Trekking delle Dolomiti di BRENTAIl "cuore" del Brenta: la Cima degli Armi, la Vedretta degli Sfulmini e la Torre di Brenta

Album di fotografie di un trekking nelle Dolomiti di Brenta. Il Gruppo si presenta come un maestoso castello forgiato e pietrificato dalla natura, non è una montagna, ma un'insieme di montagne, di torri e di campanili, che si estendono su un'area molto grande. Appartiene al settore delle Alpi Retiche e nonostante si trovi ad ovest del fiume Adige, rientra per l'aspetto e la morfologia nella grande famiglia delle Dolomiti. Il Gruppo del Brenta si distingue dal classico paesaggio dei "Monti Pallidi", per alcune caratteristiche proprie, la prima è la presenza del ghiaccio, equamente distribuito su molte vedrette e colatoi, la seconda sono le "Bocchette", le altissime forcelle che permettono di traversare il Gruppo da un versante all'altro. Nel 1937 a Giovanni Strobele, segretario della S.A.T., venne l'idea di creare un percorso d'alta quota, collegando le alte forcelle con una serie di aeree cenge che tagliavano le verticali pareti. Dopo vent'anni di duro lavoro nasceva il mito della "Via delle Bocchette". Un lunghissimo percorso attrezzato che segue l'asse principale della catena del Brenta. Dal punto di vista escursionistico il Gruppo offre infinite opportunità, grazie alla presenza di molti rifugi e ad una rete capillare di sentieri e vie ferrate. Dopo diverse visite, questo è il nostro Trekking "ideale" delle Dolomiti di Brenta. -  Breve descrizione del Trekking:Bocchette Alte

1° GIORNO - Trasferimento a Madonna di Campiglio (TN) e prosecuzione al Passo di Campo di Carlo Magno. Con la cabinovia si sale al Passo del Grostè 2.442 m., da dove inizia il trekking. Un facile sentiero (CAI N°305) traversa in leggera salita un'aperta pietraia in direzione est, successivamente quando agli sfasciumi si sostituiscono le prime roccette inizia il "Sentiero Benini" della Via delle Bocchette, inaugurato nel 1972 in occasione del centenario della S.A.T. Si aggira tutto il versante orientale della Cima Grostè per facili cenge fino alla Bocchetta dei Camosci 2.784 m. Si prosegue in salita lungo un'inclinata larga cengia, che taglia alta ed esposta la Cima Falkner, sgusciati sotto alcuni tetti rocciosi, si aggira uno spigolo e si prosegue in discesa su una ripida costola. Raggiunta la Bocca Alta di Vallesinella 2.875 m. si scendono i dolci nevai della Vedretta omonima, dove si trova uno splendido laghetto di origine glaciale. A questo punto s'incontra un bivio: a dx scende senza difficoltà, verso il rif. Tuckett, il "Sentiero Dallagiacoma",  mentre a sinistra il Sentiero Benini prosegue e affronta il versante sud della Cima Sella. E' questo il tratto più impegnativo della via, che scende lungo ripidi camini e gole. Una serie di scalette, di corde fisse e qualche passaggio atletico conducono alla spettacolare Bocca di Tuckett 2.648 m. Con una veloce discesa lungo il ghiacciaio della Vedretta di Brenta Inferiore, si raggiungono i rifugi Tuckett e Q.Sella 2.272 m. (ferrata "Benini": poco/medio difficile, sentiero EEA, durata: 4,30 h, ).

Bocchette Centrali2° GIORNO - Dai rifugi Tuckett e Q.Sella 2.272 m., inizia la tappa più interessante ed impegnativa del trekking, si ripercorre il bianco pendio della Vedretta di Brenta Inferiore fino alla Bocca di Tuckett 2.648 m. (di prima mattina possono essere necessari piccozza e ramponi). Sulla forcella lo sguardo indugia verso l'alto, sullo scintillante ghiacciaio pensile della Cima Brenta, ma anche sulle prime corde fisse della "Via delle Bocchette Alte", la più difficile ferrata del Brenta. Ripido e verticale, il cavo metallico sale verso il cielo e supera alcuni esposti sbalzi rocciosi, fino a raggiungere la larga terrazza detritica conosciuta come "Cengia Garbari". Si percorre, senza difficoltà, tutta la cengia sospesa nel vuoto, che conduce quasi al suo termine, alla eventuale deviazione per la vetta della Cima Brenta. (dev.a dx., ascesa alla cima and/rit: 2 h, diff: 1°sup., tracce-ometti). Superata la deviazione, si prosegue sulla cengia, lungo un tratto particolarmente esposto, dove si trovano alcuni canalini di neve ripidissimi e spesso ghiacciati, il loro attraversamento richiede la massima prudenza. La cengia termina sulla Spalla Sud di Cima Brenta 3.002 m., dove c'è una grande terrazza panoramica che invita ad una bella sosta. E' il punto più alto dei sentieri attrezzati del Brenta. Si continua lungo un'aerea cornice che digrada con un'espostissima crestina sulla sottostante Bocchetta Alta di Massodi 2.950 m, strettissima ed emozionante forcella. Dalla parte opposta una verticale parete viene superata con "la Scala degli Amici", 68 pioli che portano allo Spallone di Massodi 2.999 m. Si attacca ora un' imponente parete rocciosa in discesa, alternando minuscole cenge a strapiombati salti, ma le scale ed il cavo metallico, ottimamente disposte, consentono di superare le difficoltà e l'esposizione. Alla fine per raggiungere la Bocchetta Bassa di Massodi  2.790 m. manca ancora un piccolo traverso di 50 metri, su esigui appoggi, il punto più tecnico dell'intero percorso. L'ultimo tratto della ferrata, non impegnativo, guida ad  alcune estese terrazze detritiche e, con una dolce discesa, conduce ai ghiaioni della Vedretta degli Sfulmini 2.650 m. (ferrata "Bocchette Alte": molto difficile, sentiero EEA, durata: 5,30 h). Qui si trova il bivio finale: a destra si scende al rifugio Alimonta, a sinistra si continua verso il tratto successivo della Via delle Bocchette. (la prosecuzione è consigliata a coloro che sono in possesso di una buona preparazione fisica e di una discreta resistenza alla fatica). 

  Bocchette CentraliSi continua, senza perdere molti metri, lungo una traccia che traversa il candido pendio della Vedretta degli Sfulmini 2.650 m. ed in seguito sale decisa alla Bocca degli Armi 2.749 m. Una serie di ripide scale indicano l'inizio della "Via delle Bocchette Centrali", le quali permettono di salire un gradino roccioso che conduce ad una cengia scavata nella roccia della parete est della Torre del Brenta. Iniziano da questo punto le caratteristiche cenge del Sentiero delle Bocchette: aeree, sospese nel vuoto, con esposizioni da capogiro, ma praticamente orizzontali e sicure, grazie al continuo cavo metallico che funziona da passamano. Le cenge superano camini e gole, consentono di traversare la Bocchetta Bassa degli Sfulmini e di ammirare, con emozione, la "Sentinella ed il Campanile Basso". E' un tratto spettacolare dell'itinerario, continui e sempre nuovi panorami si aprono verso le quinte colorate all'interno del Gruppo, oppure verso gli aperti orizzonti all'esterno del Brenta. L'itinerario prosegue verso la Bocchetta del Campanile Basso, aereo passaggio fra due canaloni ripidissimi e ghiacciati (attenzione !!) e prosegue in discesa, all'interno di un canale articolato, fino a raggiungere una larga ed esposta cengia, che taglia la parete ovest della Brenta Alta. Alcuni ponticelli sospesi nel vuoto, consentono di superare i passaggi più esposti, prima di raggiungere la scaletta verticale che scende ai piedi della Bocca del Brenta 2.522 m. Risalito l'ampio valico si scende sull'altro versante al rifugio Pedrotti 2.491 m. (ferrata "Bocchette Centrali": poco difficile, sentiero EEA, durata: 3,00 h)

Sentiero dell'Ideale3° GIORNO - Tappa molto suggestiva, dalle forti emozioni, che consente di proseguire sulla Via delle Bocchette verso Sud. Dal rifugio Pedrotti il sentiero "Livio Brentari" (CAI N°304) aggira la base della Brenta Bassa e percorre in salita un lungo vallone ghiaioso fino all'incantevole Sella della Tosa 2.860 m. Spettacolare balcone panoramico verso il "cuore" del Gruppo: Brenta Alta, Brenta Bassa, Cima Margherita e Campanile Basso. Si continua con un traverso, lungo un sistema di aeree cenge attrezzate con alcuni esposti gradini rocciosi e sfruttando anche un caratteristico ponticello si raggiunge in breve la Bocca della Tosa 2.845 m. E' questo uno dei punti più suggestivi del Gruppo del Brenta: forcelle strettissime dove le montagne quasi si toccano, pareti grandiose dai colori dorati, candidi ghiacciai che dalle bocchette scendono ripidissime verso valle; indimenticabile !!! (ndr). Dalla Bocca della Tosa, inizio del sentiero "dell'Ideale", si ammira in basso la Vedretta d'Ambiez, per raggiungerla bisogna scendere uno stretto canalone con l'aiuto di una serie di attrezzature, arrivati sulla neve, si traversa in quota il ghiacciaio. (a sx. possibilità di calarsi direttamente al rifugio Agostini CAI N°358). Si prosegue sulla traccia della Vedretta e si sale con fatica un ultimo ripido canale, molto friabile, che termina sulla Bocca d'Ambiez 2.871 m. Ambiente e scenari mozzafiato sulla più alta forcella del Brenta. La discesa dalla parte opposta sulla Vedretta dei Camosci è impressionante, uno scivolo ghiacciato ripidissimo che si affronta con minore o maggiore impegno a seconda delle condizioni dell'innevamento. Consigliato ad escursionisti esperti, attrezzati con piccozza e ramponi. Scesi il primo tratto con prudenza, a metà circa del candido pendio, si abbandona la traccia principale che prosegue a sinistra (CAI N°304) attraversa la Bocca dei Camosci e termina al rifugio XII Apostoli. Continuando invece sulla destra lungo una pista (CAI N°327), si scende senza difficoltà alla conca inferiore della Vedretta dei Camosci, si aggira lo spigolo Nord del Crozzon di Brenta e traversata l'Alta Val Brenta si arriva al rifugio Brentei 2.182 m. (sentieri attrezzati "Brentari" e "Ideale": poco difficili, sentieri EEA, durata: 5,15 h). Un'ultima salita di circa un'ora consente di raggiungere l'altipiano di roccia dove si trova il rifugio Alimonta 2.580 m., per ammirare l'indimenticabile tramonto che incendia l'anfiteatro della Vedretta degli Sfulmini. 

4°  GIORNO Ultimo tratto del tour che, consente di chiudere l'anello del trekking del Brenta, grazie ai "sentieri bassi", alternativi alla Via delle Bocchette Alte. Dal rifugio Alimonta si scende nel Vallone del Brentei, si traversa a destra e ci si accosta alle Punte di Campiglio, dove inizia il sentiero "SOSAT" (CAI N°305). Una breve scaletta conduce su una larga terrazza che taglia orizzontalmente la montagna. La prosecuzione su cengia più stretta, aggirato il versante, conduce ad una profonda gola, che si supera in discesa con una lunga verticale scala. Unica difficoltà del sentiero attrezzato. Dalla parte opposta una serie di brevi scalette riporta in quota, su un aperto costone erboso, grandioso panorama. In prossimità del canalone nevoso che sale verso cima Brenta, il sentiero si snoda in un labirinto di enormi massi, supera ancora qualche gradino roccioso e con un lungo percorso a semicerchio conduce al rifugio Tuckett 2.272 m. (sentiero attrezzato "SOSAT": facile/poco difficile, sentiero EEA, durata: 3,00 h). Dal rifugio un facile sentiero (CAI N°316) riconduce, con un percorso bellissimo e panoramico, nuovamente al Passo del Grostè 2.442 m. Fine del trekking. (sentiero T, durata: 1,45 h)   (scale difficoltà)

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