ALPI CARNICHE - Visita al "Museo all'aperto della Grande Guerra sul Pal Piccolo 1.866 m. con il Sentiero delle Portatrici CarnicheLe postazioni sul Pal Piccolo

     Album di fotografie e descrizione dell'itinerario, di un'escursione sul Monte Pal Piccolo con la visita del Museo all'aperto della Grande Guerra e del sentiero delle Portatrici Carniche. Le Alpi Carniche costituiscono il confine naturale tra l'Italia e l'Austria è sono intagliate dal Passo di Monte Croce Carnico. Ad est del valico si erge ripido il bastione calcareo del monte Pal Piccolo. La montagna fu aspramente contesa durante la Prima Guerra Mondiale. Dal 1985 l'associazione degli "Amici delle Dolomiti" ha ripristinato i vecchi sentieri, ricostruito postazioni, trincee e baracche, soprattutto sul versante nord austriaco e sull'estesa vetta, composta da tre sommità: l'Ala Destra, la Quota di Mezzo e la cima vera e propria. L'itinerario proposto, ad anello, consente di visitare le postazioni italiane del versante sud, si sale con la "Via degli Alpini", si raggiunge l'articolata vetta ("Quota di Mezzo" e cima principale) e si scende con il nuovo Sentiero delle Portatrici Carniche. La visita approfondita del versante austriaco è stata effettuata con un'altra escursione: Pal Piccolo - MG Nase, Ala Destra, Cima e Trincerone Italiano  

   ACCESSO - Il punto di partenza dell'escursione è il Passo di Monte Croce Carnico 1.357 m. Dall'autostrada A23 Udine-Tarvisio, uscita Carnia, si raggiunge Tolmezzo e si prosegue in direzione dei paesi di  Paluzza e Timau. Superato il paese di Timau si sale verso il passo.

   ESCURSIONE - Dal grande parcheggio del valico inizia il sentiero CAI N°401 chiamato "Via degli Alpini". La bella mulattiera di guerra inizia subito con una ripida serpentina in salita, che conduce ai piedi di unaIl cippo del maggiore Macchi della Guardia di Finanza verticale parete, usata come palestra di roccia e che prende il nome, "la scogliera". Si prosegue sotto le rocce con un traverso, dove i brevi tratti leggermente esposti si superano con l'aiuto di un cavo d'acciaio utilizzato come corrimano. Raggiunti alcuni ruderi di ricoveri delle retrovie, con una bella targa degli alpini "Val Pellice", il sentiero prosegue con minor pendenza all'interno di alcuni avvallamenti carsici, fino ad una nuovo ripido zig-zag. A circa metà salita si trova il bivio per il Sentiero delle Portatrici Carniche, che noi però utilizzeremo in discesa. Al termine della salita si raggiungono le pendici del Pal Piccolo. Al successivo bivio si abbandona il sentiero 401 (direzione Freikofel) e s'imbocca (nord) una verde valletta chiamata "della Bottiglia", al centro della quale si pone il cippo del maggiore Macchi della Guardia di Finanza. Percorsa tutta la valletta si raggiungono le strutture utilizzate dai volontari dell'Associazione Dolomitenfreunde-Amici delle Dolomiti, che per vent'anni hanno lavorato alla straordinaria realizzazione del Museo all'aperto della Grande Guerra.
   Da questo punto è consigliabile salire la vicina "Quota di Mezzo", una delle tre sommità del Pal Piccolo, per visitare le postazioni austro-ungariche, un labirinto di trincee, gallerie e bunker che trasformarono la vetta in un fortino inespugnabile.
   Rientrati al "campo base" dei volontari, si sale verso la cima principale, con la possibilità di scegliere tra due percorsi, il primo
(facile) percorre una lunga scala di legno, su un ripido pendio con aerea vista sui laghetti della Plöckenhaus, il secondo, leggermente più difficile, sale sulla destra un ripido canalino roccioso con l'aiuto di staffe e di un cavo metallico. Terminata la salita si esce su l'anticima, nei pressi dell'arrivo della teleferica di guerra (ricostruita), vicino ad un acrocoro roccioso, particolarmente ricco di baracche, caverne, gallerie e caLa cupola corazzataratterizzato da una lunghissima trincea fortificata, con decine di feritoie per i fucilieri austro-ungarici, che puntavano la prima linea italiana. In breve si raggiunge la croce di vetta del Pal Piccolo 1.886 m. Si nota con stupore come tutta vetta fu scavata nelle viscere più interne, per realizzare la postazione più spettacolare dell'intero "Museo all'Aperto". Entrati in una galleria si salgono diverse staffe verticali per salire all'interno della cupola corazzata, del peso di 500 kg. e del diametro di 1,25 m., che aveva la funzione di osservatorio. Dalla cupola si scende verso la vasta sommità est della cima, dove si trovavano le prime linee. Si rimane sorpresi davanti all'incredibile numero di gallerie e camminamenti che solcano tutto il terreno roccioso con le trincee tra i contendenti separate soltanto da alcune decine di metri. Raggiunto il Trincerone Italiano si visita la grandiosa opera ancora ben conservata, con una struttura massiccia in cemento armato e con alcuni tratti dotati di copertura. E' questa l'ultima opera restaurata da parte degli "Amici delle Dolomiti", infatti la successiva discesa sul versante sud, si svolge tra le trincee italiane in rovina e invase dalla vegetazione. Ma anche sul versante italiano negli ultimi anni è stata ripristinata un'opera straordinaria, una mulattiera d'arroccamento: il Sentiero delle Portatrici Carniche.
  
Il Sentiero delle Portatrici CarnicheDal Trincerone, inizia la seconda parte dell'itinerario, si raggiunge in breve un importante bivio, a destra, si rientra velocemente al Passo Monte Croce, a sinistra si continua in direzione del Freikofel (Cuelat), proseguendo invece diritti, in discesa, si raggiunge l'inizio del nuovo Sentiero delle Portatrici Carniche (CAI N°401c). Bastano pochi passi sulla bellissima mulattiera di guerra, tappezzata di verde, per comprendere con quanta perizia fu costruita dal genio militare italiano. Si ammirano durante la discesa i grandi muraglioni di sostegno della mulattiera (ancora per lunghi tratti integri dopo cent'anni) che con un ardito tracciato vince tutte le asperità della montagna. Durante la Grande Guerra era la via che serviva per l'approvvigionamento dei vari ricoveri lungo il sentiero e soprattutto per i soldati della Prima Linea. Fu percorsa anche dalle portatrici della Carnia, con le loro preziose gerle colme di cibo e materiale bellico per la truppa; al loro coraggio e alla loro volontà è dedicato il sentiero. La mulattiera conduce inizialmente alle grandi rovine di edifici militari chiamati i Ricoveri Cantore, in onore del generale comandante degli alpini caduto sulle Tofane. Furono un centro importante di comando dove venivano assegnate le truppe e i materiali sui vari tratti del fronte. La discesa prosegue lungo una spettacolare serpentina, aperta sul ripido versante sud del Pal Piccolo, fino ad un nuovo incrocio di sentieri. Si continua a sinistra, con un Il Cavernonebreve traverso in salita che conduce ad una grande grotta naturale chiamata "Il Cavernone". Al suo interno fu costruito un'imponente edificio, ben visibile anche da lontano, da parte del Battaglione Alpini "Monte Granero" e dalla 79ª compagnia del 1° Genio. Si ammira non soltanto l'edificio costruito a più piani ma anche il muraglione del basamento, un'opera grandiosa considerando la quantità di materiale utilizzato in una posizione impervia e altissima dal fondovalle. Dalla caserma del "Monte Granero" si continua con una panoramica cengia orizzontale, in parte scavata nella roccia, a cui segue una breve salita, fino alle pendici di una parete rocciosa. Si riprende la discesa su un verde, dolce pendio, fino a raggiungere la prima deviazione per il sentiero delle Portatrici Carniche incontrata lungo la salita. Nuovamente sul sentiero principale (CAI N°401) si rientra al Passo di Monte Croce Carnico 1.357 m.

   NOTE difficolta' "SENTIERO STORICO"La visita del Museo all'aperto sulla sommità del Monte Pal Piccolo è nel complesso facile. L'articolata vetta ha un'estensione molto grande e la visita di tutte le postazioni segnate può risultare faticosa, per i continui "sali-scendi" dai pulpiti rocciosi e per gli infiniti "dentro-fuori" da gallerie, caverne e trincee. I tempi della visita alla vetta sono indicativi, possono aumentare, proporzionalmente all'interesse storico.

 Vai alla galleria fotografica:

 

  Escursione al Monte Pal Piccolo - Museo della Grande Guerra - Sentiero delle Portatrici Carniche  

 

 

 

 

 

 

 

Sintesi tempi/dislivello escursione PAL PICCOLO

Sintesi: Salita: Discesa:
Dislivello tot: 510 m. 510 m.
Tempo tot: 2,00 h.   1,45 h.  
Difficoltà: E
DATA escursione: 13 settembre 2020
-
Visita della vetta   (Quota di Mezzo e cima)
Tempo: 2,00 h 
Difficoltà:   E (difficoltà)
Note: Periodo consigliato: autunno e tarda primavera.
Cartografia: Ed. Tabacco 1:25.000 Foglio 09 Alpi Carniche

Brevi NOTE STORICHE delle Portatrici Carniche

  Durante la Grande Guerra i Battaglioni degli Alpini, schierati lungo il fronte, provenivano da tutte le regioni italiane. Nel settore delle Alpi Carniche, ci fu però una situazione particolare, vennero schierati in prima linea, anche gli uomini che vivevano in zona.   Sulle vette più alte gli alpini della Carnia difendevano le loro montagne, mentre a pochi chilometri di distanza, nelle valli sottostanti rimanevano soltanto i bambini, gli anziani e le donne.
  Ma queste donne erano le madri, le mogli, le sorelle e le fidanzate dei soldati che combattevano sulle creste carniche. Sulle Alpi gli approvvigionamenti erano un problema, i portatori erano pochi, tutti gli uomini validi erano impiegati sul fronte, (in particolare sul
fronte isontino) di conseguenza per portare un pò di sollievo ai loro uomini, le donne della Carnia e delle zone limitrofe, iniziarono a portare sulle cime l'occorrente per alleviare le sofferenze delle truppe che combattevano, non soltanto il nemico ma anche le condizioni estreme della montagna. La loro opera contribuì in maniera determinante alla sopravvivenza dei soldati italiani, durante le estati torride sulle aride pietre carsiche, agli autunni piovosi e agli inverni gelidi, con bufere di neve, temperature polari e il pericolo delle valanghe.
 Inizialmente per amore, successivamente per arrotondare il povero bilancio familiare, (venivano compensate con 1,50 lire a viaggio come personale ausiliario civile) diventarono le famose Portatrici Carniche. Ogni giorno riempivano le loro gerle di cibo e proiettili, e con il peso di 30-40 chilogrammi sulle spalle, iniziavano la lunga salita, con dislivelli di 600- 1.000 metri, lungo sentieri impervi, con qualsiasi tempo e spesso sotto il fuoco nemico.    Tre di loro furono ferite, mentre una cadde colpita a morte da un cecchino austriaco.    Il loro coraggio, le fatiche e "l'eroismo" vennero riconosciuti con diverse onorificenze, con un monumento a Timau e con il conferimento a Maria Plozner Mentil, la portatrice morta in zona Pramosio, della Medaglia d'oro al Valore nel 1997 da parte del Presidente della Repubblica italiana, Oscar Luigi Scalfaro.
  Interessante la visita nel paese di Timau, del Museo  della "Grande Guerra in Carnia" dove sono state allestite due sale dedicate alle Portatrici Carniche.
  Sempre per ricordare queste straordinarie donne, recentemente è stata restaurata una mulattiera di guerra.

Foto storica delle Portatrici Carniche Le Portatrici Carniche
Foto di pubblico dominio


Altri Link in zona
PAL PICCOLO - MG Nase, Ala Destra, Cima e Trincerone Italiano
CRETA di COLLINETTA (CELLON)
Monte FREIKOFEL (CUELAT)
Monte COGLIANS - Cima principale 2.780 m.
Monte COGLIANS - Anticima Est 2.750 m.
Monte ZERMULA
Bivacco LOMASTI
Monte CIMADORS
Monte FLOP (Grauzaria)
Monte LOVINZOLA
... con le ciaspole
Monte GLAZZAT
 Forcella PIZZUL
Monte DIMON e NEDDIS

AVVERTENZA. Chi affronta gli itinerari descritti in questo sito lo fa sulla base della propria capacità,  preparazione e del buon senso. Gli autori declinano ogni eventuale responsbilità. - E’ vietata la riproduzione di testi o foto salvo esplicita autorizzazione -Tutti i diritti riservati. - © Copyright 2020 MARASSIALP.