Album
di fotografie e descrizione del trekking, delle Pale di San Martino meridionali.
Le Pale sono il più grande gruppo delle Dolomiti e si articolano in diverse
catene e sottogruppi, nella parte sud occidentale, si trovano alcune delle cime
più belle: la Cima della Madonna, il Sass Maor, la Cima di Ball, la Cima di
Val di Roda e la Cima Canali.
I fianchi occidentali di queste montagne
sono delimitate ad occidente dalla Val Cismon ed a oriente
dalla Val Canali. Il nostro mini-trekking permette di conoscere
queste impegnative montagne, grazie ad una serie di ardite ferrate e vie
attrezzate, che contornano le ripide ed altissime pareti, attraversano aeree
e vertiginose forcelle e raggiungono una vetta (la
Cima di Val di Roda).
L'itinerario ad anello consente d'ammirare i più bei campanili, guglie e
pinnacoli delle Pale di San Martino, in un ambiente ancora selvaggio e di
rara bellezza. - Breve descrizione del Trekking: 1°
GIORNO - Accesso
- Punto di partenza del trekking ad anello è la Val Canali. La valle è
parte integrante del Parco Naturale di Paneveggio Pale di San Martino,
- ed
è una laterale della Val di Primiero, conosciuta anche come valle del Cismòn,
che termina sul Passo Rolle ed attraversa la località turistica di San
Martino di Castrozza.
Raggiunto il paese di Fiera di Primiero (con la statale della
Valsugana SS 47 e la SS 50) si prosegue in direzione del Passo Cereda, nei
pressi dei ruderi di Castelpietra, si devia a sx per la Val Canali. La
strada, costeggiando a tratti il torrente Canali, continua fino alla località
Cant del Gal, toponimo
che deriva dal canto d'amore del gallo cedrone, ancora presente in zona. Si
prosegue in salita, con un secco tornante verso sinistra, attraverso un
bellissimo bosco di faggio, abete bianco e abete rosso che spesso si apre in
suggestive radure, fino a raggiungere il parcheggio dei Prati di Fosne. Dai
Prati di Fosne 1.326 m. inizia una strada forestale (CAI N°731)
che fiancheggia
alcuni bellissimi alpeggi spesso adornati dalla presenza dei caratteristici
"masi", supera la Malga Rodena ed in leggera salita conduce alla Forcella
Col dei Cistri 1.602 m. Scavalcato l'ampio valico prativo, sulla sx, si
prosegue in discesa lungo il fianco sinistro della media Val Cismon. Si
attraversa il bellissimo bosco del Cimerlo, all'interno d'una natura ancora
incontaminata, ai piedi delle slanciate pareti della Cima della Stanga,
della Cima della Madonna e del Sass Maor. Il sentiero ad un certo
punto confluisce in una vecchia strada militare (CAI N°724)
( 1.491 m.)
che prosegue lungamente, in leggera salita, fino a raggiungere la stazione
di partenza della teleferica del rifugio Velo della Madonna, qualche
centinaio di metri più in alto della Malga Zivertaghe. Nei pressi della
bella casetta in legno della teleferica 1.605 m. si trova la
deviazione, a destra, per il sentiero (CAI N°713)
che conduce al rifugio Velo della Madonna. La traccia sale ripida
all'interno del bosco, attraversa alcuni impetuosi torrenti e supera qualche
gradino roccioso con l'aiuto dell'intrigo delle radici dei mughi. Con un pò
di fatica si supera il limite superiore del bosco e si rimonta con stretti
zig-zag il circo scoperto e detritico del Cadin di Sora Ronz. Sopra il
sentiero incombe il bellissimo ed imponente spigolo nord-ovest della Cima
della Madonna, un'immagine indimenticabile che accompagna l'ultimo tratto
del percorso. Raggiunta la base della montagna, si devia verso destra e si
sale una rampa rocciosa a gradoni munita di passamano metallico. Raggiunto
un vallone sassoso, con alcuni lunghi tornanti si guadagna il colletto
erboso del Cadinot, un verde avvallamento dove era stato costruito il primo
bivacco fisso della zona, oggi scomparso. Un'ultima breve rampa conduce alla
spettacolare terrazza panoramica sulla Val Cismon, dove si pone il rifugio
Velo della Madonna 2.358 m. costruito nel 1980 dalla sezione di Primiero
della SAT.
(Difficoltà:
E, Dislivello
tot. salita: 1.170 m./ discesa 110 m., durata
tot: 4,00-4,30 h) (scale
difficoltà).
2°
GIORNO - Via
Ferrata del Velo e sentiero attrezzato Nico Gusella - Dal
rifugio Velo della Madonna 2.358 m.
il sentiero
(CAI N°739)
segue in leggera discesa alcune cenge sotto un bastione di
roc ce nere,
leggermente esposte e ricoperte da un ghiaino insidioso, fino a portarsi
sotto il famoso profilo dello spigolo nord-ovest della Cima della
Madonna, dove inizia la
Ferrata del Velo. Le attrezzature aiutano a
superare in diagonale, lo zoccolo della montagna, in forte esposizione,
ma grazie al cavo metallico, anche in grande sicurezza. Una serie di
pioli e staffe (nuovissime- 2014) conducono attraverso un articolato sistema
di rocce, costituito da una serie di camini e spigoli che raggiungono una
larga cengia ghiaiosa alla base della verticale e maestosa parete della
montagna, che per la sua particolare forma prende il nome di "Velo
della Madonna". Si
segue la cengia che conduce nel cuore della parete. Piccole
cornici, una fila verticale di gradini e un nero canale, vengono saliti
con una nuova serie di attrezzature (cavo, pioli e staffe) che senza
particolari passaggi tecnici conducono alla larga terrazza pensile ai
piedi della Cima della Madonna e del Sass Maor. Un
facile sentiero attraversa alcuni nevai residui e con un percorso a
semicerchio si avvicina alla solare Cima di Ball. Su facili tracce si
raggiunge il Porton 2.480 m. (Difficoltà:
EEA, durata
tot: 1.30 h). Questo
grandioso
intaglio della roccia, è un dei posti più suggestivi delle Pale e
forse di tutte le Dolomiti. Alla
piccola forcella si rafforza l'impressione della bellezza selvaggia e
primitiva delle Pale di San Martino alla vista delle canne d'organo
della Cima Pradidali, incredibilmente incorniciate dai campanili della
Cima di Ball e dal Sass Maor. Dalla parte opposta si osserva un orrido
precipizio con le attrezzature della Ferrata del Porton, che portano
velocemente al rifugio Pradidali. E' una ferrata difficile, esposta, con
passaggi tecnicamente difficili,
che si svolge in un canalone angusto e tetro, la nostra proposta invece
propone un giro più lungo e panoramico. Ridiscesi alcuni metri sotto il
Passo del Porton si trova il bivio per il sentiero attrezzato Nico
Gusella. Un itinerario di media difficoltà che contorna la Cima di
Ball, consente
la salita della Cima di val di Roda e con una discesa tecnica, si
conclude nella spettacolare conca Pradidali. Il sentiero (CAI N°714)
sale
tra balze rocciose e terrazze prative, ricche di fiori, e rapidamente
raggiunge la Forcella delle Fede, caratterizzata da uno slanciato
gendarme. Bellissimo punto panoramico sul rifugio Velo e sul paese di
San Martino di Castrozza. Dalla
forcella si contorna lo spigolo sud-ovest della Cima di Ball e si
raggiunge il severo versante occidentale del monte, si
tratta di un ripido pendio di rocce e detriti sospeso e rientrante,
discretamente esposto, da affrontare con passo sicuro. Infatti dopo le
iniziali corde fisse utilizzate in discesa per superare una liscia
parete inclinata e successivamente per salire un piccolo spigolo, il
resto del percorso viene affrontato senza attrezzature
metalliche. La
traccia prosegue tagliando in diagonale tutta la parete, tra roccette e
piccole cenge, in leggera salita, senza grandi difficoltà, ma con
cautela, fino a raggiungere la Forcella Stephen 2.705 m. (Difficoltà:
EEA, durata: 1.30 h, tot: 3.00 h ).
Un mondo fantastico si apre all'improvviso: dalle profonde vallate
si levano altissimi verso il cielo campanili, pinnacoli e
guglie, uno spettacolo incredibile. La
forcella è dedicata a Leslie Stephen che nell'agosto del 1869, durante
una solitaria prima, raggiunge la cima nota fino ad allora con il nome
di Sora Ronz e ribattezzata dallo stesso primo salitore: Cima di Ball,
in onore del grande pioniere dolomitico, John Ball. Dalla forcella, sulla sinistra, si sale facilmente per tracce di
sentiero alla croce in ferro della Cima di Val di Roda 2.791 m. (salita/discesa
circa:
0.30 h). Da
qui si gode un grandioso panorama su tutte le Pale meridionali di San
Martino. Si ritorna alla forcella Stephen e, tralasciando le tracce che con
uno stretto filo di cresta rocciosa portano alla cima di Ball, si
comincia a scendere a sinistra. Dopo le iniziali facili roccette, il
sentiero Nico Gusella presenta le prime attrezzature fisse, un cavo
d'acciaio conduce sulle ripide placche del canale tra la Cima di Val di
Roda e la Cima di Ball. Qualche passaggio tecnico si supera con la forza
delle sole braccia, ma nel complesso la discesa è di media difficoltà.
Alternando articolate rocce con lisce placchette si raggiunge il fondo
detritico del canalone, con un ripido zig-zag si tagliano le ghiaie alla
base del Campanile Pradidali ed in breve si arriva al Passo di Ball
2.443 m. Sempre in discesa si attraversa un grande prato, che
velocemente porta al rifugio Pradidali 2.278 m. (Difficoltà:
EEA, Dislivello
tot. salita: 550 m./ discesa 600 m., durata:
1.45 h, tot: 5.30 h) Il
rifugio sorge su di un terrapieno, di fronte alla maestosa Cima Canali
(straordinario e suggestivo il tramonto "enrosadira"sulle sue
verticali pareti). E' stato inaugurato nel lontano1896 dalla Sezione
DOAV di Dresda, oggi è di proprietà della Sezione CAI di Treviso. Il
toponimo "pradidali" significa prati gialli. 3°
GIORNO -
Dal
rifugio Pradidali, inizia l'escursione in direzione nord,
con il sentiero (CAI N°709)
si
entra nella
Val Pradidali dal fondo pianeggiante, cosparsa di macigni. Superato il
suggestivo laghetto, la traccia inizia a salire un pendio detritico, al
centro di un fantastico anfiteatro di cime e campanili. Raggiunto un
primo bivio, si abbandona il sentiero principale per deviare a destra
sul sentiero (CAI N°711)
in
direzione del Passo delle Lede. Una traccia segnata affronta una
scarpata di rocce solide e appigliate con divertenti passaggi di I°
grado che si superano con l'aiuto di un nuovo cavo d'acciaio. Con un
susseguirsi di piccole terrazze e gradini rocciosi si perviene al Passo
delle Lede 2.695 m. Superato il panoramico valico (non per noi !!
- 15 agosto 2014, bufera di neve - ndr) inizia una lunghissima
discesa verso la Val Canali. Un ripido, ma breve canalino detritico
conduce alla sottostante conca, dove la traccia con un lungo semicerchio
a sinistra, traversa una fascia pietrosa sotto le pareti meridionali
della Cima Fradusta. Si continua la discesa sui ripidi pendii macchiati
d'erba dei Lastei di Fradusta che conducono al Bivacco Carlo Minazio 2.250
m.
(Difficoltà: EE, durata:
3.00 h ),
eretto nel 1964 dal CAI di Padova. Intorno al prefabbricato e anche
lungo la discesa, si possono osservare diversi curiosi residui di ferro,
sono purtroppo la testimonianza di una tragedia, occorsa nel 1957,
quando un aereo americano si schiantò contro i bastioni della Fradusta,
che costarono la vita a 11 aviatori statunitensi. Dal caratteristico
bivacco la discesa prosegue nell'ampio ma ripido Vallon delle Lede, tra
balze erbose, semplici roccette, mughi ed infine un bel bosco, alla fine
si
raggiunge la Val Canali. Raggiunta la strada forestale si continua sul
fondovalle fino alla località Can del Gal 1.180 m., e da questo sempre
per carrareccia alla frazione di Prati di Fosne 1.326 m.
, dove termina il mini-trek ad anello. (Difficoltà:
EE, Dislivello
tot. salita: 550 m./ discesa 1.515 m., durata
tot: 5,30-6,00 h.) OSSERVAZIONI
-
Le
ferrate del Velo e Porton sono "difficili", presentano
diversi passaggi attrezzati impegnativi ed atletici, sono esposte, ma
ottimamente attrezzate e non particolarmente lunghe. Il sentiero
attrezzato Nico Gusella viene considerato "poco
difficile",
in realtà è impegnativo, sulla parete ovest della Cima di Ball, è richiesto un passo sicuro, in quanto diversi tratti esposti, non sono
attrezzati e spesso sono ricoperti di
insidioso ghiaino. Inoltre nel canalone Stephen ci sono due/tre passaggi
attrezzati difficili su lisce pareti. L'album
fotografico del trekking è stato realizzato in
collaborazione e con il contributo dell'amico Maurizio Toscano. Vai
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Trekking
delle PALE di SAN MARTINO meridionali
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