Album di fotografie e descrizione dell'itinerario, di un'escursione sul Monte Pal Piccolo con la visita del Museo all'aperto della Grande Guerra. Le Alpi Carniche costituiscono il confine naturale tra l'Italia e l'Austria è sono intagliate profondamente dal Passo di Monte Croce Carnico. Ad est del valico si erge ripido ed imponente il bastione calcareo del monte Pal Piccolo, sentinella naturale dell'importante valico. La montagna tra il 1915 ed il 1917 fu aspramente contesa durante la Prima Guerra Mondiale e trasformata in un fortino inespugnabile dai due contendenti: gli alpini italiani e i Kaiserjäger e Standschützen austriaci. Dal 1985 l'associazione degli "Amici delle Dolomiti" ha ripristinato i vecchi sentieri e ricostruito postazioni, trincee e baracche, realizzando il "Museo all'aperto 1915-1917". L'opera di archeologia bellica e di restauro ha interessato soprattutto il versante austriaco, dove la grande concentrazione di manufatti bellici ha consentito di realizzare il più grande museo all'aperto delle Alpi Carniche, paragonabile per estensione soltanto a quello su monte Piana nelle Dolomiti. L'itinerario proposto, ad anello, consente di visitare le postazioni austriache del versante nord in salita, (MG Nase, l'articolata vetta, "Ala Destra" e cima principale) mentre con la successiva discesa sul versante sud, si ammira il Trincerone Italiano. La visita approfondita del versante italiano è stata effettuata con un'altra escursione: il sentiero delle Portatrici Carniche sul Pal Piccolo
ACCESSO - Il punto di partenza dell'escursione è il Passo di Monte Croce Carnico 1.357 m. Dall'autostrada A23 Udine-Tarvisio, uscita Carnia, si raggiunge Tolmezzo e si prosegue in direzione dei paesi di Paluzza e Timau. Superato il paese di Timau si sale lungo la strada che porta verso il passo.
ESCURSIONE
-
Dal grande parcheggio del valico si supera a piedi il vecchio confine,
si entra in Austria e si continua sulla destra fino a raggiungere la
deviazione (dx) per la postazione "MG NASE". La traccia con alcune serpentine porta all'interessante postazione
austriaca del "Naso delle Mitragliatrici".
Il sentiero
prosegue ripido e su rocce scivolose verso uno scosceso vallone, che
termina sotto il crinale finale della montagna. Risalito con fatica
l'ultimo tratto, dove si osservano enormi caverne scavate nella roccia
per contenere i ricoveri delle truppe austriache, si raggiunge l'orlo
inferiore dell'altipiano di vetta. A sinistra il sentiero prosegue in
direzione della cima del Pal Piccolo, mentre verso destra un cavo
metallico indica l'inizio del settore chiamato "Ala Destra",
la parte più estesa del Museo all'aperto della Grande Guerra.
E' una
zona discretamente complicata da visitare, poichè alle classiche
caratteristiche carsiche del terreno, (rocce sconnesse, avvallamenti,
fenditure) si sommano una infinità di caverne, trincee e postazioni. Si
consiglia di seguire fedelmente i bollini gialli con la numerazione
progressiva. Il percorso consente di osservare dal punto di vista
storico diverse opere interessanti: la caverna adibita a cucina, la
caverna dei cannoni, la postazione del
riflettore, diversi camminamenti
blindati
e non ultimi, molti fregi ed iscrizioni scolpiti nella roccia. Dal punto
di vista escursionistico l'itinerario offre bei panorami sulle vette
delle Alpi Carniche ed una vista aerea sul Passo di Monte Croce Carnico.
(attenzione all'esposizione !!!). Ritornati al bivio iniziale si continua in
direzione della vetta del Pal Piccolo. Si raggiungono velocemente
le costruzioni del "Campo dell'Associazione Amici delle Dolomiti" e la
stazione della teleferica.
Per proseguire verso la vetta ci sono due possibilità: la
prima percorre una lunga scala di legno, su un ripido pendio con aerea
vista verso i laghetti della Plöckenhaus,
dove i volontari
hanno ricostruito una baracca nella roccia: la "Villa Tropfstein" (Villa Stalattite), oppure la seconda opportunità,
leggermente più difficile, sale sulla destra un ripido canalino
roccioso con l'aiuto di staffe e di un cavo metallico. Raggiunta la
stazione a monte della teleferica si entra nella zona della prima linea
austriaca. Si rimane sorpresi davanti all'incredibile labirinto di
trincee, gallerie e camminamenti, che furono scavati nella viva roccia
fin nelle viscere più profonde della vetta del Pal Piccolo 1.886 m.
Un'opera bellica monumentale della Prima Guerra Mondiale che oggi è
stata resa nuovamente percorribile grazie al grandioso lavoro durato
anni dai volontari "Amici delle Dolomiti", che
utilizzando le documentazioni originali dell'epoca,
hanno ripristinato nel modo il più possibile fedele il teatro dei
cruenti combattimenti. Le gallerie della vetta sono caratterizzate dalla
cupola corazzata, del peso di 500 kg. e del diametro di 1,25 m., che
aveva la funzione di osservatorio. Superata l'ultima trincea
dell'avamposto austriaco si prosegue verso il
Trincerone Italiano, soltanto poche decine di metri li separano, sulla vetta del Pal Piccolo durante la
guerra, era questa l'incredibile distanza minima tra le due
linee contrapposte. Il Trincerone
Italiano si presenta ben conservato, con una struttura massiccia in
cemento armato e con alcuni tratti dotati di copertura.
Qui
terminano le ricostruzioni del "Museo all'Aperto 1915-1917",
infatti sul sottostante versante italiano non sono stati eseguiti lavori
di ripristino, a causa di problemi burocratici e di contrasto fra le
varie associazioni. Rimane comunque interessante percorrere il sentiero
in discesa (CAI N°401)
tra ruderi di ricoveri e di camminamenti. Si può inoltre visitare il
settore denominato "Castello Rosso", (a sinistra con un
percorso fuori traccia su terreno carsico particolarmente sconnesso)
dove sono conservate diverse testimonianze degli alpini e fanti
italiani. Ripreso il sentiero
principale, si prosegue con un percorso a
semicerchio che aggira a destra la parete meridionale del Pal Piccolo e
in prossimità di un grande cippo incrocia la traccia che scende dalla
"Quota di Mezzo" lungo la valletta denominata "della
Bottiglia". Il sentiero prosegue lungo la mulattiera di
approvvigionamento delle truppe italiane e passa accanto ad alcuni ruderi
di ricoveri delle retrovie italiane. Un'ultima ripida serpentina ai
piedi di una verticale parete, trasformata in una palestra di roccia
chiamata "la scogliera", conduce
al Passo di Monte Croce
Carnico 1.357 m.
NOTE difficolta' "SENTIERO
STORICO" - La
visita del Museo all'aperto sulla sommità del Monte Pal Piccolo
è
nel complesso facile. Il sentiero di salita sul versante austriaco, è
leggermente più impegnativo di quello del versante italiano, a causa
della presenza di rocce scivolose. L'articolata vetta ha un'estensione
molto grande e la visita di tutte le postazioni segnate può risultare
faticosa, per i continui "sali-scendi" dai pulpiti rocciosi e
dalle vallette carsiche e per gli infiniti "dentro-fuori" da
gallerie, caverne e trincee. Un'escursione che può diventare molto
lunga, dal rilevante sviluppo, che necessita di un buon allenamento e
dove i tempi possono aumentare di molto, proporzionalmente all'interesse della
visita storica.
Escursione al Monte Pal Piccolo - Museo della Grande Guerra
Sintesi tempi/dislivello escursione PAL PICCOLO |
||
Sintesi: | Salita: | Discesa: |
Dislivello tot:: | 510 m. | 510 m. |
Tempo tot: |
1,45 h. |
1,15 h. |
Difficoltà: | E | |
- | ||
Visita della vetta (Ala Destra e cima principale) | ||
Tempo: | 2,00 h - 3,00 h | |
Difficoltà: | E | (difficoltà) |
Note: Periodo consigliato: autunno e tarda primavera. | ||
Cartografia: Ed. Tabacco 1:25.000 Foglio 09 Alpi Carniche |
Brevi NOTE STORICHE del MUSEO all'aperto
Nel
1983 gli "Amici delle Dolomiti"
(Dolomitenfreunde)
hanno iniziato la costruzione del "Museo all'aperto 1915-1917 di
Monte Croce Carnico" sotto la guida del dott. Walter Schaumann, ufficiale di carriera, docente di storia
contemporanea e figlio di un combattente della
Grande Guerra. Il restauro sul Pal Piccolo ha interessato soprattutto i
sentieri di approvvigionamento e le postazioni austriache dell'Ala Destra,
della Quota di Mezzo e della cima principale, con la ricostruzione delle
trincee e dei camminamenti. Mentre sul versante italiano è stato
restaurato soltanto il "Trincerone". |
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