Galleria di fotografie e
descrizione di un trekking nelle
Dolomiti friulane. Nelle Prealpi Carniche, tra il Cadore e la Carnia,
si trova un piccolo scrigno, che contiene un grande tesoro formato
da alcune montagne: il Pramaggiore, i Monfalconi, gli Spalti di Toro e
la Cridola. Grazie alla particolare natura della roccia che le
compongono, la dolomia, dal 2009 sono state inserite nella lista del
Patrimonio mondiale naturale dell'UNESCO con il nome di Dolomiti Friulane
e d'Oltre Piave. Di tutto il fantastico panorama dolomitico, è
sicuramente uno dei sistemi più selvaggi e impervi, inserito in un ambiente
ancora integro e solitario, un labirinto di guglie, torre e campanili di
insuperabile bellezza, un paradiso per alpinisti ed escursionisti. Breve descrizione dell'itinerario con partenza/rientro dal paese di
Forni di Sopra:
1° Giorno
- Trasferimento a
Forni di Sopra 880 m. (UD).
Dalla piccola
frazione di Cella attraversato il ponte sul fiume Tagliamento, si
segue una stradina
(CAI 362)
che è parte dell’Anello di Forni, fino alla località Palas. Da questo punto
inizia la bella mulattiera che risale la Val di Suola fino a
raggiungere il rifugio Flaiban-Pacherini 1.587 m. (sentiero E, durata:
2,00 h - Dislivello: +705 m. - lunghezza: 6 km). Poiché
l'itinerario di avvicinamento al rifugio è relativamente breve, si consiglia
dopo una sosta tecnica, di continuare fino al Passo di Suola
(CAI 363), lungo un bel
sentiero su praterie aperte e solari,
sovrastato dal Torrione
Comici, sulle cui pareti verticali si sviluppa la breve ma intensa Ferrata Cassiopea.
Raggiunto il passo si prosegue per traccia, in direzione della
cima Rue di Sopra 2.100m. punto più elevato della lunga cresta di Cima
Suola. Istruttivo panorama sulle vette dolomitiche che coronano la valle
omonima: in particolare sul Ciastiel e sul monte Pramaggiorei. (sentiero E, durata
and/rit: 2,45 h - Dislivello: +/- 630 m. - lunghezza a/r: 5,5 km).
Ritorno e cena-pernottamento al Rifugio Flaiban-Pacherini.
2° Giorno -
Dal rifugio Flaiban-Pacherini si sale con un bel sentiero
(CAI N° 369a),
discretamente ripido, fino alla forcella Fantulina alta 2.107 m.
Bel colpo d'occhio sul Passo del Mus, il monte Pramaggiore e la sottostante
Val di Guerra.
Sull'ampia forcella si ammira la famosa genzianella "sclops", Gentiana
Froelichii (Genziana Cerulea)
il bellissimo fiore endemico di questa zona,
che dà il nome a questo tratto del sentiero: Truoi dai Sclops che in
friulano significa appunto "sentiero delle Genzianelle". Questo
spettacolare itinerario consente di vedere molte delle caratteristiche più
interessanti delle Dolomiti friulane: dalle pareti verticali di calcaree
rosa delle cime più alte, alle solari praterie alpine, dai fitti boschi ai
preziosi fiori dell'alta montagna, e infine la possibilità d'incontrare
camosci e stambecchi.
Si prosegue con un breve tratto su pendio detritico e si raggiunge la
Forcella dell'Inferno 2.175 m. Dalla forcella si apre un panorama
straordinario sulle grandiose barriere coralline ricche di guglie e torri
degli Spalti di Toro, dei Monfalconi e dalla Cridola. Dalla forcella si
scende velocemente e senza difficoltà nella Val di Brica
(CAI N° 369)
fino ad un singolare ed isolato pinnacolo chiamato "Mus di Brica". Si
prosegue con una traversata sotto le pareti occidentali delle Cime Fantulina,
e con una breve salita si raggiunge la forcella Val di Brica 2.088 m.
dominato da una bella guglia rocciosa. Dal piccolo passo si scende nel
suggestivo altipiano chiamato "Campuròs", ricco di prati fioriti e piccoli
rivi. La discesa prosegue in una fitta mughetta e conduce ad una grande
prateria alpina dove si trova la Casera Valbinon 1.778 m. Dall'accogliente
malga, abbandonato il
sentiero Truoi dai Sclops
che prosegue verso la Forcella Urtisièl, si prosegue in discesa
(CAI N° 361) in
direzione della "Caseruta dei Pecoli".
L'itinerario continua in discesa fino a raggiungere il gretto
della Val Meluzzo. Si prosegue sulle bianche ghiaie che solcano la grande
vallata e, superato il bivio dove confluisce la Val Postegae, il percorso
continua quasi pianeggiante (ai piedi delle fantastiche pareti che
scendono dalla Val Monfalcon di Cimoliana), fino ai prati della casera Meluzzo
1.169 m.. Ancora una piccola salita e
si raggiunge il Rifugio Pordenone 1.249 m.
(sentiero EE, durata: 6,30 ore (effettive) -
Tot. Dislivello:
+830 m.-1135 m., lunghezza: 12,5 km).
Cena e pernottamento.
3° Giorno - Dal Rifugio Pordenone si risale
inizialmente un ripido bosco di faggio per poi proseguire lungo il ghiaioso Vallone di Montanaia
(CAI N° 353)
. La salita lungo il ripido canalone detritico è piuttosto faticosa a causa
della presenza di ghiaie, massi e roccette, ma non presenta difficoltà
tecniche. Allo sbocco della valle, si giunge dapprima ai piedi del celebre
Campanile di Val Montanaia, denominato con slancio poetico ma
forse troppo aulico, “l’Urlo pietrificato” e
di seguito ad una terrazza
erbosa al centro della quale si pone il Bivacco Perugini 2.060 m.
Sosta obbligatoria per celebrare una delle immagini più conosciute delle
Dolomiti friulane e forse di tutte le Alpi. La guglia più bella e famosa dei
Monfalconi, alta 300 metri, venne conquistata nel 1902 da Wolf von Glanvell e Karl von Saar
riprendendo il tentativo interrotto dai triestini Napoleone Cozzi e Alberto Zanutti.
Proseguendo la salita verso la
forcella omonima, l'ambiente diventa sempre più grandioso, le pareti che
circondano
il catino erboso sempre più alte, mentre paradossalmente il
famoso campanile diventa sempre più piccolo. Raggiunta la stretta Forcella Montanaia
2.334 m. (che costituisce la “cima Coppi” dell’intero
trekking), inizia la discesa dal versante nord, verso la val d'Arade.
Si tratta di un ghiaione molto impegnativo, un canalone infinito e
ripidissimo, circondato da impressionanti pareti, con uno strato di ghiaino
che solo a guardarlo inizia a scendere da solo. Non ci sono attrezzature
metalliche che facilitano la discesa, sono necessari piede fermissimo,
equilibrio ed esperienza. Dopo il primo tratto, dove qualche scarica
di adrenalina è assicurata, la discesa si fa più divertente.
Mantenendosi al centro della colata detritica, si scende sul terreno
sdrucciolevole,
con tanti salti e alcune lunghe scivolate controllate fino alla
sottostante Val d’Arade, immettendosi alla quota di circa 1800 metri nel
sentiero
CAI N° 342. Quest’ultimo, sempre abbassandosi di quota,
confluisce a
sua volta nel sentiero
CAI N° 346
che in breve raggiunge il rifugio Padova 1.287 m. Il rifugio si trova
in un ambiente, tra i più belli delle Dolomiti, al centro di curatissimi
prati verdi, circondato da un anfiteatro maestoso di slanciate guglie, torri
e campanili che formano l'ineguagliabile cresta degli Spalti di Toro e dei
Monfalconi.
(sentiero EE, durata: 5,30 ore (effettive) -
Tot. Dislivello:
+1.100 m.-1.080 m., lunghezza: 10,5 km)
Cena e
pernottamento.
4° Giorno -
Dal
rifugio Padova si sale con il sentiero
CAI N° 346
in direzione della forcella Scodovacca. Il primo tratto nel bosco ripercorre
l'itinerario del giorno precedente fino al primo bivio, dove si devia a
sinistra, per risalire la Val Pra de Toro. Si sale lentamente di quota con
bei scorci sul Pelmo e l'Antelao, poi quando si esce definitivamente dal
bosco, si cammina, prima sotto l’Ago, e poi sotto la Tacca del Cridola,
infine dopo un lungo tratto quasi pianeggiante si raggiunge la forcella
Scodovacca 2.043 m. L'ampio passo è inserito in un grandioso ambiente
dolomitico, verso nord le torri e le guglie della Cridola, verso sud i
pinnacoli e i campanili dei Monfalconi. La presenza di alcuni camosci, di
vedetta sulle creste più alte, rende ancora più affascinante il rientro dal
Cadore al Friuli. Si supera la forcella e si scende il grande vallone
ghiaioso del Coston di Giaf, dominato dalle superbe Torre Berti e Torre
Spinotti, infine, attraversato un lariceto d'alta quota si raggiunge il
rifugio Giaf 1.400 m. Per il ritorno in valle si preferisce percorrere
il sentiero chiamato Truoi dal Von. Dal rifugio si scende un tratto della
strada carrareccia, fino ad incontrare una deviazione sulle destra per il
sentiero
CAI N° 371.
Si prosegue fino a raggiungere l'ampio greto del rio Lavinal, dove un
tabellone indica l'inizio del sentiero Truoi dal Von, che prende il
nome da un caratteristico masso eratico, chiamato appunto "clap dal Von"
(dal
friulano sasso del Von). Il percorso è articolato e con una serie di
saliscendi sulla Costa di Cimacuta, raggiunge alcuni belvedere. Infine seguendo l’Anello di fondovalle,
si rientra a Forni
di Sopra 880 m. a conclusione del trekking
(sentiero EE, durata: 5,30 ore - Tot. Dislivello:
+900 m.-1.350 m., lunghezza:14,5 km).
DIFFICOLTA'
- Il trekking non presenta grandi difficoltà
tecniche,
però l'asprezza e la severità dell'ambiente lo rendono discretamente
impegnativo,
richiede un'ottima
preparazione fisica, riservato a persone dal passo sicuro e con esperienza su terreni ripidi e sdrucciolevoli.
Alcune immagini della
galleria fotografica sono
dell'amica Rosy
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Trekking nel gruppo delle
Dolomiti Friulane