Sui sentieri della Grande Guerra del fronte isontino: il Colle di Santa Maria-Mengore. Museo all'aperto colle di Santa Maria (Mengore)

    Album di fotografie e descrizione della visita al Museo all'aperto della Grande Guerra sul Colle Santa Maria  - Mengore. Nella media valle dell’Isonzo (in territorio sloveno), vicino al paese di Tolmino, si trova il punto di confluenza del fiume Iudrio (Idrija) nell’Isonzo (Soča); il paesaggio è molto bello, i due fiumi dal brillante colore verde smeraldo, serpeggiano dolcemente tra colline, rupi scoscese e graziosi villaggi, e sono fiancheggiati dalle mille sfumature dei boschi (soprattutto in autunno). Inserite in questo ambiente suggestivo si trovano le colline di Santa Maria (Mengore), Santa Lucia (Selski Vrh) e Bučenica che furono coinvolte durante la Prima Guerra Mondiale, costituivano la famosa "testa di ponte di Tolmino" l'invincibile roccaforte austro-ungarica del fronte isontino. Oggi, grazie al lavoro di recupero della Fondazione slovena "Pot Miru v Posočju" di Caporetto (Sentieri di Pace dell'Alto Isonzo), l'altura di Santa Maria (Mengore) è diventata un Museo all'aperto della Grande Guerra.  - Terribili erano le condizioni sul Santa Maria, tra le pietre carsiche ancora si sentono le parole dei soldati:

 “Nel mezzo dell’Isonzo ci stà Santa Maria, se stanco sei di vivere ti mostrerò la via....”.

“E difficile cogliere la rosa di Santa Maria, alle sue spine ci si punge facilmente. Ma le vostre fidanzate, le mogli e le madri vogliono avere proprio questa rosa. Portategliela, a qualunque prezzo”.

    ACCESSO - Dall’Italia: si attraversa il valico a Gorizia (Nova Goriza) "Casa Rossa" e si continua lungo la Valle dell’Isonzo in direzione Caporetto (Kobarid). Superato il paese di Canale (Kanal), dopo circa 10 Km , prima di raggiungere la cittadina di Tolmino (Tolmin), ad un bivio prendere a destra per Santa Lucia d'Isonzo (Most na Soči). Dopo aver attraversato la frazione di Kosaršče, si raggiunge la sella Poljance 253 m., deviando a sinistra  con un breve tratto di strada sterrata, si arriva ad un ampio parcheggio ed alle indicazioni per il Museo all’aperto.    

    ITINERARIO  - Visita della prima linea austriaca alla "testa di ponte di Tolmino" - stazione fotoelettricaIl percorso ha un itinerario ad anello ed inizia a sinistra del parcheggio. Una bella strada carrareccia s’inoltra nel bosco e sale dolcemente con lunghi tornanti. Raggiunto un costone roccioso, s'inizia la visita delle importanti opere di difesa approntate dalle truppe austro-ungariche sul Santa Maria, costituite in gran parte da ampie caverne scavate nella roccia ed utilizzate dall’artiglieria (tutte ripulite e restaurate). Interessanti sono le iscrizioni originali rimaste all’entrata delle caverne che ricordano le batterie d'artiglieria dei vari plotoni (Zug). Sopra l'apertura di un'altra caverna, una targa ricorda in particolare gli addetti della Scheinwerfer (riflettori), che operavano nella stazione fotoelettrica n°33 da 60 cm. di diametro, all'interno si riconosce ancora il basamento in cemento armato, sopra il quale il grande riflettore veniva alzato ed in caso d'attacco italiano, ritirato nell'ampia caverna. Dalle batterie, seguendo con attenzione i piccoli bolli rossi del sentiero, si prosegue a sinistra e si continua la salita nel bosco. Raggiunta un’ampia radura con ruderi di vecchie case, s'interseca la strada principale che sale in cima. Lungo la via, in mezzo alla fitta vegetazione, si possono visitare diversi ruderi di camminamenti, gallerie e ricoveri (con attenzione, poiché questi non sono stati ancora ripristinati). La chiesa in cima del Santa MariaIn breve si raggiunge la cima del colle Santa Maria-Mengore 453 m., dove si trova la candida chiesetta dedicata al nome della Vergine. Fu costruita intorno al 1500, durante il periodo bellico venne completamente distrutta e ricostruita nel 1928. Dalla sommità del colle, si ha un'ampia visione del fronte durante la Grande Guerra: verso il fondo valle la prima linea italiana, verso ovest la dorsale del Kolovrat con il monte Klabuk e il monte Piatto (Trinski Vrh), da dove  le artiglierie italiane tenevano sotto tiro il colle. Infine verso nord, la catena del Mrzli-Vodil, il monte Nero (Krn) ed il monte Rosso (Batognica). Attraversata l'ampia cima, si scende per un sentierino opposto a quello di salita, in direzione di una piccola cappella, per visitare l’incredibile sistema di gallerie e caverne, che si estendevano sotto tutta la sommità della collina e della chiesa. L’itinerario continua in discesa, verso un piccolo avvallamento tra i due colli che formano la vetta. Da qui con una deviazione, a sx., lungo una traccia, che in realtà è una trincea, si possono visitare alcune caverne per truppa. Sopra di una di queste è ben riconoscibile il fregio dell'Imperiale e Regio IV battaglione del Reggimento fanteria n° 53, 22ª compagnia Feldjäger, con l'iscrizione in lingua serbo-croata "Špilja Naših hrabrih junaka" (Caverna dei nostri valorosi eroi) a testimonianza della provenienza dei soldati austriaci dalla zona di Agram (Zagabria). Rientrati nella piccola valletta si continua all’interno del bosco, con un percorso circolare, verso dx, per raggiungere il lato protetto del sistema difensivo austro-ungarico sul versante est del Santa Maria, dove si trovavano le baracche e i ricoveri esterni ed in caverna delle truppe. caverna con una monumentale entrataL’itinerario storico conduce verso una postazione d’osservatorio e successivamente al vecchio cimitero austriaco, dove rimane soltanto un cippo a ricordo dei caduti austro-ungarici negli anni 1915-1917. Dopo la guerra le salme furono trasferite in un altro cimitero. Il sentiero storico prosegue lungo una parete rocciosa, dove alcuni passamano in legno aiutano a superare i tratti più ripidi e consente di visitare la caverna del comando del IV Battaglione del k.u.k (kaiserlich und königlich) Infanterie Regiment n. 53. Infine la traccia conduce al manufatto bellico forse più interessante e caratteristico dell’intero Museo all’aperto della grande Guerra sul colle di Santa Maria-Mengore: una caverna con una monumentale entrata e l’interno con le pareti quasi integre, costruita nel 1916 dalla 10ª Baukompagnie del 19° Reggimento Landwehr. Ancora oggi non si comprende qual era il suo effettivo utilizzo, una cisterna per l’acqua o un’importante sede di comando. Ritornati davanti alle postazioni d’artiglieria si rientra al parcheggio dove termina l’itinerario ad anello.     

    DIFFICOLTA' - La visita del Museo all'aperto sul colle di Santa Maria (Mengore) è facile. I tempi di percorrenza sono indicativi, possono aumentare  proporzionalmente all'interesse soggettivo della visita storica. 

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Sui sentieri della Grande Guerra del fronte isontino: il colle di SANTA MARIA-MENGORE

Museo all'aperto di Mengore - Santa Maria

Durata della visita:  2,00 - 3,00 h. 
Difficolta: facile
Cartografia: Geodetska Uprava – Foglio 089 – Tolmin – Scala 1:25.000

NOTE STORICHE della Grande Guerra sul colle SANTA MARIA - MENGORE

All’inizio del conflitto, l’esercito italiano condusse il primo sbalzo offensivo nel medio Isonzo, in direzione dello sbarramento austro-ungarico chiamato “testa di ponte di Tolmino” formato dai colli Mengore-Santa Maria 453 m., Selski Vrh-Santa Lucia 590 m. e Bučenica. Era costituito da tre linee di trincee con postazioni d’artiglieria scavate in profondità nella roccia ed impedirono, per tutta la durata della guerra, ogni sfondamento da parte delle truppe italiane. Durante la Prima battaglia dell’Isonzo (23 giugno – 7 luglio 1915) la formidabile posizione difensiva austriaca arrestò lo slancio italiano. Soltanto il II/66° della Brigata Valtellina e alcuni reparti della Brigata Bergamo riuscirono ad occupare una trincea nemica sulle pendici nord-ovest del Santa Maria. I successivi attacchi italiani di sfondare questa linea, iniziarono il 12 agosto 1915 e furono preceduti da intensi bombardamenti dal sovrastante monte Kolovrat. Il 25° fanteria della Brigata Bergamo con incrollabile tenacia riuscì a salire fino a quota 588 metri del Santa Lucia, senza però conquistarne la cima, lasciando sul terreno oltre 1600 uomini e 57 ufficiali. In un altro tentativo, il 9 settembre 1915, i soldati della Brigata Valtellina con l’aiuto dei Battaglioni alpini “Susa” e “l’Exilles” riuscirono a penetrare fino alla chiesetta di Santa Maria, ma poi vennero respinti. Alcuni reparti rimasero accerchiati e furono annientati con le mazze ferrate, senza pietà. Durante la Terza battaglia dell’Isonzo (18 ottobre – 4 Novembre 1915) soprattutto dal 21 al 31 ottobre gli attacchi si  ripeterono, ma gli austro-ungarici riuscirono a respingerli. In questi assalti disperati, vennero sacrificati più di 4.000 uomini e 130 ufficiali delle Brigate Bergamo e Valtellina e del 5° Reggimento Bersaglieri. Ancora nella Quarta battaglia dell’Isonzo (10 novembre – 2 dicembre 1915) nonostante il valore ed i grandi sacrifici, gli italiani non riuscirono che a strappare piccoli tratti di trincea, compresa quella chiamata “ridotto di San Maria”. Il primo anno di guerra si concludeva con una incredibile carneficina italiana e senza successi tangibili.

L’anno successivo i contendenti si occuparono principalmente di fortificare le trincee, mentre gli scontri più cruenti avvenivano in altri tratti del fronte isontino. Dopo l’ecatombe del 1915 gli italiani rinunciarono a nuovi grandi attacchi, tenendo sotto pressione gli austro-ungarici con arditi colpi di mano e bombardamenti, ma le postazioni raggiunte erano sfavorevoli e continuavano a logorare gli uomini.

La relativa calma nelle retrovie della testa di ponte di Tolmino però, consentì al comando austriaco nei mesi di settembre – ottobre 1917 di ammassare, indisturbato e non visto, un forte contingente di nuove truppe fresche, composto da alcune divisione di soldati tedeschi (Alpenkorps e Jäger). Fu proprio l’Alpenkorps (Gruppo Stein), ad iniziare la sorprendente controffensiva austro-tedesca nella Dodicesima battaglia dell’Isonzo, il 24 ottobre 1917. Dopo una terribile tempesta di gas e bombe sulle postazioni italiane, dal Colle Santa Maria il battaglione da montagna Würrtemberg diede l'assalto alle pendici del monte Kolovrat e contemporaneamente risalì la Valle dell’Isonzo, era l’inizio della battaglia, passata alla storia come: la “disfatta” di Caporetto, che comportò il quasi annientamento della della II armata e alla ritirata dell’esercito italiano dal fronte isontino fino sulla linea del Piave.

 caverna con una monumentale entrata

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