Panorama dal monte RITE: la CIVETTA, la MARMOLADA ed il PELMO DOLOMITI - Escursione invernale con le ciaspole al  monte RITE

Galleria di fotografie di un'escursione invernale con le ciaspole o racchette da neve al monte Rite, nelle Dolomiti. Come la prua di una nave, che affronta le alte creste spumeggianti dell'oceano, così il monte Rite, s'incunea nell'antico mare della Val Boite. Offre un panorama straordinario sulle famose barriere coralline delle Dolomiti di Cortina d'Ampezzo e delle Dolomiti della Val di Zoldo. Proprio la posizione panoramica e strategica del monte Rite, suggerì all'inizio del Novecento, la costruzione, sulla sua vetta, di una serie di fortificazioni militari. Erano anni in cui iniziavano a spirare sull'Italia venti di guerra, e si preparava il sistema difensivo del Cadore, in previsione della Grande Guerra. L'opera edificata nel 1914 fu coinvolta soltanto marginalmente nel primo conflitto mondiale, infatti all'inizio della guerra si trovò lontano dalla prima linea, che correva molto più a nord, a settentrione della conca ampezzana, ed in seguito dopo la disfatta di Caporetto, fu abbandonata in fretta dalle truppe italiane, rivelandosi impotente di fronte alla furia dell'invasione austriaca. Negli anni successivi inevitabilmente il forte andò in rovina, fino a quando nel 1997, il grande alpinista Reinhold Messner ebbe l'idea di trasformare la struttura militare in un museo. Il 28 giugno 2002, in concomitanza con "l'Anno internazionale della montagna" proclamato dall'Onu, fu inaugurato il Messner Mountain Museum Dolomites, il "Museo nelle Nuvole". Si tratta del museo della montagna più alto d'Europa, al suo interno si trovano foto, reperti ed opere d'arte messe a disposizione dal "Re degli Ottomila". D'inverno tutto questo è sepolto dalla neve ed il Museo delle Nuvole resta chiuso, rimangono libere dal manto bianco, soltanto le originali strutture di metallo e vetro, nate come "quadri veri", dal momento che inquadrano le montagne più belle, come in una galleria d'arte. Sono infatti le Dolomiti la più grande opera della natura, che il monte Rite permette d'ammirare in un panorama indimenticabile a 360°. Paradiso della fotografia.

PERCORSO- La Forcella Cibiana è il punto di partenza per iniziare questa bellissima "ciaspolata", si tratta di un importante valico di collegamento tra la Val di Zoldo ed il Cadore. Può essere raggiunta in automobile sia dalla Val Boite attraverso il paese di Cibiana di Cadore, sia da Forno di Zoldo dall'omonima valle. Presso il rifugio Remauro 1.535 m. posto proprio sulla Forcella Cibiana, si calzano le ciaspole e s'inizia il percorso lungo la carrareccia, (sentiero CAI 479) costruita dallo Stato maggiore dell'Esercito per l'accesso al forte in cima alla montagna. La stradina sale con pendenza regolare e lunghe serpentine sul fianco meridionale del monte Rite, questo significa che anche nei mesi invernali più freddi, con tempo atmosferico buono, il sole è sempre presente lungo l'intero percorso. In prossimità del primo grande tornante, a quota 1.632 m., a sinistra, inizia il sentiero Col de Orlando che sale alla Forcella Deona, con un percorso più ripido e veloce, tagliando i lunghi tornanti e la successiva galleria. D'estate è consigliabile perchè evita di mangiare la polvere delle jeep che fanno servizio taxi sulla strada sterrata, ma d'inverno è meno invitante, soprattutto in caso di tanta neve e manto non assestato. Si prosegue sulla carrareccia all'interno di un bel bosco di larici ed abeti, mentre il panorama inizia ad aprirsi verso i Gruppi della Civetta, del Pramper, di San Sebastiano e del Bosconero. A circa 2.013 m. si entra nell'unica galleria della strada, che talvolta può avere il fondo completamente ghiacciato (attenzione!!). All'uscita si incontra il primo manufatto militare, mentre il percorso, sempre con pendenza minima e lunghe serpentine, si fa strada tra bellissimi pendii immacolati e le prime vette dei giganti dolomitici spuntano dalla candida neve. Come a Forcella Deona 2.053 m., dove si scopre la cattedrale di roccia dell'Antelao. Quì termina anche "la scorciatoia" del sentiero Col de Orlando. L'itinerario prosegue su un'altopiano sempre più aperto, la vista spazia all'infinito e le ciaspe battono una neve soffice e scintillante. Un ultimo lungo rettilineo conduce al grande sistema fortificato, dove oggi si trovano il rifugio Dolomites e l'entrata del Museo,(ambedue chiusi). Con una breve rampa si sale in vetta del monte Rite 2.183 m. Lo spettacolo è garantito, un trionfo per il cuore e per gli occhi, una vista incredibile sulle Dolomiti Orientali, fare un elenco di tutte le cime sarebbe troppo lungo, basta una parola: ...tutte.

DISCESA - Lungo lo stesso itinerario di salita. 

ATTREZZATURA TECNICA - La classica dotazione per escursioni invernali: ciaspe, bastoncini, ghette, l'ARVA, la pala e la sonda.

DESCRIZIONE DIFFICOLTA' - La salita con le ciaspole al monte Rite è facile. L'unica difficoltà si può riscontrare all'interno della galleria, talvolta il ghiaccio ricopre tutto il terreno e la progressione può essere un pò complicata.

 Vai alla galleria di fotografie:     

    Escursione con le ciaspole al monte RITE    

Tempo salita: 2,15 h.  
Tempo discesa: 2,00 h.

Dislivello salita:       

647 m. 

Dislivello discesa:

647 m.  

Difficoltà:       

facile 

Monte Rite Cresta finale del monte Rite

 

Cartografia

Ed. Tabacco 1:25.000    Foglio 16 Dolomiti Centro Cadore

DATA escursione:

16 gennaio 2011 

Il Pelmo Dal monte Rite verso il Pelmo 

 

Altri link:

Escursioni invernali con le ciaspole nella zona di Cortina d'Ampezzo

 

IMPORTANTE: Chi affronta gli itinerari descritti in questo sito lo fa sulla base della propria capacità, esperienza e del buon senso. Le indicazioni riportate si riferiscono allo stato del percorso al momento in cui l'escursione è stata effettuata, in caso di ripetizione bisogna pertanto verificare preventivamente lo stato e la percorribilità dell’itinerario. Gli autori declinano ogni eventuale responsabilità. Anche l'escursionista con le ciaspe è soggetto al rischio valanghe! Non bisogna lasciarsi ingannare dal percorso agevole: il giudizio "facile" non è sinonimo di "sicuro". L'utilizzo e il corretto uso dell'ARVA (assieme alla sonda ed alla pala) è fortemente consigliato all’escursionista invernale,  il quale deve anche conoscere i temi fondamentali della sicurezza, conoscere i meccanismi della formazione del manto nevoso e delle valanghe. Ed inoltre, prima di ogni escursione invernale, bisogna consultare (sempre!!) il bollettino nivometereologico. www.aineva.it  

Modalità per chiamare il Soccorso Alpino

ITALIA : 118

SLOVENIA: 112

AUSTRIA: 140

Panorama dal monte RITE: l'ANTELAO e le MARMAROLE