Trekking nel gruppo dolomitico del SELLAPanorama dalla vetta della Cima Pisciadù

   Galleria di fotografie e descrizione di un trekking nel Gruppo di montagne del Sella. Si tratta di un gigantesco castello di roccia sulle Dolomiti. Da qualunque versante lo si osservi, lo spettacolo è sempre lo stesso, dalle cime più alte immense pareti lisce e verticali precipitano sulle valli ladine di Fassa, Gardena, Badia e Livinallongo. Anche quando si gira attorno al gruppo, attraverso i passi ladini, l'impressione è di trovarsi davanti ad un fortino inespugnabile. Questa è l'immagine dal basso, ma la sua parte superiore nasconde un segreto, lassù a quasi tremila metri di quota, il gruppo presenta un vastissimo altipiano, "quasi" orizzontale. Agli unici due valloni, che si aprono la strada verso l’alto tra le colossali pareti del Sella, la Val de Mesdì e la Val Lasties, in tempi moderni si sono aggiunte le vie attrezzate. La nostra proposta percorre in salita la ferrata Brigata Tridentina, e in discesa i sentieri attrezzati "Cresta Strenta" e "Lichtenfels"; inoltre vengono salite la Cima Pisciadù 2.985 m. e il Piz Boè 3.152 m. Breve descrizione dell'itinerario ad anello con partenza/rientro dal paese di Corvara (Val Badia):

   1° Giorno - Ferrata Brigata TridentinaTrasferimento in Val Badia. Lasciata un’auto nel parcheggio della cabinovia Boè a Corvara, si prosegue in direzione del Passo Gardena. A circa metà della salita, sulla sinistra si trova l'ingresso di una cava di ghiaia il cui piazzale a quota 1.956 m. è utilizzato come parcheggio per la ferrata Brigata Tridentina.
    La via attrezzata rappresenta una delle più conosciute vie ferrate dell'arco dolomitico quindi è molto frequentata nel periodo di alta stagione. Progettata negli anni sessanta è stata dedicata agli Alpini della Tridentina che la realizzarono. Dal parcheggio, un sentierino conduce all'attacco del primo tratto della ferrata, una breve e facile paretina rocciosa che si supera con una serie di staffe e il cavo metallico. All'uscita, terminate le attrezzature, si incrocia il sentiero proveniente dal passo Gardena e si continua lungo il terrazzo inferiore del Sella, tra prati e larici. Al termine si raggiunge la grande cascata del Pisciadù, dove si trova il secondo attacco della via. La ferrata Brigata Tridentina sale regolare su pareti rocciose e roccette articolate, sempre con passaggi tecnici di media difficoltà. Supera direttamente sulla destra i ripidi salti del rio Pisciadù (o Pissadù) e conduce alla testa di un largo vallone, nel punto in cui la parete precipita e si forma la cascata.
   Qui si trova un importante bivio: proseguendo diritti, si abbandona la ferrata, e per tracce si raggiunge il rifugio, mentre deviando a destra si continua la via attrezzata. Inizia
il tratto più impegnativo della ferrata che risale direttamente la Torre Exner. Si affronta una parete verticale ed esposta, il cavo metallico e le staffe aiutano la salita fino ad una scala metallica. Si aggira la torre sulla sinistra e in breve si raggiunge la famosa passerella sospesa sopra un profondissimo baratro. Un facile gradino roccioso conduce infine al rifugio Cavazza al Pisciadù 2.585 m. affacciato sull'incantevole laghetto, incastonato tra Il Sass da Lec e la Cima Pisciadù. E' uno dei posti più suggestivi del Gruppo Sella, che qui si apre sul largo terrazzo delle Masores e si affaccia sulla Val Badia. Indimenticabili le superbe visioni delle crode dolomitiche, alla sera, con le dolci tonalità del tramonto: il fenomeno dell'enrosadira. (sentiero EEA, durata: 3,30 h -  Dislivello: + 630m.) Cena e pernottamento.  

   2° Giorno - Dal rifugio Cavazza al Pisciadù 2.585 m., con il sentiero CAI 666,Laghetto Pisciadù si risale la Val Tita per raggiungere l’altopiano del Sella. Di prima mattina c'è la possibilità di fare un piacevole incontro con alcune famiglie di stambecchi spesso con i loro cuccioli, che si abbeverano tranquillamente nel laghetto Pisciadù. L'escursione inizia contornando il lago, in seguito si risalgono alcune facili balze rocciose attrezzate, per raggiungere la Sella di Val Tita 2.815 m. Da questo grande avvallamento roccioso alle pendici dell'altipiano del Sella, si consiglia di fare una deviazione per salire la Cima Pisciadù 2.985 m. Facile ascensione (segnata con bolli rossi) su pendio detritico con elementari gradini rocciosi. Straordinario panorama dalla vetta.
     Ridiscesi alla Sella di Val Tita l'itinerario prosegue
con il sentiero CAI 666. Aggirato il vallone sulla destra si salgono alcune roccette e su solari pendii di sfasciumi si raggiunge l'orlo dell'altipiano nei pressi della sommità del Sass de Mesdì. Si rimane sorpresi ad osservare un incredibile deserto di rocce che si estende quasi all'infinito in tutte le direzioni. Il sentiero continua sul tavolato bianco, tra dolci dossi e avvallamenti, fino alla forcella Antersass 2.830 m. caratterizzata dalla slanciata Torre Berger. Si sale il crestone dell'Antersass 2.906 m. per ammirare uno dei quadretti più belli delle Dolomiti, il Daint, il Bec e la Val Mesdì che scende a Colfosco. Ridiscesi dalla parte opposta si raggiunge il rifugio Boè 2.871 m. Dopo aver osservato il nuovo ampliamento del grande ricovero (2023), si prosegue la salita. Si affronta la piramide del monte Boè con un facile sentiero attrezzato e un lungo zig-zag su un pendio di sfasciumi (CAI 638). Raggiunta la sommità più alta dell’intero Gruppo Sella, il Piz Boè con la Capanna Fassa 3.152 m., si ammira un panorama incredibile a 360° gradi su tutte le Dolomiti.

   Daint, Bec e Val de MesdìDalla cima inizia la discesa di rientro verso la Val Badia. Si ripercorre di nuovo un breve tratto del sentiero 638 fino alla forcella dei Cacciatori 3.110 m, da dove inizia la via attrezzata “Cresta Strenta” con il sentiero CAI 672. All'inizio sembra di camminare sulle nuvole, "ad un passo dal cielo", tanto il filo di cresta è aereo e panoramico, fino al culmine della Cresta Strenta stessa, a quota 3.124 m. In seguito inizia l'itinerario in discesa con la facile via attrezzata, leggermente esposta, che si sviluppa lungo crestine rocciose, canalini ed esili cenge, fino a raggiungere un grande avvallamento dal quale, con una piccola risalita, si tocca la vetta del Piz Lech Dlacè “Pizzo del Lago Gelato” 3.009 m. Impressionante la vista sui precipizi della Val Mesdì.
  Dalla vetta, una ripida discesa munita di cavo metallico, chiamato sentiero attrezzato Lichtenfels, conduce ad un ampio avvallamento di ghiaie alle pendici delle Cime del Vallon. Si continua la discesa lungo un'estesa terrazza detritica, seguendo gli "ometti" e
il sentiero CAI 672, in direzione est, fino ad imboccare una cengia a sinistra. La traccia conduce in un grande anfiteatro roccioso tra le Punte e le Cime del Vallon, fino a raggiungere, tra le scure pareti, la testa di una ripida gola. Con attenzione si scendono le articolate (e spesso bagnate) fasce rocciose intervallate da pendii con terreno friabile, inizialmente con discreta pendenza ed esposizione, aiutati da alcuni brevi tratti di fune metallica. Raggiunto il fondo della profonda gola, si continua su facili ghiaioni fino al rifugio Kostner 2.500 m. Si prosegue la discesa al fianco della seggiovia “Vallon”, e dopo aver ammirato la gemma color smeraldo del laghetto Boè, si arriva alla stazione a monte della cabinovia Boè 2.190 m. Infine si scende con la cabinovia a Corvara (sentiero EEA, durata: 7,00 h - Dislivello: + 920m./-1.320m. - lunghezza 10 km, - "compresa la salita Cima Pisciadù a/r 45 min. +/- 170m.").

        DIFFICOLTA' - Nella tradizionale classificazione delle difficoltà delle ferrate sulle Dolomiti, la Ferrata Tridentina al Pisciadù è considerata difficile, molto esposta e discretamente impegnativa. Le abbondanti attrezzature metalliche (cavo continuo, staffe ed una scaletta) consentono una progressione sicura e divertente. La via attrezzata sulla "Cresta Strenta" è facile.
   Alcune foto sono degli amici Cristiano Rizzo, e Maurizio Toscano. 
  

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