Sui sentieri della Grande Guerra dell'alpe Cimbra: il monte Campomolon 1.853 m. Il monte Campomolon

    Album di fotografie e descrizione della visita al museo all’aperto della Grande Guerra, sul monte Campomolon 1.853 m. nelle Prealpi Venete. La montagna si trova sul ciglio meridionale dell’Altopiano di Folgarida (criterio SOIUSA), in una straordinaria posizione panoramica, verso sud domina l’altopiano di Tonezza, mentre verso nord abbraccia tutta l'Alpe Cimbra (altipiani di Folgaria, Lavarone, Luserna). Per questo motivo, dal 1912, sulla cima del monte Campomolon fu costruito un forte militare. Assieme al vicino altopiano di Asiago, in seguito, fu coinvolto durante la Prima Guerra Mondiale 1915-18, principalmente durante l'operazione militare austriaca chiamata "Strafexpedition". Oggi l'intera zona è stata restaurata grazie al lavoro di archeologia bellica eseguito dall'istituzione "Ecomuseo Grande Guerra delle Prealpi vicentine".

    ACCESSO - Da sud: con l'autostrada A31 (Valdastico) si raggiunge l'uscita finale di Piovene-Rocchette. Si continua in direzione del paese di Arsiero, da dove con la S.P. 83 (la Direttissima) si sale al paese di Tonezza del Cimone. Attraversato il paese, si prosegue in direzione Folgaria/ Passo Coe, percorsi circa 8 km si raggiunge un bivio in prossimità della Chiesetta di Restele, dove si devia a sinistra S.P. 92 (sulla destra si continua verso i Fiorentini SP 64). Superati i rifugi sulla strada di Melegnon e Rumor si raggiunge il passo di Valbona, dove si parcheggia. - Da est: Rovereto/Trento – Castel Beseno S.S.350 – Folgaria- Passo Coe, arrivo al passo di Valbona.

ITINERARIO del sentiero storico al FORTE - Dal passo di Valbona 1.781 m. inizia la breve escursione storica, si segue a destra l’evidente strada bianca (chiusa con una sbarra), lungo il versante meridionale del monte Campomolon. Il muro di sostegnoPercorse alcune centinaia di metri, si raggiungono subito le prime maestose testimonianze, un gigantesco muro costruito all’interno del monte, che faceva parte dell'ospedale militare di zona. Si continua lungo la carrareccia militare, in leggera salita, per iniziare a contornare un altissimo muro di pietre. Dopo un secco tornante della strada, si scopre il settore più caratteristico del manufatto bellico. Il muro ha, infatti, la funzione di sostenere una particolare galleria semicircolare (a forma di U), il cui scopo è oggi ancora avvolto nel mistero. Si suppone che essendo il forte, all’entrata in guerra, ancora senza le cupole d’acciaio per l’artiglieria, la funzione della galleria a forma di ferro di cavallo, fosse quella di nascondere gli obici dopo lo sparo, riparandoli nella galleria stessa. Attraversata la grande piazza d’armi, si sale dalla parte opposta della galleria, lungo una facile cresta rocciosa, per raggiungere la cima del monte Campomolon 1.853 m. Il colpo d’occhio a 360° è immenso, verso meridione si osservano le propaggini dell’altopiano di Tonezza, cL'interno della galleria semicircolareon il Cimone e il monte Caviojo, che precipitano nella foschia della pianura vicentina. Verso settentrione il panorama abbraccia tutti gli altopiani di Folgaria, Lavarone, Luserna e Asiago coronati dalle cime innevate del Gruppo Adamello, uno spettacolo! Ammirato il panorama, si continua la visita storica, osservando sulla piatta cima il tetto del forte, con le basi in cemento armato per le cupole degli obici. Per proseguire la visita del piccolo forte, si scende per alcuni metri dalla vetta in direzione ovest, dove i lavori di recupero e restauro consentono di visitare alcune casematte, i depositi d’acqua, e la galleria d’accesso sotterranea alla zona delle batterie dei cannoni. Sulla cima si trova anche la vecchia stazione d’arrivo della seggiovia “Le Fratte”, inagibile e fatiscente, come i tralicci e i seggiolini, abbandonati sul posto, ancora sospesi nel vuoto, un piccolo scempio ingiustificabile, in un meraviglioso paesaggio naturale. Dalla vetta si può scendere dal versante occidentale del monte, attraverso alcune tracce di trincee e sentierini militari, lungo il crinale che riportano nuovamente alla Forcella Valbona.

 

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Sui sentieri della Grande Guerra dell'alpe Cimbra: il monte Campomolon

Itinerario

Durata della visita:  2,00 h.
Dislivello salita/discesa: 140 m.
Difficoltà: facile 
Sviluppo:  3 Km.
Cartografia: foglio n. 57 - Levico-Altipiano di Folgaria, Lavarone e Luserna  - Tabacco 1:25.000

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Altre escursioni sui sentieri della Grande Guerra dell'ALPE CIMBRA


NOTE STORICHE della Grande Guerra sul monte CAMPOMOLON

  Nella fase precedente allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, italiani e austriaci fortificarono il confine che correva lungo il "Saliente Trentino", attraverso gli altipiani vicentini, avendo considerato l'importanza strategica di questa zona e l'ormai inevitabile conflitto a causa del problema delle terre irredente. Il forte Campomolon faceva parte delle "Sentinelle del Regno", che comprendeva i forti italiani di Cornolò, Casa Ratti, Punta Corbin, Campolongo e Verena. Dalla parte opposta, le "Fortezze dell'Imperatore": i forti austriaci di Doss del Sommo, Sommo Alto, Cherle, Belvedere, Luserna, Verle e Pizzo di Vezzena. All’inizio della Grande Guerra il forte Campomolon non era stato ancora ultimato, mancavano le cupole corazzate, per i cannoni da 149 mm. ordinate in Germania. Fu lo stesso governo tedesco a bloccare la spedizione, quale misura cautelativa, per la neutralità dichiarata dall'Italia nel 1914. Così le cupole fabbricate dalle acciaierie germaniche Krupp, non arrivarono mai. Il forte venne comunque armato con una batteria di obici costieri da 280 mm su postazioni esterne defilate, che colpirono i forti austro-ungarici Dosso del Sommo e Cherle, producendo discreti danni. Ma a loro volta gli austriaci colpivano con i mortai da 305 e 420 mm., che resero in breve tempo quasi tutti i forti italiani inservibili. Il primo giorno del conflitto, alle ore 3.55 del 24 maggio 1915, partì il primo colpo di cannone dal forte Verena, che diede inizio alle ostilità da parte italiana. Iniziava la famosa “Guerra dei Forti” che sarebbe durata circa un anno, fino alla travolgente operazione austro-ungarica "Strafexpedition", che distrusse tutte le difese italiane sugli altipiani. Davanti all’impossibilità di difendere il forte Campomolon e alla necessità di ritirarsi, gli italiani decisero di distruggere sia l’opera sia gli obici, con una propria carica, il 19 maggio 1916. L’esplosione fu eseguita dall’ing. Paolo Ferrario, sottotenente del genio, che nell'operazione perse la vita, una lapide commemorativa all’interno del forte ricorda il suo sacrificio.

Oggi, durante la visita, è difficile immaginare cosa si provasse a stare all’interno del forte sotto bombardamento, però dalla lettura di alcuni vecchi diari si può comprendere la paura e il sacrificio dei soldati. Dal "Diario di un fante" di Luigi Gasparotto: "2 agosto 1915, nel pomeriggio salii al forte incompiuto di Campomolon…… quando all’improvviso un sibilo che poi diventa urlo si avvicina sempre più forte, sempre più rabbioso, crudele, l’aria trema e più si avvicina anche la terra comincia a tremare, si trattiene il respiro, il cuore sospende i battiti, l’urlo che diventa boato ha il tempo di finire in uno schianto che sprigiona un turbine di pietre, di ferro, e l’aria ne resta a lungo oscurata, e il 305, il primo,…..il piccolo mondo di Campomolon in questo momento è sotto il dominio del mostro invisibile che i nostri osservatori non riescono a individuare…... ci aspettiamo altri colpi oggi per fortuna solo 8 e grazie a Dio nessun morto. Ma confesso che ogni volta che ci bersagliano con il 305 rimanere in vita è un vero miracolo… il 305 , sentito per la prima volta e senza la dovuta preparazione d’animo , toglie il respiro.”

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