazione per salire la cima più alta del Gruppo del Latemar. Si devia a sx. per tracce (non ci sono indicazioni), e si risale il facile pendio di ghiaie e sfasciumi gradinati fino alla cima della Torre Diamantidi o Cimon del Latemar 2.842 m. (deviazione per la cima: and/rit. durata: 1.00 ore) La statuina di vetta di una piccola Madonnina conferma che siamo ad un passo dal cielo. Siamo sul punto più alto di quei campanili che tutti ammirano dal lago di Carezza, lo sguardo indugia timoroso davanti all'impressionante baratro di 1.400 metri che precipita verso il basso. Il panorama ovviamente è indimenticabile, con un colpo d'occhio unico si abbracciano quasi tutte le Dolomiti. Ridiscesi sulla via attrezzata, rimane da percorrere l'ultimo tratto della ferrata, il più articolato e suggestivo, e l'unico che presenta qualche difficoltà. Si tratta di scendere una paretina liscia ed esposta con l'aiuto del cavo e di alcune staffe, che deposita sull'ultima forcella, un vertiginoso squarcio nella massa calcarea della cresta. Dalla parte opposta una breve arrampicata su rocce articolate (sempre presente il cavo), conduce ad uno spigolo, dal quale in breve si scende al Bivacco Mario Rigatti 2.620. (durata ferrata: 1.45 ore - tot. 4.00 ore). Proprio di fronte al bivacco si trova l'impressionante e vertiginosa parete nord-ovest dello Schenon, la prosecuzione dell'escursione ad anello del Latemar, contempla la salita di questa vetta, per creste e versanti meno arditi. Dal bivacco si scende, perdendo quota di qualche decina di metri, per traversare un pendio di sfasciumi, in direzione del paretone. Si sale il fianco meridionale della montagna lungo facili ghiaie friabili fino ad un colletto, dove inizia il caratteristico tratto finale: una lunga e facile cresta, larga ma comunque esposta su entrambi i versanti. Una grande croce indica la vetta dello Schenon 2.791 m. Si ritorna al colletto, da dove inizia la lunga discesa finale, è questa la parte più impegnativa dell'intero itinerario. Il sentiero (CAI N°18) all'inizio presenta alcuni passaggi piuttosto esposti (due/tre), dove sicuramente sarebbe necessario la presenza di qualche tratto di cavo metallico. Superate le difficoltà la traccia prosegue facile su ghiaie, fino alla Forcella del Latemar Piccola 2.526 m. Dalla forcella si abbandona la traccia che prosegue a sx. ripida ed impervia verso il passo, e si sceglie di continuare a dx. lungo un sentiero (CAI N°517B)  molto panoramico, che attraverso la Malga Vallace 1.983. termina al Passo di Costalunga. 1.747 m. (discesa: 3.00 ore - durata tot : 7.00 ore).  

DESCRIZIONE DIFFICOLTA' - L'itinerario ad anello del Latemar, di due giorni, è nel complesso facile, discretamente lungo e faticoso, dove sono richiesti resistenza ed un buon allenamento. La Via attrezzata dei "Campanili" è poco difficile, abbastanza esposta ma sempre sicura, grazie all'aiuto costante del cavo metallico, ha un unico passaggio tecnicamente complicato, quasi alla fine, in prossimità del Bivacco Rigatti. Di tutto il lungo anello soltanto la prima parte della discesa finale (sentiero N°18), presenta delle difficoltà, amplificate dalla possibile stanchezza accumulata durante la giornata, si tratta di traversare un costone roccioso in alcuni punti molto esposto, consigliato ad escursionisti dal piede fermo (non ci sono attrezzature fisse).

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  DOLOMITI: Escursione nel Gruppo del LATEMAR

Sintesi     tempi/dislivello escursione

1° Giorno salita discesa
Tempi : 5,30 h   1,00 h  

Dislivello:       

1400 m.  400 m. 

Difficoltà:       

E - escursionisti
Note: Escursione lunga.
2° Giorno
Tempi: 3,00 h   4,00 h  

Dislivello:       

500 m.  1.300 m. 

Difficoltà:       

EEA - escurs. esperti attr.
Note: Escursione lunga, tratti esposti.
Sviluppo tot. 21 km.

Via attrezzata dei "Campanili" - Latemar

Dal rif. Torre di Pisa al biv. Rigatti 

Tempi: 3,00 h  
Difficoltà:  EEA - escurs. esperti attr.

(scale difficoltà)

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BREVI NOTE STORICHE 

L'esplorazione del Latemar vede in primo piano la figura di Theodor Christomannos, il realizzatore della "Strada delle Dolomiti", al quale è stata dedicata la più bella guglia del gruppo. Il Cimon del Latemar fu salito la prima volta il 17 agosto 1885 da G. Euringer e da G.B.Bernardi.

 Il lunghissimo canale ghiacciato, sul versante Nord, tra le Torri Occidentali ed il Cimon, termina con un'aerea forcella dedicata al suo primo salitore: D. Diamantidi, che nel 1892 salì l'impressionante colatoio ghiacciato. 

Sullo spigolo nord della Torre Christomannos, Angelo Dibona, aprì nel 1908 una via di 5° grado. 

Cartografia Ed. Tabacco  Foglio 029  Latemar 
DATA escursione:  29-30 luglio 2011 

Ferrata dei "Campanili"  - Via attrezzata dei "Campanili" 

Ferrata dei "Campanili"  Via attrezzata dei "Campanili"