Album di fotografie della salita sul Monte Zermula. ll nome del monte deriva dal friulano "germoi" (germoglio), la sua cima rappresenta la massima elevazione del sottogruppo, cui dà il nome, al centro della catena delle Alpi Carniche. Con la sua linea elegante domina a nord est la conca di Paularo nella Alta Val d'Incarojo. La montagna è inserita in un ambiente alpino ancora incontaminato, formato da antichi pascoli, rustiche casere, boschi rigogliosi e soprattutto verticali pareti calcaree, selvagge creste e ripidi canaloni. Di grande valore escursionistico, il monte Zermula ha pure una valenza storica, testimoniata da molte opere belliche risalenti alla Prima Guerra Mondiale 1915-18. Breve descrizione della traversata, salita dalla baita Da Nelut, traversata della cresta occidentale, cima, traversata della cresta orientale "Via delle Trincee" e discesa al passo Cason di Lanza:
ACCESSO - Dall'autostrada A23 Udine-Tarvisio, uscita Carnia, si raggiunge Tolmezzo e si prosegue con la Strada Statale SS 52 bis in direzione del Passo di Monte Croce Carnico. In prossimità del paese di Zuglio si devia in direzione di Paularo. Dal centro del paese si sale lungo la stretta ma asfaltata rotabile che conduce al Passo di Cason di Lanza. A circa metà salita si trova il parcheggio della Baita da Nelut.
ITINERARIO
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Dalla
Baita da Nelut 1.102 m. inzia un breve tratto di strada
cementata, molto ripida, che conduce alla casera Zermula 1.298 m. (CAI
442). La malga
sorge su ampi prati, aperti verso un panorama bellissimo sulla vallata
del Canale
d'Incarojo
e sull'abitato di Paularo. Dalla malga
inizia la storica mulattiera di guerra costruita dall'esercito
italiano, un’opera che ancora oggi desta meraviglia, dopo i suoi 100 e
passa anni. Si ammirano gli imponenti muri a secco di contenimento, con
le singole pietre sistemate una ad una in precisi incastri. Superata la casera Valute 1.445 m. la
larga mulattiera si riduce a sentiero
di guerra e gradualmente risale i ripidi pendii erbosi
del monte, leggermente esposto, seguendo i segnavia bianchi e gialli dell’Alta Via Val d’Incarojo.
Con una ripida serpentina si
raggiunge il lungo crinale che taglia le
pendici del roccioso pulpito del Cul di Creta, dove iniziano le opere
militari, piccoli terrazzamenti dove sorgevano le casermette,
tantissime trincee, gallerie e caverne.
La
mulattiera continua a salire e si mantiene sotto il filo della cresta
occidentale. Con
piccoli traversi e ripidi zig-zag si raggiunge la vetta del monte Zermula 2.143 m.
Dalla cima si
ammira un panorama a
360° sulle vette carniche circostanti: Creta d'Aip, Zuc della Guardia, Sernio e
Grauzaria, il Cavallo di Pontebba, il Tersadia.
Dalla vetta, per
scendere, ci sono due possibilità, si può decidere di seguire la via normale
che scende sulla destra e in prossimità di una piccola cappella votiva si ricongiunge al
sentiero 442, o in
alternativa si potrà percorrere la linea di cresta orientale, dirigendosi verso il
punto di uscita della Ferrata dell’Amicizia e da qui proseguire lungo la
“via delle Trincee”. Lungo questo spettacolare percorso di cresta
(segni verdi sbiaditi) è
possibile ammirare diversi resti della Grande Guerra, bisognerà fare
attenzione e muovendosi tra le rocce sarà possibile andare a scoprire
altri camminamenti, scalette di roccia, bunker e caverne. Si
raggiungeranno diverse entrate di gallerie, dove bisognerà valutare
attentamente l'eventuale visita causa i crolli interni. Una galleria, ancora in
buone condizioni, scavata in modo da perforare la parete della montagna,
consente di raggiungere il versante nord, dove grandi feritoie si
affacciano sulle montagne settentrionali e il sottostante Passo del Cason di Lanza.
Abbandonato il filo di cresta, si prosegue in discesa fino a raggiungere l’ingresso di una
caverna, nei
pressi della quale un grande masso conserva una lunga iscrizione
realizzata gli Alpini del Battaglione Susa:
"L'Alpe di Carnia fosse del
Piemonte quale l'amore con valore gli Alpini del Battaglione Susa qui
voglion difesa da l'ingiuria nemica. E oggi che da l'oriente insieme col
sole appare la gloria di Gorizia risorta gridano non la speranza ma la
certezza della gloria d'Italia. 1916".
Dall'importante testimonianza della Grande Guerra, si scende velocemente
sui bellissimi prati della Forca di Lanza 1.831 m., ai piedi del monte
Pizzul. Si continua la discesa verso il passo (CAI
442a), si
tralascia il sentiero che porta alla ferrata del Zuc della Guardia e si
prosegue, dapprima tra ontani e pini mughi, per poi inoltrarsi in un
bosco di abeti rossi e larici che si alternano a prati fioriti fino a
raggiungere il passo del Cason di Lanza 1.552 m.
DIFFICOLTA' - La traversata del monte Zermula è nel complesso di media difficoltà. Il sentiero di salita sulla cresta occidentale presenta alcuni tratti esposti su ripidi pendii verdi, particolarmente insidiosi in caso di terreno bagnato. Mentre la "Via delle Trincee" sulla cresta orientale presenta brevi passaggi aerei sul filo di cresta ed è indicata solamente ad escursionisti esperti.
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Traversata monte ZERMULA |
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Sintesi: | Salita: | Discesa: | |
Dislivello tot:: | 1.050 m. | 650 m. | |
Tempo tot: |
3,00-3,30 h. |
2,15 h. |
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Sviluppo: |
10 km. |
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Difficoltà: | EE | (difficoltà) | |
Note: |
Necessarie due automobili | ||
Cartografia: Ed. Tabacco 1:25.000 Foglio 18 - Alpi Carniche, orientali |
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DATA escursione: |
21 giugno 2022 |
Brevi NOTE STORICHE della Grande Guerra All'inizio della Grande Guerra nella zona Carnia del fronte italo-austriaco, il Comando italiano, era preoccupato di un eventuale attacco degli austriaci sul Passo di Lanza, poichè questo valico, poteva rappresentare una porta per accedere alla Val d'Incarojo e in generale al Friuli (aggirando gli altri accessi, quali il Passo di Monte Croce Carnico (ad ovest) e la Val Canale (ad est). Per questo motivo sulla cresta del monte Zermula, che dominava il Passo Lanza furono costruite diverse opere militari difensive. Inizialmente il settore venne presidiato dal Battaglione Alpini Saluzzo, mentre dal 1916 furono gli Alpini del batt. Susa a difendere le rocce di questa zona della Carnia e a lasciare diverse testimonianze, tra cui una grande iscrizione. Della lunga catena rocciosa dello Zermula il settore più coinvolto fu il Cul di Creta sull'estremità orientale della cresta, quando dopo la perdita nel settembre 1915 del monte Lodin, venne trasformato in un importante baluardo difensivo. In seguito gli scontri furono brevi e sporadici, per il resto del conflitto fu una lunga, estenuante guerra di posizione, trincea contro trincea, che si protrasse fino alla rotta di Caporetto (ottobre 1917). In questa situazione, per alleviare i soldati dai sacrifici e dalle sofferenze legate al terreno impervio dell’alta montagna e alle estreme condizioni climatiche, era di grande importanza l’approvvigionamento di materiali e di viveri. Per questo motivo venne costruita, una rete capillare di mulattiere e sentieri. Opere uniche che consentono ancora oggi di visitare i resti di camminamenti, fortificazioni, gallerie, caverne e ricoveri in pietra. Si rimane meravigliati davanti alla capacità di costruzione degli alpini, davanti alla ricerca di eleganza architettonica, realizzate tra le difficoltà della natura e in prima linea. |
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