Trekking nel Gruppo del MONTE ROSA- itinerario ad anello tra Italia e Svizzera  Monte Rosa, salita alla Punta Gnifetti

  Album di fotografie di un trekking nel massiccio del Monte Rosa. E’ sicuramente il circuito in quota più bello delle Alpi, con dei paesaggi unici e con una varietà di panorami straordinari. Il massiccio centrale del Monte Rosa è composto da dieci montagne con un'altezza superiore ai "4.000" metri. La nostra nuova proposta (dopo il primo trekking Monte Rosa 1998 sul versante sud italiano) presenta un itinerario ad anello, tra l’Italia e la Svizzera, per ammirare le vette del massiccio sia dal versante meridionale che da quello settentrionale. Durante il tour vengono salite le cime: Punta Gnifetti (con la Capanna Margherita) ed il monte Castore. - Breve descrizione del Trekking:

  1° Giorno - Trasferimento in Val d' Aosta, proseguimento lungo la Valle del Lys (chiamata anche Valle di Gressoney), fino alla frazione di Staffal 1.825 m. dove si trova un ampio parcheggio. Il sentiero (7A) poco percorso, (ormai  quasi tutti utilizzano la veloce ovovia) Il rifugio Gnifetti sale lungo un falsopiano, fino ad una rampa, discretamente faticosa, che consente di superare un gradino roccioso. Raggiunti i dolci prati dell’Alpe di Gabiet, velocemente si raggiunge il rifugio Gabiet 2.275 m. ( Difficoltà: T, Dislivello: 450 m., durata: 1,30 ore). Da qui in pochi minuti possiamo raggiungere il bel lago artificiale. Cena e pernottamento.  

  2° Giorno - Dal rifugio Gabiet si traversa in direzione ovest, verso il rifugio del Lys da dove si segue il sentiero n°6A. Entrati nel Vallone di Mos, il sentiero supera alcune balze rocciose e grandi distese prative impreziosite da piccoli laghetti. Si raggiunge un ampio fondovalle, con una diga artificiale, dove la vista si apre sempre di più sui ghiacciai della Piramide Vincent, mentre defilato sulla destra si osserva il nuovo rifugio Oreste aperto nel 2011. Il sentiero aumenta la pendenza mentre ci si avvicina allo sperone di roccia del monte Alta Luce. Lentamente ci si avvicina alla zona della morena, formata da distese di detriti e grossi massi. Infine con una breve rampa su roccette si raggiunge il rifugio Città di Mantova 3.470 m. Si calzano i ramponi per procedere verso l'ultimo tratto della salita, un lungo semicerchio su nevaio conduce verso sinistra ad una articolata paretina rocciosa, che viene superata con alcuni pioli e l'aiuto di una corda di canapa. Alla fine della paretina si alza maestoso il rifugio Gnifetti 3.647 m. in posizione incredibile, sopra una cresta rocciosa, circondato dai ghiacciai e seracchi dei ghiacciai del Lys e del Garstelet. Attigua alla Capanna Gnifetti, si trova la Cappella dedicata alla Madonna dei Ghiacci, e' la più alta Cappella d'Europa, a quota 3.647 metri. Cena e pernotto. (Difficoltà: EE, Dislivello: 1.400 m., durata: 4,30 ore). Cena e pernottamento.  

  3° Giorno - Salita alla Capanna Margherita Dalle terrazze del rifugio Gnifetti si salgono le roccette verso la chiesetta, per scendere dalla parte opposta un ripido pendio che porta sul ghiacciaio. Bisogna subito fare attenzione perché la zona iniziale è discretamente crepacciata. La lunga risalita del ghiacciaio del Lys continua con un ripido pendio, è questa la zona più delicata, per la presenza di insidiosi crepacci, in seguito la traccia prosegue su pendenze più moderate, ai piedi della spettacolare seraccata della Piramide Vincent. Raggiunta un'ampia conca si prosegue a sinistra sulla  traccia principale, (mentre a destra una traccia sale verso un avvallamento tra la Piramide Vincent 4.215 m. e le rocce della Cima di Balmenhorn 4.167 m.) Capanna MargheritaCon passo costante ed una pendenza regolare si raggiunge il Colle del Lys 4.248 m. Sosta obbligatoria per "tirare il fiato" ed ammirare uno straordinario scenario di candide distese di ghiaccio, da dove emergono le vette più alte del Gruppo Monte Rosa: le cime Dufour, Zumstein, Gnifetti, Parrot e Lyskamm.  Dal colle si prosegue, con un percorso a semicerchio, sotto gli enormi seracchi della Punta Parrot, fino al colle Gnifetti. La meta sempre in vista, ora è proprio davanti a noi, l'ultima rampa, l'ultimo sforzo, e dopo, soltanto ……la grande gioia. Un'emozione indimenticabile raggiungere la Punta Gnifetti ed il rifugio Capanna Regina Margherita a quota 4.556 m. Il nome tedesco della montagna, "Signalkuppe", ricorda un evidente gendarme (Signal) sulla cresta est, mentre quello italiano è da ricondurre al suo primo salitore, il sacerdote Giovanni Gnifetti di Alagna. (via normale: F, dislivello salita: 900 m., durata: 4,00-4,30 ore). Panorama ovviamente straordinario, dalla terrazza più alta d'Europa e delle Alpi, il colpo d'occhio a 360° gradi abbraccia quasi tutti i Quattromila alpini. Ma è soprattutto verso oriente che si rimane senza parole, mentre lo sguardo si perde verso il basso, lungo i 2.600 metri di dislivello della parete est del Monte Rosa.

Dalla CapannaI ghiacciai del Monte Rosa inizia la lunga discesa verso la Svizzera, lungo il ghiacciaio Grenzgletscher. Raggiunto nuovamente il Colle Gnifetti, si prende una nuova traccia, verso destra, che scende velocemente ai piedi della Cima Zumstein, fino a raggiungere il centro del ghiacciaio. Ci si ritrova proiettati in un mondo magico, fiabesco, dove tutto brilla, tutto luccica, dai grandiosi seracchi, ai pendii di neve, alle rocce bagnate, è un trionfo di luce e riflessi. Si scende verso Zermatt in uno degli scenari più belli delle Alpi, a sinistra la maestosa parete nord del Lyskamm, a destra le piramidi di ghiaccio della Punta Dufour, al centro davanti a noi, tutte le montagne del Vallese svizzero e soprattutto il Cervino-Matterhorn. Dal punto di vista tecnico il Grenzgletscher non è una passeggiata, a lunghi tratti quasi orizzontali alterna, in corrispondenza dei cambi di pendenza, tratti particolarmente insidiosi, ricchi di ampi e profondi crepacci. Alla fine si raggiunge lo sperone di roccia che sovrasta il punto dove il Grenzgletscher si congiunge con il Gornergletscher, e dove si pone il rifugio Monte Rosa 2.795 m. (via normale: F+, dislivello discesa: 1.673 m., durata: 4,00-4,30 ore). Fantastico balcone panoramico sui ghiacciai settentrionali del Gruppo Monte Rosa, indimenticabile lo spettacolo del tramonto e dell'alba successiva. Cena e pernottamento. 

  Monte Rosa Hütte4° Giorno -  Dal pulpito roccioso dove è sito il Monte Rosa Hütte, bisogna ritornare sul ghiacciaio di Grenz. Causa il ritiro inesorabile dei ghiacciai, questi tratti di morena diventano ogni anno sempre più alti, e sempre più complicati da percorrere. La discesa sull'accumulo disordinato di sedimenti e detriti viene facilitato grazie ad una serie di gradini metallici, pioli, staffe e di spezzoni di cavo. Raggiunto il ghiacciaio, grossi pali di legno colorati indicano la direzione da seguire, evitando di perdersi in questo labirinto infinito di creste di ghiaccio e rocce. L'itinerario devia verso destra, fino ad incontrare l'altro grande ghiacciaio che scende dal Monte rosa, il Gornergletscher . Nel punto d'incontro delle due maestose lingue di ghiaccio si trova un enorme accumulo di sedimenti, talmente alto che al suo interno, l'acqua di fusione ha scavato una galleria gigantesca. Si continua in salita verso la dorsale rocciosa del Gornergrat, anche la risalita di questa morena presenta un itinerario articolato, una cengia obliqua sulla ripida parete, viene percorsa grazie ad un passamano di canapa, due ponti aiutano a superare i successivi impetuosi torrenti ed infine un'altra verticale parete, caratterizzata da stupende striature colorate nella roccia, viene superata con una lunga scala metallica praticamente verticale. Alla fine ci si ritrova in uno dei più bei posti visitati durante il trekking, 150° anniversario prima salita Cervino un altissimo balcone panoramico sopra il ghiacciaio, che permette d'ammirare tutta la catena del Monte Rosa, dalle estreme Punte Norden e Dufour, al Lyskamm, dal Castore al Polluce, dalla cresta dei Breithorn al Piccolo Cervino.  L'itinerario prosegue lungo un facile sentiero che taglia in diagonale i pendii prativi alla base della catena di Gornergrat. Alla Forcella Rotenboden 2.775 m. termina il sentiero. Questo ampio valico, mette in comunicazione due ambienti completamenti diversi, a sinistra i candidi ghiacciai e le ardite creste del Gruppo Monte Rosa, a destra i dolci prati e le terrazze erbose che scendono dolcemente verso la vallata di Zermatt. (via normale: EEA , F-, dislivello discesa/salita: 350/300 m., durata: 4,00) Itinerario da non sottovalutare, discretamente lungo e faticoso, i vari ambienti che si attraversano, obbligano ad avere nello zaino tutta l'attrezzatura tecnica, imbrago, casco, cordino, moschettoni, ramponi e piccozza. Discesa a Zermatt e nel pomeriggio visita di questo bel paesino walser nelle Alpi. Fu grazie alla conquista del Cervino-Matterhorn il 14 luglio 1865 ad opera di Edward Whymper con tre connazionali e tre guide, che Zermatt fu conosciuta in tutto il mondo. (proprio nel 2015 al nostro passaggio, c'erano le celebrazioni del 150° anniversario della prima salita lungo la cresta Hörnli). Cena e pernottamento. 

  Salita al monte Castore5° Giorno - Alle prime luci dell'aurora, si parte da Zermatt, mentre il Cervino lentamente si tinge di rosa. Con tre veloci impianti si raggiunge il Klein Matterhorn, da dove iniziano le piste da sci che scendono verso il Plateau Rosà e diversi itinerari verso i "4.000" del Gruppo Monte Rosa. La nostra giornata alpinistica ha come meta la traversata ovest-est del monte Castore. Una traccia in leggerissima discesa punta in direzione est, verso l'immensa distesa candida ed immacolata del ghiacciaio di Verra. Si cammina alla base del monte Breithorn e si raggiunge il Passo omonimo da dove si ammirano le cupole ghiacciate del Polluce e del Castore, - i Dioscuri figli di Zeus e della dea Leda, secondo la mitologia greca -. Dopo una serie di facili dossi e avvallamenti e due ore abbondanti dalla partenza, la traccia raggiunge la base del Colle di Verra, da dove si osserva una "montagna" di ghiaccio e neve, talmente alta da riempire tutto il panorama: la parete nord-ovest del Castore. La traccia inizia a salire con larghe serpentine, si traversano piccoli crepacci, e alcuni tratti ghiacciati. La cresta finale del Castore Man mano che si sale , la parete diventa sempre più ripida (30° gradi) e la traccia quasi verticale. L'ultimo tratto dell'ascesa comporta le maggiori difficoltà tecniche, prima si supera il profondo crepaccio terminale e successivamente il ripido pendio finale ghiacciato (40° gradi), che porta all'anticima rocciosa.  Da qui ha inizio la spettacolare cresta sommitale, una lama di neve espostissima che consente di raggiungere la vicina vetta del Castore 4.226 m. Panorama superbo, verso nord il Cervino ed il Lyskamm, verso sud le vallate d'Ayas e Gressoney. Dalla cima inizia la lunga traversata verso oriente, la stretta traccia segue il filo della cresta sud-est, particolarmente affilata e con qualche cornice, dopo circa 30 minuti di sali-scendi si raggiunge il Colle di Felix 4.061 m. Dall'ampia distesa innevata del colle si continua la discesa, sempre su pendii molto ripidi, si supera un altro crepaccio terminale, poi il ghiacciaio lentamente attenua la pendenza e la traccia con alcune lunghe serpentine ed alcuni passaggi obbligati, per evitare alcuni crepacci, conduce al rifugio Quintino Sella 3.585 m. (via normale: PD, durata: 6.30) Il rifugio si trova al limite di una grande terrazza rocciosa, sul bordo inferiore del ghiacciaio del Felik, in posizione molto panoramica, contornata dall'anfiteatro delle cime del Monte Rosa, mentre sul davanti la vista spazia su un'infinità di valli, dalle quali emergono inconfondibili le cime del Gran Paradiso, del Monte Bianco e del Grand Combin. Cena e pernottamento. 

  6° Giorno - Dal rifugio Quintino Sella inizia la discesa a valle, verso il paese di Staffal, il percorso nella prima parte si svolge su una cresta rocciosa abbastanza esposta. La progressione è però facilitata da tratti attrezzati con catene e con un ponticello in legno. Inoltre lungo tutta la cresta è presente una grossa corda fissa. Superati alcuni nevai, con attenzione, si raggiungere una zona detritica, dove il sentiero (9) conduce attraverso canalini ghiaiosi, lastre rocciose e un labirinto di grossi massi. Lentamente si scendono grandi terrazze e gradini rocciosi, punteggiati da bellissimi laghetti, fino a raggiungere una strada sterrata che conduce al Colle della Bettaforca 2.672 m. (via normale: EE, dislivello discesa: 910 m., durata: 2,45) Discesa a Staffal con gli impianti. 

Durante il tour alpinistico sono state realizzate molte fotografie, che sono state riunite nell'album fotografico: "Trekking del Monte Rosa". Un diario d'immagini di una grande esperienza d'alpinismo in alta montagna, in un ambiente suggestivo ed inimitabile. L'album fotografico è stato realizzato in collaborazione e con il contributo degli amici Cristiano Rizzo e Maurizio Toscano.

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