Album di fotografie e descrizione dell'itinerario della salita al monte Crostis, nelle Alpi Carniche. La montagna è costituita da una lunga dorsale con diverse cime, ondulate, dolci, con ampi spazi erbosi. E' uno straordinario balcone panoramico su tutte le Alpi Carniche, le Alpi Giulie e le lontane Dolomiti, infine verso meridione abbraccia tutta la pianura friulana. Per queste sue caratteristiche, il monte Crostis fu coinvolto durante la Prima Guerra Mondiale 1915-18, inserito nella seconda linea del fronte "Zona Carnia", fu sede di alcune batterie d'artiglieria italiana. Dal punto di vista geologico, il gruppo è costituito quasi esclusivamente da argilliti, siltiti e arenarie assieme ad affioramenti di rocce eruttive. Ai piedi delle varie cime sorgono diverse casere per gli alpeggi estivi, tutte collegate da una vecchia strada militare, oggi chiamata "la Panoramica delle Vette" lunga ben 35 km. L'itinerario proposto prevede di percorrere un lungo tratto della dorsale del Crostis, da ovest ad est, con una traversata dal paese di Collina fino al paese di Ravascletto.
ACCESSO - Con l'autostrada Alpe-Adria (A23), uscita Carnia (UD), e successivamente con la SS 355 si raggiunge Forni Avoltri (UD). Dal centro del paese, si gira a destra per raggiungere la frazione di Collina.
ITINERARIO - L’escursione
ha inizio dalla piazza dell’abitato di Collina 1.220 m. Lasciata la
strada che conduce al Rifugio Tolazzi si devia a dx, nei pressi del Bar
Edelweiss, e si segue la comoda carrareccia
forestale
(CAI N°150)
che conduce alla Casera Plumbs e,
poco dopo aver attraversato
l’omonimo rio, ad un bivio, si continua verso destra con la strada che
aggira le pendici del Monte Bioichia e giunge da sud alla Sella omonima.
Questo percorso permetterà di evitare il ripido sentiero che raggiunge
la sella direttamente da nord. Fino a qui il percorso si svolge all’interno
di fitti boschi di abete rosso; giunti nei pressi della Sella
Bioichia 1.697 m.
si potrà scorgere il Coglians che
imponente si staglia sullo sfondo assieme ai monti di Volaia separati
dall’omonimo passo. Una tabella fissata su un albero indica la
prosecuzione dell'escursione verso dx.
Il
cammino riprende sul sentiero (CAI N°151)
che sale
lungo il fianco sud del Monte Crostis.
Lentamente si supera il limite superiore del bosco e la vista spazia ampia verso sud, sulle cime delle
dolomiti Pesarine e su tutta la valle di Gorto, fino al paese di Ovaro.
Il panoramico sentiero sale costante, traversando infinite praterie,
ricchissime, ad inizio estate, di crocchi, genziane ed anemoni
primaverili, fino a raggiungere
l'affilato sperone roccioso del versante ovest della dorsale del Crostis.
Per sfasciumi e facili roccette si sale il ripido pendio, che conduce
alla cresta sommitale. Si continua con una serie di sali-scendi
sull'aerea e panoramica cresta, discretamente larga, ma da percorrere
con attenzione, poichè da una parte c'è il roccioso ripido versante
nord, mentre verso sud, il pendio prativo può essere insidioso. Lungo
il percorso si possono osservare, i muretti, le trincee e le piazzole
d'artiglieria italiane della Grande Guerra, in posizione dominante sul Passo di
Volaia, dove correva la prima linea del fronte. Raggiunta la cima,
il monte Crostis 2.250 m.,
pur non essendo elevatissimo, è uno splendido punto
panoramico da cui ammirare le cime circostanti, i Monti di Volaia, il
Coglians, la Chianevate, la Creta di Collina, il Pal Piccolo e Grande e
a seguire tutti gruppi carnici fino alle Alpi Giulie con in lontananza
il Montasio ed lo Jof Fuart. Si continua la traversata, verso est,
sempre sulla cresta in leggera discesa, fino alla larga forcella (2.072
m.) tra il monte Crostis e il monte Pezzacul. Da qui, abbandonato il
sentiero principale, (CAI N°154)
si scende a dx. con una traccia militare, che punta in direzione
dell'ampio vallone sottostante. La discesa, molto ripida, su sfasciumi e
pendii prativi, (delicati in caso di erba bagnata), conduce rapidamente
ad incrociare la strada "Panoramica delle Vette", sopra la Casera
Crostis e la Casera Chiadinis. Si continua per un tratto lungo la strada
e si aggira uno sperone erboso chiamato Marindador, dove si possono
osservare grandi terrazze e muretti, erano le basi di un piccolo
villaggio di casermette e ricoveri dei soldati italiani. Dopo un'ampia
curva, si abbandona la strada, per proseguire (a dx.) sul sentiero in
discesa (CAI N°153)
verso la Casera
Tarondut, e di seguito la Casera Tarondon. Il sentiero scende a fianco
di un bel ruscello fino a raggiungere la località chiamata
"Fontana del Tabio". Da qui inizia una strada forestale, lunga
e monotona, che termina a Ravascletto 907 m.
DIFFICOLTA' - La traversata della dorsale del Crostis con la salita della cima è discretamente lunga. Non ci sono particolari difficoltà o passaggi esposti, soltanto sul sentierino che corre sulla cresta sommitale bisogna procedere con attenzione, non si devono sottovalutare i ripidi versanti nord e sud (soprattutto con fondo bagnato).
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Traversata del monte CROSTIS da Collina a Ravascletto |
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Sintesi: | Salita: | Discesa: |
Dislivello tot: | 1.100 m. | 1.400 m. |
Tempo tot: | 7,00 h. - 7,30 h. | - |
Sviluppo: | 20 km. | - |
Difficoltà: | EE | (difficoltà) |
Note: | Per la traversata sono necessarie due automobili |
- |
Cartografia | Ed. Tabacco 1:25.000 Foglio 09 Alpi Carniche |
DATA escursione: |
1 giugno 2014 |
BREVI NOTE STORICHE della Grande Guerra sul monte CROSTIS All’inizio
della Prima Guerra Mondiale la Carnia, trovandosi al confine tra Regno
d'Italia e l'Impero Austro-ungarico divenne zona di guerra. Il settore del
fronte compreso tra il Monte Peralba e il Monte Rombon costituiva la
"Zona Carnia". L’area più contesa fu la zona del Passo di Monte
Croce Carnico (Plöckenpass) con i monti circostanti: Pal Piccolo, Freikofel,
Pal Grande. Sui monti carnici si combatté fino all'ottobre del 1917, mese
in cui si verificò la rotta di Caporetto. Tutta
la dorsale del Monte Crostis costituiva la seconda linea del fronte italiano
nella Prima Guerra Mondiale che si combatteva aspramente sui dirimpettai
monti contesi. Batterie di artiglieria , da 75 mm, furono appostate lungo la
sua cresta. Nella zona del monte Crostis era dislocato il Battaglione Alpini
Dronero (2º Reggimento alpini CUNEO) che partecipò attivamente lungo il
settore Monte Navagiust-Monte Coglians. All’inizio delle ostilità, occupa
i capisaldi di Monte Navagiust e Cima Ombladet . La notte sul 25 maggio la
101^ cp conquista le posizioni di Passo di Vall’Inferno. Il 10 giugno 1915
al battaglione viene affidato il compito di conquistare i trinceramenti di
Passo Volaia. Alle ore 5.50 la batteria del Crostis inizia il fuoco contro
le trincee costruite sul costone che scende dal Monte verso il rifugio
Volaia ( l’odierno rifugio austriaco Pichl Hutte) Il
12 giugno, la 17^ e la 81^ ,sostenute dalla 215^ del “Val Stura”,
raggiungono l’obiettivo. La batteria del Crostis continua il fuoco, ma i
suoi tiri sono lunghi, con scarsi effetti ma utili a molestare il tergo e le
vie di comunicazione del nemico. Una
forte perdita di vite umane, sul fronte carnico, oltre alle vittime degli
attacchi e varie azioni, fu dovuta alla “morte bianca” e cioè alle
valanghe. Nel solo inverno del 1915 furono 350 le vittime austro-ungariche
dovute alle valanghe, nella zona del Plöcken. Tale insidia colpì anche le
truppe italiane: una valanga travolse un'intera colonna in marcia sul monte
Crostis. Nel cimitero di Collina c’è una Monumentale lapide, edificata a
fine 1916 dagli artiglieri della 179^ Batteria d'Assedio, a ricordo dei
soldati caduti vittima di una valanga presso Forcella Plumbs (Gruppo del
Monte Crostis), il 21 novembre 1916. |