TRIESTE e la Grande Guerra

 Trieste e le Frecce Tricolori

   

    Album di fotografie dei luoghi e delle manifestazioni più significative di Trieste legate alla Prima Guerra Mondiale 1915-18. La città rappresentò uno degli obiettivi principali durante la Grande Guerra, la sua annessione all'Italia (assieme a Trento)  fu il motivo sentimentale e patriottico, che indusse il Regno d'Italia a dichiarare la guerra all'Impero austro-ungarico. Trieste non fu mai coinvolta direttamente dal cruento conflitto, gli austriaci predisposero la sua difesa sul monte Hermada (in realtà una bassa catena di colline alte circa 300 m.) a circa venti chilometri ad occidente. Fu il pilastro angolare meridionale del fronte isontino, dalle sue cime si potevano controllare gli accessi a Trieste sia dal mare che attraverso il Carso. Formidabile roccaforte si rivelò insuperabile per l'esercito italiano durante tutto il conflitto.

    Trieste rientrava nei confini dell'Impero austriaco da più di cinquecento anni. Tutto ebbe inizio nel 1382, quando per contrastare l'egemonia della "super potenza" dell'Adriatico, Venezia, la città chiese protezione all'Austria mantenendo però una certa autonomia. Quando nel 1719 divenne porto franco, incominciò la sua fortuna. Si ritrovò ad essere l'unico porto sul Mar Adriatico dell'Impero austriaco, ricevette molti investimenti e grazie alle attività commerciali conobbe un grande sviluppo. Trieste rimase però sempre una città aperta, crocevia dei grandi popoli europei (latini, germanici, slavi) e dei popoli mediorientali, diventando sempre più cosmopolita, multilingue e plurireligiosa. Alla fine dell'Ottocento Trieste era una città ricca sia economicamente che culturalmente, contribuivano a farla diventare sempre più bella, la costruzione del Castello di Miramare per volere della corte Asburgica e la nuova urbanistica, con la realizzazione della più grande piazza europea aperta sul mare, che "ironia" della storia fu costruita dagli austriaci, con il nome di "Piazza Grande", e oggi rappresenta un simbolo dell'italianità di Trieste con il nome di Piazza Unità d'Italia.

    Trieste non ha mai dimenticato il sacrificio di centinaia di migliaia di giovani che dettero la vita in suo nome. Molti sono i monumenti, le targhe, le iscrizioni che ricordano la Grande Guerra a Trieste. Diverse sono collocate sul Colle di San Giusto, il cuore dell'antica Tergeste, dalla grande statua in onore dei caduti nella Prima Guerra Mondiale all'Ara della IIIª Armata, mentre sui prati ai piedi del castello e della Cattedrale, nel Parco della Rimembranza, si trovano centinaia di pietre carsiche che riportano i nomi di montagne, reparti e truppe che hanno combattuto durante la guerra. Trieste, città di mare, non poteva dimenticare il sacrificio dei marinai, per questo motivo, affacciato sul mare, si trova il più grande monumento italiano (dopo l'Altare della Patria a Roma) dedicato al successo finale: il Faro della Vittoria. Il monumento dall'alto dei suoi 68 metri domina il golfo e assolve a diverse funzioni, naturalmente al compito di guida per la navigazione notturna, poi per commemorare la vittoria italiana nella Prima Guerra Mondiale, con una grande statua di rame alta sette metri: la Vittoria Alata. Infine svolge anche la funzione di monumento in onore dei caduti del mare con l'imponente scultura (otto metri d'altezza) dedicata al Marinaio Ignoto.

    Sono trascorsi cent'anni dalla fine della Grande Guerra, in questo periodo diverse sono state le manifestazioni, le celebrazioni, per l'annessione di Trieste all'Italia al termine della Prima Guerra Mondiale (1918) e del ritorno della città alla fine della Seconda Guerra Mondiale (1954). Tutte, hanno avuto un comune denominatore: il Tricolore. Quel Tricolore che le ragazze di Trieste iniziarono a cucire già durante il conflitto e che consegnarono ai primi bersaglieri che sbarcarono dal cacciatorpediniere Audace. I quali a loro volta salirono sul Colle di San Giusto per issarlo sul campanile della cattedrale, la bandiera italiana sventolava sulla città di Trieste, era il 3 novembre 1918.

 

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