Sentiero naturalistico alla Riserva Naturale della Foce dell'Isonzo. Riserva naturale della foce del fiume Isonzo

    Album di fotografie e descrizione del sentiero naturalistico della Riserva Naturale della Foce dell'Isonzo. Il fiume nasce alle pendici delle Alpi Giulie, in territorio sloveno, (Izvir Soče ), continua la sua corsa ai piedi delle montagne che furono testimoni delle terribili Dodici Battaglie del fronte isontino durante la Prima Guerra Mondiale 1915-18. Nei pressi del paese di Salcano, alle porte di Gorizia, l'Isonzo entra in territorio italiano e termina la sua corsa, dopo 136 chilometri, nell'Alto Mar Adriatico, a punta Sdobba. Dal 1996, tutta la foce dell'Isonzo, rientra in una Riserva Naturale della regione Friuli Venezia Giulia, un'oasi di selvaggia bellezza, dalla natura incontaminata, dove il fiume dall'inimitabile color verde smeraldo finisce il suo vivace percorso.

    ACCESSO - Dall'autostrada A4, si esce all'ultimo casello in direzione di Trieste, (barriera Monfalcone est-Lisert), superata la cittadina di Monfalcone si continua sulla strada provinciale SP 19 in direzione di Grado. Dopo circa 6 km, in corrispondenza di una grande rotatoria, si seguono le indicazioni che conducono alla Riserva Naturale Foce dell'Isonzo. Superato un argine e percorso un breve tratto di strada sterrata, si raggiunge l'isola della Cona, posta tra il fiume Isonzo e il canale Quarantia, dove si trova il parcheggio.

    ITINERARIO  - Riserva Naturale della Foce dell'Isonzo - L'isola della Cona è il cuore del Parco Naturale, vicino al parcheggio si trova il Centro visite, composto da alcuni edifici, all'interno dei quali sono state allestite alcune sale con percorsi multimediali, piccoli musei e osservatori. L'entrata alla Riserva della Foce del fiume Isonzo è a pagamento (5 euro) ed è aperta quasi tutti i giorni dell'anno (informarsi). Superata la biglietteria, inizia il sentiero, chiamato del "Mondo unito" che conduce alla foce del fiume. Il percorso si sviluppa in linea retta, prevalentemente sull'argine sinistro dell'Isonzo (sinistra orografica), per una lunghezza di 5 chilometri e un tempo di percorrenza di circa tre ore tra andata e ritorno. In primavera e in autunno potrebbe capitare di dover attraversare tratti molto fangosi o parzialmente allagati, con queste condizioni sono raccomandabili calzature adeguate (stivali di gomma). Si consiglia di chiedere informazioni sullo stato del terreno al personale della biglietteria. Il primo tratto del sentiero Mondo unito è in comune con un sentiero ad anello, più breve (1,5 km), che consente d'ammirare una porzione della Riserva Naturale sull'Isola della Cona (itinerario che percorreremo al ritorno). Dal Centro visite il sentiero inizia con un itinerario che si snoda tra fitti boschi e canneti, fino al punto di osservazione Pavoncella, dove i due percorsi si separano. Si continua sul sentiero principale in direzione della foce, per raggiungere il tratto tra i punti di osservazione Biancospino e Cioss. E' questa la zona che, in presenza di forti precipitazioni, diventa particolarmente paludosa, si attraversa infatti, un suolo sabbioso e fangoso, chiamato velma (dal dialetto veneziano "melma"), che identifica un terreno che emerge solamente con la bassa marea. Superato l'ultimo punto d'osservazione attrezzato "Cioss" il sentiero sale sull'argine e continua con un percorso in perfetta linea retta verso la foce. L'ambiente è aperto e panoramico, a destra scorre il fiume Isonzo mentre a sinistra la vista inizia a spaziare sul Golfo di Trieste e sulle bianche falesie di Duino. Al termine del lungo percorso si raggiungono alcuni caratteristici casoni che identificano la località di Punta Sdobba. Il sentiero attraversa ancora un piccolo boschetto e infine conduce alla foce. All'improvviso si comprende che il lungo viaggio del fiume Isonzo è terminato, l'orizzonte è libero, davanti a noi soltanto l'immensa distesa d'acqua del mar Adriatico.

    Si ritorna indietro, per lo stesso percorso, fino al punto di osservazione Pavoncella, dove deviando a destra si può percorrere il sentiero naturalistico dell'isola della Cona. Un percorso ad anello che attraverso passerelle, piccoli argini e molti punti d'osservazione (all'interno di casoni attrezzati) consente d'ammirare la ricca avifauna della Riserva naturale. Soltanto nei mesi autunnali si possono vedere oltre 20.000 uccelli acquatici migratori sostare sui terreni lagunari, dominati dalle caratteristiche "barene", ricche di vegetazione che periodicamente sono sommerse dalle maree, e il cui nome deriva anch'esso dal dialetto veneto, "baro" che indica un cespuglio o un ciuffo d'erba. L'ambiente dal punto di vista naturalistico è molto interessante, tra le velme e le barene si alimentano migliaia di uccelli della famiglia degli Anatidi (anatre, cigni e oche), mentre nelle paludi d'acqua pascolano allo stato brado, i cavalli di razza Camargue. Percorso l'argine che si apre sul canale della Quarantia, il sentiero rientra al Centro visite.

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Sentiero alla foce dell'Isonzo.

La foce del fiume Isonzo

  Durata della visita:  3,00 h. 
  Difficolta: facile
  Sviluppo: 10 km.

Riserva naturale della foce del fiume Isonzo Riserva Naturale della Foce dell'Isonzo

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