Album
di fotografie di un trekking nel Parco naturale Puez-Odle sulle Dolomiti.
Si tratta di due gruppi di montagne dalla struttura geologica molto
diversa tra loro, presentano caratteri unici nel mondo dolomitico e sono
l'aspetto di maggior interesse del Parco. Il gruppo del Puez è un
enorme altopiano di dolomia principale stratificata dell'era
mesozoica, una vasta
superficie pianeggiante, arida, dall'aspetto "lunare", con
l'eccezione di alcune vette molto particolari, la cima del Sassongher,
il Col de Puez e il Col del a Sonè dove si possono riscontrare
(oltre che sul monte Boè) gli unici depositi del Giurassico e del
Cretacico di tutte le Dolomiti occidentali. Le Odle offrono un'altro
scenario, una catena frastagliata formata da torri, pinnacoli, guglie e
cime aguzze, create dall'erosione delle rocce di dolomia dello
Sciliar, le quali, alla sera offrono uno spettacolo indimenticabile:
il
fenomeno dell'enrosadira. Dal punto di vista alpinistico ed
escursionistico il Parco naturale Puez-Odle offre molte opportunità,
con l'organizzazione di un trekking, si possono collegare i due gruppi,
conoscere i vari versanti e salire le vette principali. L'interesse
geologico, la flora e fauna protetta e non ultimo, l'impressionante
paesaggio, sono le caratteristiche di questo eccezionale ambiente 1° GIORNO - Trasferimento in Val Gardena, dal parcheggio dell' ovovia del Col Raiser di Santa Cristina 1.500 m. inizia l'itinerario. Una larga carrareccia sale verso il versante meridionale delle Odle (CAI N°1) Si continua sotto le pareti dello Stevia e si raggiunge la baita Sangon. Si prosegue a fianco del torrente Ruf de Cisles, attraverso pendii e ripiani erbosi fino al rifugio Firenze 2.037 m. (sentiero T, dislivello: 550 m., durata: 1,30 h) (scale difficoltà).Siamo nel cuore dell'Alpe di Cisles una zona di bellissime praterie alpine, ricchissima di fiori, sopra le quali si innalzano le Odle, mentre dalla parte opposta, la vista spazia sui gruppi del Sella e del Sassolungo. In un'ambiente naturale integro, con una breve passeggiata, (CAI N°2) (durata: 0,30 h) si raggiunge il rifugio Fermeda 2.111 m. 2°
GIORNO - Dal rifugio
Fermeda si ritorna sulla carrareccia principale (CAI N°1)
e si salgono i pendii erbosi in direzione nord. Si passa vicino al lago
de Iman e nei pressi della Malga Troier, si devia a sinistra per
raggiungere la cima del Monte Seceda 2.518 m., da dove si gode uno
strepitoso panorama
(sentiero
T, dislivello salita: 400 m., durata: 1,15 h).
Con una vista a 360° gradi si ammirano i gruppi del Sella,
Sassolungo, Catinaccio, la Val di Funes dominata dalle candide vette
degli Alti Tauri 3°
GIORNO -
Dal rifugio Genova inizia la tappa più interessante ed impegnativa del
trekking. Raggiunto velocemente il Passo Poma 2.340 m. 4°
GIORNO
- Dal
rifugio Puez inizia il sentiero (CAI N°2)
che percorre il margine est
dell'altipiano della Gardeccia, un territorio arido e desolato con la
superficie modellata dai fenomeni carsici. Ben presto si raggiunge
l'orlo superiore della Vallunga, dall'alto è una vista
impressionante, si tratta infatti dell'unica valle glaciale presente
sulle Dolomiti, costituita da vertiginose pareti che cadono quasi a
picco sul fondovalle ricco di prati e boschi. L'itinerario
aggira la testa della valle e prosegue in direzione della Forcella de
Ciampei 2.366 m., snodo principale dei sentieri che attraversano gli
altipiani "lunari" di Crespeina e Gardeccia. Per raggiungere
la forcella Crespeina, si abbandona il sentiero N°2 e si sceglie di
percorrere una ripida traccia (CAI N°2A)
che tra sfasciumi e bellissimi scorci
verso la Val Badia, sale in direzione del Sas di Ciampac 2.672 m.
Raggiunta la vetta, la traccia disegna un semicerchio sul margine
meridionale dell'altipiano, si procede con prudenza sul ciglio delle pareti
che precipitano verticali sopra il paese di Colfosco. Velocemente in
discesa si raggiunge il Passo di Crespeina 2.528 m.
(sentiero T/E, dislivello salita/discesa: 300 m./200m., durata:
2,30 h) circondato da
suggestivi pinnacoli di roccia. Dal passo discesi pochi metri si
abbandona subito il sentiero n° 2 che conduce al Passo Gardena, percorso da
una colonna ininterrotta di escursionisti, e si devia a destra lungo una
traccia (CAI N°12) che
scende nella solitaria e selvaggia Val Chedul. Il sentiero corre alla
base delle slanciate pareti settentrionali dei Cir, in un'ambiente naturale
incontaminato, alterna pendii sassosi a falde erbose macchiate da mughi,
traversa giardini di rododendri e genziane prima di immettersi in un fitto
bosco che termina nella Vallunga, nei pressi della cappella di San Silvester
1.606 m. (sentiero T, dislivello
discesa: 900 m., durata: 2,00 h).
Si continua in discesa su strada e si raggiunge il centro del paese di
Selva in Val Gardena. Con
i mezzi pubblici si ritorna a Santa Cristina, dove termina il trekking.
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