Sui sentieri della Grande Guerra del fronte isontino: la cannoniera del monte Brestovec La cannoniera del monte Brestovec

    Album di fotografie e descrizione del Percorso Storico della Prima Guerra Mondiale sul monte Brestovec. A nord-est dell’Italia si estende un territorio particolare: il Carso, si tratta di un grande altopiano roccioso calcareo, che dalle Alpi Giulie raggiunge il mare Adriatico, attraverso le province di Gorizia e di Trieste e proseguendo nella Slovenia e nella Croazia si spinge fino ai monti Velebit (Alpi Dinariche). Il Carso offre paesaggi naturali di rara bellezza, consigliatissima la sua visita in autunno, con il caleidoscopio di colori arancio-rosso del sommacco, offre aspetti diversi e contrastanti tra loro, da una parte l’aspra e nuda roccia carsica, dall’altra l’esuberante vegetazione autoctona fitta ed inestricabile. Anche il Carso Isontino presenta le stesse caratteristiche,  ma con una particolarità in più, la vegetazione nasconde  numerose fortificazioni della Prima Guerra Mondiale 1915-18. Questa zona del Carso è segnata  da un profondo solco, chiamato “il Vallone” che la divide tra il Carso di Doberdò e quello di Comeno (oggi  in territorio sloveno), sul suo bordo occidentale è stato inaugurato nell'ottobre 2012 il Percorso Storico della Grande Guerra sul fronte isontino del Monte Brestovec, dove è stata recuperata una galleria per l’artiglieria (cannoniera) che nonostante sia rimasta inutilizzata durante la Grande Guerra, rimane comunque interessante quale manufatto militare.  

    ACCESSO - Dall'autostrada A4 si esce al casello Redipuglia-Monfalcone e si prosegue per Sagrado. Raggiunta la cittadina si continua con la Strada Provinciale (SP9) verso San Martino del Carso. Attraversato il paese di San Martino si raggiunge la località di San Michele del Carso dove si parcheggia nei pressi del centro sportivo, (frazione di Còtici Inferiore). In alternativa si può salire direttamente dalla strada del Vallone (SS 55, che collega Gorizia a Monfalcone). Dal cippo ai Granatieri (vicino alla deviazione per il paese di Devetachi) si segue una traccia, parallela alla strada, si superano le rovine di due cimiteri militari ed una volta attraversata la statale, si prosegue in salita con una carrareccia, che conduce direttamente al sito storico di Brestovec.   

    ITINERARIO del Percorso Storico del Monte Brestovec. Dal centro sportivo di Còtici Inferiore, si segue in discesa la via Devetaki , fino ad un piccolo incrocio dove si svolta a sinistra e si continua fino ad incontrare, a destra, la prima strada sterrata. L'itinerario prosegue all'interno della caratteristica landa carsica, fino a raggiungere la cima del monte Brestovec , alto circa 200 metri che si affaccia sul Vallone. Qui inizia la zona restaurata della postazione per l'artiglieria in caverna (cannoniera) e delle trincee. Trincee del monte BrestovecIl lodevole lavoro di recupero dei manufatti bellici non consiste soltanto nella pulizia e messa in sicurezza di camminamenti, trincee e gallerie, ma anche dell'istituzione di un percorso didattico-culturale all'interno del maestoso complesso sotterraneo, con un piccolo allestimento museale , comprendente vagoncini montati su rotaie, sagome di cannoni, ma soprattutto racconti dei soldati italiani e austro-ungarici sulle vicende del conflitto sul Carso e il punto di vista di testimoni illustri, quali: Kipling, d'Annunzio e Eugenio d'Asburgo. Ricordiamo infatti che lo scrittore Joseph Rudyard Kipling, Premio Nobel per la letteratura nel 1907 con il racconto per ragazzi "il libro della giungla", fu anche corrispondente di guerra sul fronte isontino e raccolse le sue riflessioni nel volume "La guerra nelle montagne: impressioni del fronte italiano". Nello scritto racconta con sorpresa ed ammirazione di aver assistito allo scavo della galleria da parte dei minatori.

    Sulla cima del Brestovec si possono osservare anche le tracce della presenza militare durante la Guerra Fredda. Sono infatti facilmente individuabili sia dei piccoli coni con un'apertura protetta da una rete, sia una porta in ferro con lucchetto che chiude un'entrata al sotterraneo. Osservatorio della Guerra FreddaI coni sono delle prese d'aria per i corridoi costruiti nella roccia, i quali conducono a un bunker mimetizzato con pietre, visibile dall'esterno. L'insieme di quest'opera riutilizzava alcune gallerie e caverne della Grande Guerra ma in seguito venne ampliata e fortificata dall'esercito italiano negli anni Cinquanta/Sessanta. Era un osservatorio militare, che serviva a controllare l'intero territorio del Carso di Comeno, che si trovava sul ex confine con l'attuale stato di Slovenia e, prima del 1991, con la Jugoslavia. Venne usato fino a quella data perché le autorità italiane temevano che vi fosse un eventuale pericolo di invasione del territorio italiano da parte dell'esercito jugoslavo e sovietico. Cosa che non avvenne, ma il timore era dovuto a quanto successo al termine della Seconda Guerra Mondiale nel 1945, quando l'Europa entrò nel clima della Guerra Fredda, in seguito alla divisione dell'Europa in occidentale (gli alleati della NATO e gli Stati Uniti d'America) e orientale (l'Unione Sovietica, gli alleati del Patto di Varsavia), con ciascuna delle due parti divise da differenti sistemi politici, sociali ed economici.

    DIFFICOLTA' - Il Percorso Storico della Grande Guerra del Monte Brestovec è facile.

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Sui sentieri della Grande Guerra del fronte isontino: la cannoniera del monte BRESTOVEC

Museo all'aperto del monte Brestovec

Durata della visita:  2,00 - 3,00 h. 
Difficolta: facile
 

NOTE STORICHE della Grande Guerra sulla Cannoniera del monte BRESTOVEC

Grazie alla sua posizione panoramica, all'inizio della Grande Guerra, fu utilizzato come posto d'osservazione dall'esercito austro-ungarico. Con la vittoria italiana nella Sesta Battaglia dell'Isonzo (6-17 agosto 1916), la forte linea difensiva austro-ungarica della testa di ponte di Gorizia crollò rapidamente. Con la perdita del monte Sabotino e del monte San Michele gli austriaci furono costretti a ripiegare su nuove posizioni arretrate, organizzando la nuova difesa sul Carso di Comeno ad oriente di Gorizia. Di conseguenza l'intero settore ad occidente del Vallone (Carso di Doberdò) venne occupato dagli italiani, compresa la cima del Brestovec che fu trasformata in una postazione difensiva in caso di contrattacco austriaco. Furono scavate nella viva roccia carsica, trincee, camminamenti, gallerie e soprattutto caverne per collocarvi postazioni di cannoni. I lavori per la modifica e l'ampliamento delle gallerie, utilizzando anche alcune grotte naturali, furono effettuate dalla 3ª Compagnia del 5° Reggimento del Genio italiano, tra il gennaio e l'agosto del 1917. Con lo scoppio di mine e l'impiego di una perforatrice pneumatica, furono realizzate le piazzole in caverna per 8 cannoni da 149/35, divisi in quattro coppie, in modo da avere un raggio d'azione molto ampio verso la nuova linea difensiva austriaca del Carso di Comeno ed i cui proiettili avrebbero raggiunto la distanza massima di 16,5 km, quasi alle porte di Trieste. Le vicende della Grande Guerra sul fronte isontino, comportarono il mancato utilizzo di questa cannoniera che non venne mai coinvolta direttamente nei combattimenti, e fu velocemente abbandonata in seguito alla “disfatta” di Caporetto nell'ottobre del 1917.

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