DOLOMITI - Salita al monte POPERA 3.046 m. Trekking nelle Dolomiti di Sesto Dal Popera verso Cima Undici e Croda Rossa di Sesto

    Album di fotografie e descrizione della salita al monte Popera 3.046 m. E’ l’unica vetta, del  vasto Gruppo delle Dolomiti di Sesto al di sopra dei 3.000 metri, accessibile dal punto di vista escursionistico. L’ascesa è stata realizzata all’interno di un mini-trekking lungo il classico itinerario ad anello Val Fiscalina- Rifugio Zsigmondy/Comici - Rifugio Locatelli, con una piccola variante più impegnativa, che comprende un tratto della famosa “Strada degli Alpini”. Durante tutto il mini-tour, compresa la piccola deviazione sulle Crode Fiscaline e la ferrata alla Torre Toblin, sono state osservate le testimonianze della Prima Guerra Mondiale 1915-18.

  1° GIORNO -  Sesto (Campo Fiscalino) - Forcella Undici - “Strada degli Alpini”- Rifugio Zsigmondy-Comici . Raggiunto il paese di Moso/Sesto in Val Pusteria, si prosegue con l’auto fino al parcheggio di Campo Fiscalino 1.454 m. Attraversata la strada asfaltata l’escursione inizia con il sentiero CAI 124. La traccia si sviluppa all’interno di un fitto bosco, con pendenza moderata, fino a raggiungere un vasto catino ghiaioso, ricco di cascate e ruscelli. Una serie di lunghe e faticose serpentine consente di prender quota sulle ghiaie del Vallon della Sentinella, alla quota di circa 2.200 metri si abbandona la traccia principale che conduce al Passo Sentinella, per deviare a desta, dove una serie di ripidi zig-zag conducono all’interno di un canalino roccioso. Dopo aver risalito la prima parte, si evita il tratto successivo particolarmente franoso ed instabile, risalendo le roccette a destra (seguire i bollini rossi !) dove una serie di cavi metallici portano all’altissima Forcella Undici 2.600 m. Bellissimo panorama e possibilità d’osservare diversi manufatti bellici della Grande Guerra, rovine di baracche abbarbicate su strette forcelle e gallerie che attraversano le aguzze vette (la Forcella rimase durante il conflitto sempre in mano agli austro-ungarici). Si prosegue ancora in salita, con un facile tratto attrezzato, fino ad una panoramica terrazza che guarda la Val Fiscalina. 

Questo balcone roccioso si trova proprio a metà del percorso della “Strada degli Alpini”. A sinistra prosegue con il tratto più impegnativo, verso il Passo della Sentinella, mentre verso destra continua l’itinerario proposto in direzione del rifugio Zsigmondy-Comici. Strada degli Alpini Si prosegue in leggera discesa su facili ghiaie, (attenzione però all’esposizione) fino a raggiungere il fondo della Busa di Fuori, e attraversato un caratteristico pendio ghiacciato, (negli ultimi anni si è formata una stupenda grotta di ghiaccio) si continua lungo una cengia orizzontale chiamata anche "Cengia della Salvezza", dove si sviluppa la famosa "Strada degli Alpini", uno dei più noti sentieri attrezzati delle Dolomiti. La cengia si presenta discretamente esposta, ma larga e facile, e taglia il versante occidentale della Cima Undici; supera canali e spigoli tra scure pareti di roccia e termina sulle ghiaie dell'ampia Busa di Dentro. Si continua fino alla conca del Lago Ghiacciato, dove il sentiero CAI 103, con un’ultima breve salita conduce al rifugio Zsigmondy-Comici 2.224 m. Cena e pernotto. (Difficoltà: EEA, Dislivello tot. salita: 1.180 m./ discesa 400 m.,- tempo di percorrenza: 5 ore) (scale difficoltà)

    2° GIORNO - Rifugio Zsigmondy-Comici - Monte POPERA 3.046 m. - Rifugio Pian di Cengia - Crode Fiscaline - Rifugio Locatelli  Dal Rifugio Zsigmondy-Comici si ritorna in prossimità della conca del Lago Ghiacciato, dopo la deviazione a sinistra (CAI N°101-103), attraverso alcuni ghiaioni, si raggiunge il bivio per la “Strada degli Alpini” (percorsa il giorno precedente). Si devia  verso destra, (tabella per Cima Popera) all’interno della Busa di Dentro. La traccia (non segnata - rari bollini rossi ed ometti) risale le lunghe  colate detritiche racchiuse tra il monte Giralba e La Mitria, fino a pervenire ad un nevaio perenne. Cima Undici Generalmente lo si attraversa senza l’utilizzo dei ramponi, per una buona pista tracciata. Raggiunta la testa della Busa, si imbocca verso sinistra un canalone che conduce alla Forcella alta di Popera. Risalito il friabilissimo e faticoso canalone, la traccia raggiunge una terrazza rocciosa, dove si affronta il tratto più impegnativo, con brevi passaggi di I° grado (seguire i rari segni rossi ed ometti). Superate una serie di gradini e paretine rocciose, si raggiunge la cresta della montagna, costituita da un lungo piano inclinato che termina con l’ampia terrazza della vetta del monte Popera 3.046 m. (difficoltà: EE - passaggi I° - tempo di percorrenza : 3,00 ore) Straordinario panorama a 360° sulle Dolomiti di Sesto. Dopo il rientro con lo stesso itinerario al rifugio Zsigmondy-Comici  si contina in leggera salita verso il Passo Fiscalino, 2.519 m. 

Raggiunto il rifugio Pian di Cengia 2.522 m., Rifugio Pian di Cengia si effettuare una breve digressione, per raggiungere le Crode Fiscaline, con una facile traccia lungo le postazioni di cresta italiane della Grande Guerra. Raggiunte le vette delle cime di Mezzo ed Est 2.677 m. si osserva dall’alto l’impressionante baratro sulla sottostante Val Sassovecchio e di fronte,  la slanciata Cima Una. Si rientra per lo stesso sentierino al rifugio Pian di Cengia (Dislivello +/- 150 m., tempo di percorrenza: a/r  1,45 ore) e si prosegue con il sentiero CAI 101, che permette, in un’altra oretta, di concludere la giornata al rifugio Locatelli 2.405 m. (Difficoltà: EE, Dislivello tot. salita: 1.100 m./ discesa 1.000 m.,- tempo di percorrenza: 9 ore) Spettacolare il tramonto (enrosadira) sul simbolo delle Dolomiti: le Tre Cime di Lavaredo.

    3° GIORNO - Rifugio Locatelli - Torre di Toblin - Sesto (Campo Fiscalino).  Tutta la zona della Forcella Toblin (rifugio Locatelli) e della Forcella di San Candido, furono coinvolte dalla Grande Guerra. Seguendo le vecchie tracce militari ed i sentieri segnati,  si possono osservare diversi manufatti bellici, inoltre si possono salire il Sasso di Sesto Tre Cime di Lavaredo dal Sasso di Sesto e la Torre di Toblin. Quest’ultima rappresentò il baluardo invincibile della prima linea austro-ungarica. Lungo le sue verticali pareti sale l’impegnativa ferrata che consente di raggiungere la cima. L’ascesa inizia alla base del versante nord, la via attrezzata si presenta subito impegnativa, con un cavo verticale che passa accanto ai resti della vertiginosa scala in legno dei Standschützen e continua all’interno di camini alternati a piccole cenge, con una serie di aeree e faticose scale metalliche, sempre espostissime. L’ultimo camino conduce alla croce di vetta della Torre di Toblin 2.617 m. (Difficoltà: EEA, Dislivello: +/- 210 m.,- tempo: a/r 2,30 ore - dal rifugio Locatelli). La ferrata è considerata molto difficile, seppur breve, molto esposta e faticosa, indicata solo per escursionisti esperti. La discesa si effettua lungo la via comune, sul versante sud-est, con il “sentiero attrezzato Hosp”, più facile. Si ritorna verso gli splendidi laghi Piani e si termina il breve trekking, in discesa,  lungo la Val Sassovecchio, sentiero CAI 102, fino al campo Fiscalino. (Difficoltà discesa: F, Dislivello tot. salita: 210 m./ discesa 1.160 m.,- tempo di percorrenza: 5 ore)

  DIFFICOLTA' - La "Strada degli Alpini" è poco difficile. La salita al monte Popera è di media difficoltà, l'unico tratto impegnativo si trova a circa metà ascesa, dove ci sono circa 50 metri di roccette di I° grado, ripide ma ben articolate. Infine la ferrata sulla Torre di Toblin è breve ma difficile, molto esposta e faticosa, solo per escursionisti esperti.  

Vai alla galleria fotografica:  

Salita al monte POPERA, Crode Fiscaline e Torre Toblin 

Rudere baracca sospesaRuderi di baracca a Forcella Undici

Cartografia

Ed. Tabacco 1:25.000    Foglio 10 Dolomiti di Sesto 

DATA escursioni:

31 luglio / 1-2 agosto 2015 

BREVI NOTE STORICHE 

Durante la Grande Guerra sul monte Popera era piazzato un cannone da 65 mm, passato alla storia col nome di “cannone che sparava dalle stelle”. Ma l’importanza di questa montagna è dovuta al fatto di essere stata la base per la preparazione all’attacco al Passo Sentinella. Sotto il comando del capitano Giovanni Sala e dell’aspirante Italo Lunelli gli alpini collegarono tutte le forcelle e le aguzze vette di Cima Undici, con corde e scale, vennero costruiti bivacchi e depositi di armi e viveri. L’operazione venne predisposta in pieno inverno, da gennaio a marzo 1916, con temperature che scendevano a 30° gradi sottozero e soprattutto in gran segreto. Per questa impresa furono scelti gli alpini più tenaci, rudi, "brontoloni" ma anche i più generosi, che vennero chiamati nel gergo militare i "Mascabroni". Il 16 aprile 1916 si gettarono dalla cima della parete nord di Cima Undici, lungo l'impressionante scivolo frammisto di ghiaccio e roccia, ed assieme all'azione congiunta dal Pianoro del Dito, occuparono il Passo della Sentinella. Un'impresa militare ed alpinistica incredibile. Scrisse in seguito l'osservatore austriaco di Croda Rossa: "Quale soldato mi fu doloroso assistere a tale catastrofe, quale alpinista ho goduto lo spettacolo di quegli uomini, vestiti di bianco, che si precipitarono lungo il ripido canalone per corde, formando in poco tempo, una catena vivente”  

Nella zona delle Tre Cime di Lavaredo, dopo la conquista italiana di Forcella Toblin e del Sasso di Sesto, la linea difensiva austro-ungarica fu predisposta tra la Forcella di San Candido e la Torre di Toblin, che divennero per tutta la durata del conflitto un baluardo invincibile. Moltissime sono ancor oggi le testimonianze, gallerie, caverne e trincee, che i difensori del battaglione Standschützen Innsbruck I e del battaglione del Landsturm Innsbruck II costruirono per fronteggiare gli alpini. Fu il Sasso di Sesto, chiamato prima della guerra “Colle dell’ Aurora”, il punto più conteso dell’intera zona Tre Cime. Conquistato dagli italiani il 17 agosto 1915, per la sua posizione proprio davanti alla Torre di Toblin, dava molto fastidio agli imperiali, che provarono in tutti i modi di riconquistarlo, compreso un tentativo eseguito l’11 aprile 1917 attraverso una galleria sotto la neve. All’iniziale successo iniziale, gli italiani, nascosti nelle viscere della montagna, reagirono con furore e rioccuparono l’importante caposaldo.

Ferrata Torre di Toblin  

Ferrata Torre di Toblin

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