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Era un ambiente magico, la definitiva conferma la si ebbe, quando in un paesino vicino a Tarvisio, Rutte Piccolo,
si rinnovò la storia di " Due cuori e una casetta", tra mio padre e mia madre Carla. I tempi non erano facili, eravamo nel primo dopoguerra, ma nonostante le difficoltà, furono anni bellissimi. Alle scorribande, con gli amici, sulle cenge e sulle creste delle Giulie, si sostituirono tranquille e serene passeggiate nei boschi, con grandi scorpacciate di lamponi e mirtilli, e grandi raccolte di funghi. Ma d'inverno, il richiamo della neve, era troppo forte, così rimasero indelebili nella loro memoria alcune discese, mio padre sugli sci e mia madre....sulle code, capitomboli e scivolate non mancarono, ma il divertimento era garantito. Trascorsero diversi anni felici, fino a quando non arrivò, finalmente, il momento di rientrare nella città natia, il motivo era molto semplice: stava per nascere il sottoscritto. |
Durante la mia infanzia, trascorsi diverse settimane d'estate e d'inverno, in un paesino vicino a Tarvisio,
Coccau, sul confine italo-austriaco, a casa dei
"santoli", amici di vecchia data dei miei genitori. Non lo sapevo ancora, ma avevo ereditato da mio padre la passione per la neve, la consideravo alla pari del mare, e quindi tuffi, capriole,
"nuotate". Però a quei tempi non c'era ancora il Goretex o l'abbigliamento hi-tech di oggi, soltanto buona e calda lana, che al contatto con la neve si
ghiacciava. La conseguenza immediata era, che mi trasformavo in un bel cubetto di ghiaccio, che soltanto il caldo del
"fogoler" mi scioglieva, al mio ritorno a casa. In seguito, d'estate, iniziai a percorrere sentierini e dorsali erbose, risalire cascatelle, scoprire i segreti dei boschi, mentre d'inverno, abbandonata la slitta, imparavo i primi rudimenti dello sci, prima "battendo" a scaletta un pendio vergine, e dopo cercando di scendere tra uno spazzaneve spinto e tanti tentativi per fare una curva a "cristiania" . Poi, come spesso succede, con il passare degli anni, nuovi impegni, nuovi divertimenti, mi allontanarono dalla montagna, fino a quando,un episodio non cambiò radicalmente il mio rapporto con la montagna. Successe tutto durante la classica gita domenicale con la fidanzatina, poi straordinaria e paziente moglie per la vita, Isabella, ci recammo a Cortina e a seguire al Rif. Auronzo.Scoprimmo le Dolomiti. Il colore delle pareti, l'eleganza delle forme, le linee verticali di torri e pinnacoli, la potenza che emanavano le strutture rocciose, furono una vista indimenticabile, un'emozione che ci avrebbe accompagnato per sempre. Iniziò da quel giorno, il desiderio di scoprire le bellezze di questo straordinario settore alpino, una
ricerca sistematica per conoscere tutte le montagne che lo compongono, attraverso escursioni, Alte Vie, trekking, ferrate, una cavalcata straordinaria, che continua ancora oggi. La frequentazione, però, non si limitò soltanto all'estate, ma anche nelle altre stagioni dell'anno. D'inverno, le Dolomiti, sono forse ancora più belle, grazie alla loro particolare
conformazione fatta di esili cengette, sottili creste e roccette sporgenti, quando sono ricoperte dalla neve, con le verticali pareti libere dal manto bianco, creano immagini suggestive. E'
stata la stagione autunnale la nostra preferita, nell'aria tersa della
stagione i contrasti tra l'azzurro del cielo, il giallo dei larici, il verde degli abeti, il bianco della neve sulle cime più alte, ci hanno regalato le visioni più belle ed uniche, che la natura può offrire.
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Negli anni
successivi, un altro momento importante, contribuì a suggellare definitivamente il mio rapporto con la montagna, fu quando iniziai a frequentare il Club Alpino Italiano. Grazie alla partecipazione ai trekking
alpinistici, un nuovo mondo si aprì alla mia vista: le Alpi Occidentali. Così diverse dalle amate Dolomiti e Giulie, montagne grandiose per
l'altezza e per le dimensioni. Si apriva così una nuova stagione, ricca di nuove esperienze, anche tecniche, di straordinarie
traversate su ghiacciaio, di grandi fatiche, di emozioni fortissime provate per la conquista delle vette più alte delle Alpi, di panorami indimenticabili, ricca anche per i rapporti umani, grandi amicizie nate nella condivisione delle gioie,
delle difficoltà,
affrontate assieme in un ambiente severo.
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All'inizio Mattia vedeva la montagna, comodamente seduto nello zainetto, portato da
papa', poi lentamente ha preso contatto con i sentieri, sempre guidato dalla "mano di
roccia", si è appassionato alla montagna attraverso la raccolta dei timbri dei rifugi,
(che avevano come premio delle splendide spille). Infine con gli anni ha maturato la sua personale passione per la montagna, fino ad arrivare ad essere il compagno ideale per continuare la
scoperta delle ALPI. Quì termina la storia del nostro passato e del nome del sito, il presente è
adesso, nel momento che scrivo
queste parole o nel momento che Voi le leggete, rimane il futuro, pieno d'incognite e di speranze, ma di una cosa siamo sicuri, cercheremo sempre di avere l'opportunità d'ammirare la MONTAGNA e catturare l'emozione che ci procura con la FOTOGRAFIA, sarà
sempre....
MARASSIALP
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