Album di fotografie e descrizione dell'itinerario ad anello, della salita al monte Robon nelle Alpi Giulie. L'esteso Gruppo del Canin è composto da diverse catene e sottogruppi di montagne. Nel versante meridionale, al centro di un vasto altopiano caratterizzato da fenomeni tipicamente carsici, si trova la dorsale Poviz-Robon. La zona è inserita in un ambiente naturale poco frequentato e fortunatamente ancora incontaminato. L'aspetto più interessante dell'escursione è sicuramente la possibilità di visitare le opere belliche costruite in questo settore durante la Prima Guerra Mondiale 1915-18. Il monte Robon costituiva un importante caposaldo italiano della prima linea, proprio di fronte alle trincee austriache di Cima Mogenza. Numerosi sono i resti di manufatti bellici quali, fortini, gallerie, ricoveri ed una incredibile lunga trincea fortificata in cemento armato, fornita di feritoie, che si sviluppava lungo la cresta della montagna fino ai piedi della Cima Confine.
ACCESSO - Punto di partenza dell'escursione è la località turistica di Sella Nevea 1.122 m. Si raggiunge, da nord, da Tarvisio (UD) attraverso la Val Rio del Lago oppure, da sud, dal paese di Chiusaforte (UD) risalendo la Val Raccolana (autostrada Alpe-Adria (A23), uscita Carnia, e successivamente statale 13).
ITINERARIO -
Si
parte dal piazzale della vecchia funivia passando a lato dell'hotel Canin,
imboccando una traccia che risale il prato. Questa confluisce, dopo
poco, in una stradina asfaltata che si segue fino al suo punto più
elevato, cartello
(CAI N°636).
Seguendo le indicazioni si attraversa una pista da sci dopo la quale la
traccia si fa più marcata. Nella sua parte iniziale il sentiero risale
all'interno di un bosco misto in cui possiamo riconoscere abete rosso,
larice. Dopo avere oltrepassato una ultima volta la pista da sci il
sentiero si immette sul percorso originario della "Mulattiera
del Poviz" una vecchia strada militare costruita nel 1915 per
collegare i reparti militari della prima linea con il fondovalle. Un'incredibile
opera fatta dai soldati italiani:
muri
di sostegno, ponticelli, tutti con muratura a secco, ancora
in
perfetto stato di conservazione. Incontrato un rudere, si inizia a salire
i comodi tornanti in
un ombroso bosco di faggio nel quale variegata è la fioritura. Tratti
pressoché pianeggianti interrompono di tanto in tanto una pendenza
assai gradevole consentendo di salire quasi senza sforzo. Man mano che
si guadagna quota l'aspetto carsico del terreno si fa sempre più
evidente.tra il monte Lopic ed il monte Leupa
dalla quale
appare la
Sella Robon.
Incredibile
osservare come in questo deserto carsico apparentemente senza vita,
tantissimi fiori multicolore riescono a fiorire su pietraie e
ghiaioni, vincendo l'impossibile.
Proseguendo
dalla Sella Robon in direzione nord, si
superano diversi ruderi di
costruzioni belliche, casermette e ricoveri, che erano annidate negli
anfratti erosi dagli agenti atmosferici. Si continua poco al di sotto della linea di
cresta e si raggiunge
il bivacco speleologico Modonutti-Savoia 1.908 m.
Con
una breve deviazione ci si porta sulla cima piccola del Monte Robon dove
era dislocato un osservatorio dell'artiglieria italiana,
fortificato da
uno spalto a feritoie in pietra e cemento e da un fortino. Alla
sinistra del bivacco si segue un sentierino che con passaggi scavati tra
le rocce, gradini e facili arrampicate tra labirinti calcarei in un
paesaggio tormentato, districato tra profondi abissi e passaggi ci porta
verso la sommità.
Seguendo i resti di un camminamento di guerra, su terreno
eccezionalmente tormentato, si raggiunge infine il punto più elevato,
dove un cumulo di pietre segna la vetta del monte Robon 1.980 m.
DISCESA
- Si
torna sui propri passi e ridiscesi nella conca ghiaiosa sottostante
alla Sella Robon, si abbandona il sentiero dell'andata e si devia verso
dx, in direzione dell'evidente sbocco delle ghiaie tra due pareti
segnavia (CAI N°637). Il sentiero oltrepassa un corridoio naturale uscendo poi sulla
destra dove, con alcune serpentine, ci si cala in una conca. Dopo aver
lambito le strapiombanti pareti rocciose del monte Robon si riprende a
traversare in direzione di Sella Nevea compiendo qualche piccolo saliscendi e raggiungendo il
Pian delle Lope. Si comincia, ora, a
perdere quota più decisamente, seguendo una traccia migliore che in
breve rientra nel bosco. Alternando ripide discese con lievi saliscendi
e tratti quasi pianeggianti il sentiero contorna le pendici del Col
Lopic calando infine, con brusca pendenza su pietrisco grossolano, su
una carrareccia che si segue verso sinistra. Raggiunta la strada
asfaltata, la si percorre in direzione di Sella Nevea imboccando la
prima deviazione a sinistra, poco dopo l'ingresso del condominio Stella
Alpina, che riconduce esattamente al punto di partenza,
nel piazzale della vecchia funivia.
DIFFICOLTA' - L'escursione fino alla Sella Robon e al bivacco speleologico Modonutti-Savoia, con rientro per il Pian di Lope è facile tecnicamente, soltanto discretamente lunga ed un pò faticosa. La prosecuzione per la cima del monte Robon presenta qualche difficoltà nel superare le asperità classiche del terreno carsico, fatto di piccole lisce pareti, lame di roccia e diversi fori. I tempi di percorrenza riportati sono indicativi, infatti possono aumentare di molto, proporzionalmente all'interesse soggettivo della visita storica.
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Itinerario ad anello del Monte Robon |
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Tempi: | 6,30 h. - 7,00 h. | - |
Dislivello salita: | 950 m. | - |
Dislivello discesa: | 950 m. | - |
Note: | Diversi sali-scendi | - |
Sviluppo: | 12 km. | - |
Difficoltà: | EA | (difficoltà) |
Cartografia | Ed. Tabacco 1:25.000 Foglio 19 Alpi Giulie Occ. |
DATA escursione: |
30 giugno 2013 |
BREVI NOTE STORICHE della Grande Guerra sul monte ROBON Tra maggio ed agosto 1915 le unità italiane occupano l’altopiano meridionale del Canin fino al monte Confine. La cima del monte Robon fu conquistata dalla 203ª compagnia del battaglione “Val d'Arroscia” il 26 maggio 1915. Come era già successo sul fronte sud, gli Austriaci avevano una loro visione strategica dei punti difendibili e da tenere, di conseguenza non avevano difficoltà a lasciare penetrare in profondità gli italiani che andavano a schierarsi nelle posizioni più difficili. Sul Gruppo del Canin le truppe asburgiche mantennero la linea Mogenza Piccola – Rombon – Plezzo. La linea italiana correva sulle cime del Jof di Montasio, Cregnedul, Val Rio del Lago, Sella Nevea, Monte Canin, Monte Robon. Sul monte Robon (da non confondersi col Rombon posto alla fine dalla catena del Canin a nord) e sulla sottostante Sella gli italiani fronteggiavano la Mogenza Piccola in mano austriaca. Il Robon, nel settore Canin, era considerato un primario caposaldo per l'esercito italiano, con un'importante punto d'osservazione fortificato per l'artiglieria, vista la straordinaria visuale sulle linee austriache. In questo settore non ci furono scontri particolarmente cruenti, ma una lunga guerra di posizione, che contribuì alla costruzione di innumerevoli manufatti militari, primo fra tutti la "Mulattiera del Poviz", e poi fortini, casermette, gallerie e uno spalto a feritoie in pietra e cemento armato che difendeva il fronte dal monte Robon alla Cima Confine. Come sempre gli italiani primeggiavano in queste costruzioni, eredi di una millenaria tradizione, che suscitava un misto di ammirazione-invidia negli austriaci. Soprattutto quando, senza colpo ferire, poterono entrare ed osservare la linea fortificata italiana, lasciata libera dal ritiro dell'esercito italiano, dopo la disfatta di Caporetto (1917). |
Altri link nel Gruppo CANIN |
Monte CANIN |
Monte FORATO |
Monte ROMBON |
Rifugio CRASSO |
Altri link in zona, sui sentieri della Grande Guerra |
JÔF di MONTASIO |
MONTASIO FORONON del BUINZ - ferrata CERIA-MERONE |
CIMA di TERRAROSSA |
JÔF FUART |
... con le ciaspole |
MONTE GRUBIA |
RIFUGIO BRAZZA' - Altipiano del MONTASIO |
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