Panorama del Gruppo monte Nero dal Matajur PREALPI GIULIE - Salita con le ciaspole sul monte Matajur 1.641 m.

   Galleria di fotografie e descrizione della salita con le ciaspole o racchette da neve sul monte Matajur. La montagna è facilmente visibile da tutta la pianura friulana, grazie al fatto di essere il più alto rilievo delle Prealpi Giulie e fa parte della lunga dorsale montuosa che costituisce il confine tra l'Italia e la Slovenia. La sua invidiabile posizione offre un incredibile panorama, a sud lo sguardo si perde sulla pianura friulana, dove i nastri argentati dei fiumi confluiscono nel mar Adriatico, scintillante come una lamina d'acciaio, a est e a ovest infinite dorsali erbose intervallate da valli. Infine, verso nord, le bianche cime delle Alpi Giulie, dal Canin al monte Nero (Krn). Il monte Matajur si può salire da tutti i quattro versanti, con escursioni di diversa lunghezza e difficoltà. La nostra proposta contempla la salita dal versante orientale, con un itinerario lungo ma suggestivo, bellissimo dal punto di vista paesaggistico e interessante dal punto di vista storico, poichè percorre un tratto della "strada di Rommel" testimonianza della Prima Guerra Mondiale 1915-18 quando il monte Matajur fu protagonista per un giorno della disfatta di Caporetto sul fronte isontino.

   ACCESSO - Dalla cittadina di Cividale del Friuli (UD), l'antico centro romano "Forum Iulii" si prosegue sulla SS 54, la Strada del Pulfero, in direzione della Slovenia e del valico di Stupizza (in sloveno Robic). Raggiunta, dopo pochi chilometri, la località di Ponte San Quirino, si abbandona la via principale per imboccare, a destra, la strada provinciale SP 11, in direzione del paese di Savogna. Da qui, la strada risale (per circa 16 km.) il versante meridionale del Matajur fino al rifugio Pelizzo 1.325 m. A circa metà salita si raggiunge il paesino di Masseris dove si parcheggia.

   PERCORSO- Dalla frazione di Masseris 760 m. inizia la salita invernale con il sentiero CAI N° 736a. Si parte tra le case del paese, si continua con un tratto lastricato, per proseguire all'interno di un fitto bosco, che in circa 50 minuti raggiunge la frazione di  Tamoršča 1.079 m. Qui s'interseca una strada forestale (CAI N° 736) che si segue in dolce salita, sul versante meridionale della montagna, attraverso solari radure e affascinanti faggete. Raggiunto un bivio (circa quota 1.150 m.), si tralascia la traccia segnata che sale direttamente al monte Matajur, (sinistra), per proseguire sulla destra, sempre lungo la carrareccia forestale, che sale sul versante orientale della montagna. La strada con alcuni lunghi tornanti conduce al laghetto della Val Polaga 1.210 m. Il piccolo specchio d'acqua, semi-ghiacciato, è inserito in un bellissimo paesaggio silenzioso e solitario. Dal laghetto si  prosegue verso nord lungo un itinerario con poche segnalazioni, dove soltanto dei provvidenziali paletti dipinti in bianco-rosso, aiutano a districarsi all'interno di un fitto bosco. Questo  tratto discretamente ripido, in caso di coltre nevosa abbondante, può creare qualche problema d'orientamento. Alla fine della salita, a circa quota 1.315 m. (nei pressi di un cancelletto che indica il confine con la Slovenia) si raggiunge una nuova carrareccia che sale dal paese sloveno di Avsa (Livek). E' questa la famosa "strada di Rommel", la via percorsa dal giovane tenente del Battaglione da Montagna tedesco Württemberg per conquistare il Matajur nell'ottobre del 1917. La strada sale dolcemente tra suggestivi paesaggi invernali e scorci sulle vette del Gruppo monte Nero (Krn). Incrociata nuovamente la traccia del sentiero (CAI N° 736), precedentemente abbandonato per visitare il laghetto, si continua sulla strada che uscita dal bosco si affaccia sul versante meridionale del Matajur, Malga Glava sul monte Matajurcon bellissime viste sul Rifugio Pelizzo e più lontano sul mare del Golfo di Trieste, nell'Alto Adriatico. Da questo punto si vede finalmente la vetta del Matajur, e tutta la dorsale sud-est da percorrere per raggiungere la cima. Si continua la salita in un ambiente molto bello, che in caso di neve abbondante diventa fiabesco, quando si raggiunge la malga Glava 1.420 m.
   Superato l'edificio ristrutturato si prosegue la salita, sempre sulla strada forestale, fino ad incontrare le indicazioni per il rifugio Pelizzo,
sentiero CAI 750. (Sconsigliato percorrerlo d'inverno in caso di neve abbondante, per pericolo valanghe). Dopo il bivio, proseguendo sulla destra si trova un tabellone informativo con la descrizione delle vicende belliche legate alla "strada di Rommel". Dietro il tabellone inizia la traccia che sale il versante  sud-est del Matajur, lungo un pendio con affioramenti di rocce calcaree, che conduce inizialmente sul monte Glava 1.519 m.
   In questa zona, nella parte sommitale del Matajur, durante la stagione invernale si possono osservare gli straordinari fenomeni della galaverna e della calabrosa, quando splendidi cristalli di ghiaccio ricoprono tutta la vegetazione. Un suggestivo spettacolo che si verifica in presenza di temperature molto fredde e venti forti, la famosa "Bora scura".
   Si attraversa la cresta rocciosa del monte Glava, dove diversi cippi, indicano la presenza del confine tra l'Italia e la Slovenia. Dopo una breve discesa si affronta l'ultima salita, che conduce
alla chiesetta del Redentore e alla vetta del monte Matajur 1.641 m. Straordinario panorama dal Mar Adriatico alle Alpi Giulie. Per questa grandiosa vista su tutta la pianura friulana fino al mare, molte fonti storiche fanno coincidere il monte Matajur con il "Monte del Re". Il monaco e storico Paolo Diacono scrisse infatti nel suo "Historia Langobardorum", che il re dei Longobardi, Alboino, salì nel 568 d.C., in cima al monte per osservare i territori da conquistare durante la sua discesa dalla Pannonia. 

   DISCESA - La discesa si effettua lungo lo stesso itinerario della salita.

  ATTREZZATURA TECNICA - La classica dotazione per le salite invernali in ambiente innevato: ciaspe, bastoncini, ghette, l'ARTVA, la pala e la sonda.

  DESCRIZIONE DIFFICOLTA' - La salita invernale del monte Matajur è di media difficoltà, discretamente lunga e faticosa. Il tratto dal laghetto Val Polaga al raccordo con la "strada di Rommel", può presentare difficoltà d'orientamento in caso di abbondante coltre nevosa.
  
 Alcune foto sono dell'amica Betty.

 

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  Escursione con le ciaspole al monte Matajur      

 

 

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Tempi salita:   

 4,15 h.

Tempi discesa :

 2,30 h

Dislivello salita:       

 900 m. 

Dislivello discesa:       

 900 m. 

Difficoltà:                 

 media 

Sviluppo:                 

 16 km. 
Data escursione:   13 dicembre 2020

CARTOGRAFIA

Ed. Tabacco 1:25.000 Foglio 41 Valli del Natisone - Cividale del Friuli

La chiesetta del Redentore sulla vetta del monte Matajur  

Salita sul versante sud-est del monte Matajur   

BREVI NOTE STORICHE della Grande Guerra 

  Il Matajur fu coinvolto durante la XIIª Battaglia dell'Isonzo (Caporetto), quando l'esercito italiano venne travolto sul fronte isontino, dall'esercito austro-ungarico assieme all'alleato tedesco. Dopo le prime due giornate della Battaglia di Caporetto, il 24  e 25 ottobre 1917, le truppe tedesche dell’Alpenkorps Bavarese, superato l'Isonzo a sud della testa di ponte di Tolmino, avevano travolto le difese italiane sulla dorsale del Kolovrat. Il mattino del 26 ottobre 1917, un reparto dell’Alpenkorps, costituito dal Battaglione da Montagna Württemberg, al comando del tenente Erwin Rommel, iniziò la salita del fianco sud-orientale del Matajur. Partiti dall’abitato di Jevšček, i fucilieri tedeschi con l'aiuto delle compagnie mitragliatrici, superarono di slancio le resistenze italiane sulle alture di Kraguonca (1.077 m.) e del Mrzli Vhr (1.358 m.) I soldati italiani della Brigata di Fanteria "Salerno", schierati sulla montagna soltanto il giorno prima, su due linee lontane (sulla cima e a Quota 700 m.) non collegate con i reparti laterali e senza grandi opere di difesa, furono facilmente travolti. Dopo il successo del Mrzli Vhr, le truppe di Rommel salirono lungo la strada militare costruita dal Genio italiano per approvvigionare le proprie truppe e, sconfitte le ultime resistenze sulle quote del monte Glava, raggiunsero la cima del Matajur alle 11:40.
  La conquista del Matajur, da parte delle truppe di Rommel, dopo 56 ore di marce e combattimenti, dall'inizio dell'offensiva di Caporetto, fu un'operazione straordinaria. Ma fu anche un successo fondamentale che consentiva ai soldati tedeschi e austro-ungarici di scendere nelle valli del Natisone e a Cividale ed iniziare l'invasione del Friuli.
  Erwin Rommel
continuò la sua vittoriosa cavalcata fino a Longarone, aumentando la sua fama, che divenne leggendaria durante la IIª Guerra Mondiale con il sopranome di "volpe del deserto".
  Ma con la disfatta di
Caporetto e la travolgente avanzata austro-tedesca la Grande Guerra non terminò. Come spesso la "Storia" sa scrivere o sorprendere, soltanto un anno dopo, la situazione si capovolse completamente. Nell'ottobre del 1918 l'Italia passò al contrattacco, e dal Piave e dal Monte Grappa iniziò una cavalcata irresistibile che travolse l'esercito austro-ungarico, fino alla vittoria finale a Vittorio Veneto.

  

IMPORTANTE: Chi affronta gli itinerari descritti in questo sito lo fa sulla base della propria capacità, esperienza e del buon senso. Le indicazioni riportate si riferiscono allo stato del percorso al momento in cui l'escursione è stata effettuata, in caso di ripetizione bisogna pertanto verificare preventivamente lo stato e la percorribilità dell’itinerario. Gli autori declinano ogni eventuale responsabilità. Anche l'escursionista con le ciaspe è soggetto al rischio valanghe! Non bisogna lasciarsi ingannare dal percorso agevole: il giudizio "facile" non è sinonimo di "sicuro". L'utilizzo e il corretto uso dell'ARTVA (assieme alla sonda ed alla pala) è fortemente consigliato all’escursionista invernale,  il quale deve anche conoscere i temi fondamentali della sicurezza, conoscere i meccanismi della formazione del manto nevoso e delle valanghe. Ed inoltre, prima di ogni escursione invernale, bisogna consultare (sempre !!) il bollettino nivometereologico. www.aineva.it  

Modalità per chiamare il Soccorso Alpino

ITALIA : 118

SLOVENIA: 112

AUSTRIA: 140

 

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