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e descrizione di un mini trekking sulle Alpi Breonie Occidentali.
(Alpi Retiche Orientali,
criterio SOIUSA) Questa piccola parte dell'arco alpino è formata da una spettacolare catena di montagne e ghiacciai, che si estende sulla cresta
di confine italo-austriaca, nel settore che và dal Passo del Rombo
(Timmels Joch) al Passo del Brennero (Brenner Pass). Il nome deriva da
un'antica tribù celtica alpina: Breuni o Breones, che abitava ai tempi
di Roma sui due versanti del Brennero. In Austria queste stesse montagne
fanno parte delle Alpi dello Stubai. La nostra proposta consente, con un
itinerario ad anello di scoprire questa zona alpina ancora integra e poco
frequentata, e di visitare i rifugi più elevati dell'Alto Adige: il
rifugio Gino Biasi al Bicchiere (Becherhaus) 3.195 m. e il rifugio
Cima Libera (Müllerhütte) 3.145 m. costruiti in posizione dominante sopra la
Vedretta di Malavalle (Übeltalferner).
Breve descrizione dell'itinerario ad anello per conoscere il paesaggio
alpino tra la Val Ridanna e la Val Passiria con partenza/rientro da
Masseria:
1° Giorno -
Trasferimento a Vipiteno (BZ), via Autobrennero A22. Dal caratteristico borgo
alpino si sale tutta la Val Ridanna fino al paese di Masseria (Maiern).
Raggiunta la testa della valle si parcheggia nei vasti spazi del
complesso estrattivo di Ridnaun, chiamato il "Mondo delle Miniere".
Dal parcheggio del
"Mondo delle Miniere"
1.426 m. si sale velocemente con il sentiero
CAI N°8/A
fino ad incontrare una larga carrareccia
(CAI N°8)
che inizia a salire la valle del rio Ferner. Presso un ponte si devia sulla
destra per proseguire lungo un tratto caratteristico: la gola
Burkhardklamm, dove tra cascate e ponticelli si supera un primo
salto della vallata e si raggiunge una conca protetta "il monumento
naturale" di Aglsboden e l'omonima malga. Da questa larga terrazza erbosa si
prosegue la salita sul sentiero
CAI N°9, discretamente
ripido ed in brevi tratti attrezzato, che conduce al rifugio Vedretta Piana
(Grohmannhütte) 2.254 m. Costruito nel 1887 andò completamente distrutto
da una slavina nell'inverno seguente. L’imprenditore boemo Theodor Grohmann
finanziò allora una nuova costruzione, che prese così il suo nome.
Da questo si continua a salire il fianco roccioso
del monte (altri facili tratti attrezzati con cavo) e si raggiunge il
rifugio Vedretta Pendente (Teplitzerhütte) 2.586 m.
Situato sopra un costone
roccioso in splendida posizione panoramica sulla val Ridanna e sul
ghiacciaio della Vedretta Pendente (Hangender Ferner).
Il rifugio fu costruito nel 1887 dalla sezione di Teplitz (città
termale boema Teplice) dal club alpino tedesco e austriaco DÖAV (Deutsch-Österreichischer
Alpenverein).
(sentiero EE, durata: 4,00 ore
- Tot. Dislivello:
+1.100 m., lunghezza:8,7 km).Cena e pernottamento.
2° Giorno -
Dal
rifugio Vedretta Pendente (Teplitzerhütte) si continua sul sentiero
CAI N°9
lungo un itinerario che si sviluppa su salti rocciosi assicurati con il
cordino metallico e staffe, lungo alcuni tratti ripidi ma non particolarmente
esposti. Superati alcuni canaloni e cenge naturali ci si ritrova sopra il
lago Übeltalsee, dal bellissimo colore blu cobalto.
Si continua con una
serie di regolari ma ripide serpentine e si raggiunge una grande conca
detritica sovrastata dalla Cima del Bicchiere. Si attraversano nevai residui
e un breve tratto di facile ghiacciaio per portarsi sotto l'imponente parete
del cono roccioso del Bicchiere (Becher). L'itinerario sale ripido lungo
l'articolata parete sud-ovest e supera i punti più impegnativi con corde
metalliche e staffe. A circa metà salita s'incontra un bivio importante, a
sinistra si prosegue sul ghiacciaio verso il rifugio Cima Libera, mentre
verso destra, il nostro itinerario continua diretto e ripido sulle rocce,
sempre assicurato dalle funi, e conduce alla cima del Bicchiere sulla cui
sommità si trova il rifugio Gino Biasi al Bicchiere (Becherhaus) 3.195 m.
Il Rifugio venne costruito nel lontano 1894
dalla sezione di Hannover dal DÖAV
con il nome di Kaiserin-Elisabeth-Schutzhaus, dedicato all'Imperatrice Elisabetta,
meglio nota
come "Sissi". Il trasporto sulla cima del Bicchiere del
materiale da costruzione
(più di 25 tonnellate!)
avvenne con la sola forza delle braccia. Il rifugio venne
inaugurato, lo stesso giorno del compleanno dell'Imperatore Francesco Giuseppe I
(16
agosto).
In seguito, dopo le guerre mondiali, fu assegnato alla sezione del CAI di Verona
che lo dedicò a Gino Biasi capitano degli alpini caduto in Russia nel 1942.
Dal
rifugio, con gli zaini leggeri, si può effettuare la
salita alla Cima Libera, 3.418 m. con un itinerario di I° grado su cresta rocciosa
con diversi tratti attrezzati.
(sentiero EEA, durata: 3,00 ore -
Tot. Dislivello:
+730 m.-140 m., durata:3,00 ore, lunghezza:5,5 km
+ facoltativo Cima Libera - Wilder Pfaff and/rit 2.00 ore).
Cena e pernottamento.
3° Giorno - Dal
rifugio Gino Biasi al Bicchiere (Becherhaus) 3.195 m.
si scende lungo l'affilata cresta nord e con una piccola ferrata si
raggiunge il ghiacciaio sottostante chiamato
Vedretta di Malavalle (Übeltalferner).
Con l'adeguata attrezzatura
(in cordata con ramponi e piccozza),
si attraversa un tratto orizzontale del ghiacciaio e con una successiva
breve salita su roccia si raggiunge il rifugio Cima Libera (Müllerhütte)
3.145 m., posto tra le vette della Cima del Prete (Wilder Pfaff) e
ovviamente della Cima Libera (Wilder Freiger). Fu il primo ricovero costruito in zona in alta quota, già nel lontano 1891 dal
Prof. Carl Müller di Teplitz.
Ammirato un nuovo superbo panorama, si scende
nuovamente sul ghiacciaio, per proseguire la traversata ai piedi della Cima
di Malavalle (Sonklarspitze) e del più lontano Pan di Zucchero (Zuckerhütl), su pendenze
quasi inesistenti. Raggiunta la forcella della Croda Nera (Schwarzwandscharte)
3.059 m.,
si scende dalla parte opposta, lungo un ripido scivolo nevoso e si
raggiungono le morene settentrionali dell'Alpe del Tumulo (Timmelsalm),
nell'alta Val Passiria.
"Tumolo" è un nome molto usato nei toponimi della
valle, si riferisce
ad una particolare
conformazione del terreno,
formato da antiche morene ricoperte da praterie di terra e sabbia, ricco per
l'appunto di accumuli, monticelli, tumuli.
Abbandonato il ghiacchiaio, il
sentiero
CAI N°30
prosegue in discesa tra
sfasciumi e roccette, attraversa terrazze erbose e
piccoli ruscelli e alla fine conduce al lago Nero del Tumulo (Großen Timmels
Schwarzsee) 2.505 m.
Si ammira un paesaggio da sogno, contornato da
slanciate cime nere (Schwarzwandspitze), lo specchio d'acqua brilla di tutte
le sfumature dal color blu, al turchese, al verde smeraldo. Dal lago si
continua la traversata dell'alpe del Tumolo in direzione sud,
sentiero
CAI N°29,
verso la maestosa candida vetta delle Rocce Bianche di Montenevoso (Schneeberger
Weißen). Dalle praterie verdi, punteggiate da laghetti e corsi d'acqua,
inizia la salita su un terreno brullo e
assolato, fino alla forcella Karlscharte 2.691 m. Cambiato versante, si
scende nell'Alpe di Montenevoso
(Schneebergalm)
e si raggiunge un grande bacino
minerario, con al centro il rifugio Monteneve
(Schneeberghütte) 2.355 m.
Tutta la zona, costituiva il più grande bacino di estrazione, a cielo
aperto, d'Europa. Oggi,
della miniera di argento, piombo e zinco che per più di ottocento anni fu in
attività, dal 1237 al 1967.
si possono visitare le gallerie, un museo e osservare gli incredibili,
ripidissimi, impianti di trasporto su rotaia. Tra i diversi edifici storici
che servivano la miniera, la vecchia casa delle maestranze e l'albergo
opportunamente restaurati, sono diventati il nuovo rifugio.
(sentiero EEA - F - ghiacciaio, durata: 6,00 ore -
Tot. Dislivello:
+505 m.-1.357 m., lunghezza:13,5 km). Cena
(superlativa) e pernottamento.
4° Giorno -
Dal
rifugio Monteneve (Schneeberghütte) 2.355 m. si sale in direzione est (sentiero
CAI N°28)
inoltrandosi all'interno del bacino
minerario, tra vecchie strutture e utilizzando tratti dei vecchi sentieri
dei minatori, fino a raggiungere il passo di Kaindljoch 2.700 m., spartiacque
naturale tra la Val Passiria e la Val Ridanna. Dalla piccola forcella inizia
la lunga discesa di rientro verso valle. Si attraversano le alte praterie
dell'Alpe Lazzacher, fino alla malga Moarberg 2.114 m. Si prosegue la
discesa, lungo la
valle di Lazzacher
osservando i grandi
resti di vecchi impianti e strutture della miniera, fino a raggiungere una
carrareccia di servizio presso la Stadlalm 1.650 m. Infine si ritorna al
"Mondo delle Miniere"
1.426 m. a
Massera a conclusione dell'itinerario ad anello.
(sentiero EE, durata: 4,15 ore - Tot. Dislivello:
+340 m.-1.284 m., lunghezza:12 km).
DIFFICOLTA'
- Il trekking non presenta grandi difficoltà,
ma l’ambiente di "alta montagna" richiede un'ottima preparazione tecnica e
fisica, riservato a persone allenate e dal passo sicuro.
I tratti più impegnativi sulle vie di roccia sono tutti ottimamente
attrezzati con cavo metallico e staffe (obbligatori,
imbragatura bassa, caschetto
e set da ferrata omologato).
Mentre la breve attraversata sul ghiacciaio della vedretta di Malavalle, richiede l’utilizzo
dell'attrezzatura per procedere in cordata (corda, piccozza e ramponi).
Alcune immagini della
galleria fotografica sono
degli amici Tiziana Ugo e Maurizio Toscano.
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