Album di fotografie e descrizione della salita al Sasso Vernale, nelle Dolomiti. La montagna è la terza per altezza del Gruppo della Marmolada, dopo la "Regina delle Dolomiti" ed i Vernel, mentre è la più alta del sottogruppo Ombretta-Ombrettola al quale appartiene. Si presenta come un massiccio compatto, dalla forma piramidale, discretamente isolato dalle altre cime e questo le garantisce un vasto panorama dalla sua vetta. Il Sasso Vernale è stato coinvolto durante la Prima Guerra Mondiale 1915-18, ancor oggi l'accesso alla cima avviene sulle tracce dei vecchi sentieri militari costruiti dagli alpini. L'ascensione al Sasso Vernale si effettua dal Passo Ombrettòla, durante la classica e spettacolare traversata dal rifugio Falier al rifugio Contrin (o viceversa). Durante l'escursione con piccole e facili deviazioni si possono salire anche le Cime Cadine e la Cima d'Ombrettòla. Si consiglia di pernottare in uno dei due rifugi, ed il giorno successivo completare l'itinerario ad anello intorno al sottogruppo Ombretta-Ombrettola, con la seconda bellissima traversata da una vallata all'altra, attraverso il Passo d'Ombretta.
ACCESSO - I punti di partenza dell'escursione possono essere due: il rifugio Falier 2.080 m., raggiungibile da Malga Ciapela 1.446 m. (Val Pettorina/Val Cordevole), in circa due ore; oppure dal rifugio Contrin 2.016 m. il cui accesso avviene da Alba di Canazei (Val di Fassa) in circa 1,30-2,00 ore.
ITINERARIO - Dal
rifugio Falier
2.080 m.
inizia il sentiero
(CAI N°612),
che conduce alla testa della Valle Ombretta e successivamente la
contorna, verso sx., con un percorso a semicerchio. Raggiunto il
versante opposto del rifugio, inizia la salita su ripidi prati in
direzione della Valle Ombrettòla.
Lentamente si passa dalle verdi
praterie alle grigie rocce calcaree, fino ad una grande terrazza
panoramica, dove si ammira tutto l'anfiteatro di vette che circonda la
valle, con in primo piano l'immensa muraglia della parete sud della
Marmolada. La traccia sale con pendenza costante alla base della Cima
d'Ombretta Orientale, ed entra nel desertico e selvaggio Vallone Ombrettòla.
Da questo punto si può osserva tutto lo svolgimento dell'itinerario
fino al Passo Ombrettòla: un'infinita traccia sale sugli sfasciumi e le
rocce racchiuse tra il Sasso Vernale e le Cime Sasso di Valfredda e
Formenton. Si risalgono con fatica le ripide serpentine sui ghiaioni
friabili, si percorre un lungo traverso, ed infine con alcuni zig-zag
(possibilità di neve) si raggiunge il Passo d'Ombrettòla 2.868 m.
Tutta la zona del valico presenta ancora notevoli resti delle linee
italiane della Grande Guerra. Una targa dedicata al capitano Arturo
Andreoletti, ricorda l'ufficiale che con i suoi alpini si prodigò per
fortificare tutto il passo con trincee e caverne per l'artiglieria. Dal
passo d'Ombrettòla inizia la lunga cresta sud-est del Sasso Vernale.
Qualche metro prima di raggiungere il passo, sulla dx, davanti ad alcune
caverne, si attraversa un grande terrapieno della guerra, fino ad
incontrare un ometto, che indica la via di salita. Una traccia militare
sale ripida le prime facili roccette e continua pochi metri sulla destra
sotto la cresta, a fianco dei fittoni di ferro della vecchia via
attrezzata degli alpini che portava in cima. La traccia traversa in
costa il ripido ed esposto pendio, (la parete scivola per centinaia di
metri sulla sottostante Valle d'Ombrettòla) richiede passo sicuro e
molta attenzione per la presenza sul fondo roccioso di ghiaino friabile.
Si continua aggirando dei facili gradoni roccioso e poi con la traccia
che diventa meno ripida si raggiunge la cima del Sasso Vernale 3.054
m. Colpo d'occhio a 360° gradi eccezionale,
sulla vicinissima Marmolada, sulle Cime d'Ombretta, su tutta la Val
Contrìn, la Valle di San Nicolò, la Val Franzedàs, le Pale di San
Martino e sulla cima d'Ombrettòla, dell'Uomo e delle cime Cadine.
Dopo la meritata sosta, si rientra al Passo d'Ombrettola per lo stesso
percorso della salita (prudenza anche maggiore in discesa !!!). Dal
passo, proprio di fronte al Sasso Vernale, un dolce pendio detritico
invita a salire la Cima d'Ombrettòla 2.922 m. Andata e ritorno
di questa breve e facile deviazione, circa 30 minuti. (Si sconsiglia la
prosecuzione in discesa sulla linea di cresta verso la Punta Cigolè,
poichè la traccia è esposta e pericolosa). La grande traversata
prosegue dal Passo d'Ombrettòla in direzione del Passo delle Cirelle. Il sentiero
(CAI N°612)
scende
dolcemente a sinistra, mentre verso destra una traccia raggiunge
velocemente la Val Contrin, e prosegue con alcuni sali-scendi, in mezzo
ad infiniti ghiaioni e belle vedute sul Passo San Pellegrino e la
località di Fuchiade. Raggiunto il Passo delle Cirelle 2.686 m.,
si osserva verso ovest, un largo e regolare piano inclinato roccioso, è
la via di salita delle Cime Cadine. Si tratta di un complesso roccioso a
tre punte, la cima più alta e più facile da salire è quella orientale
mentre per le altre due è richiesta una traversata di cresta esposta e
difficile. Questa seconda deviazione facoltativa durante la traversata,
è consigliata per ragioni panoramiche ma anche per la possibilità di
visitare un altro tratto della prima linea italiana del "fronte
Marmolada" nel 1915-1917. La facile salita (ma a questo punto
dell'escursione un pò faticosa) avviene senza percorso obbligato sul
regolare piano detritico, tenendosi leggermente verso sinistra, versante
sud, per visitare i manufatti bellici degli alpini. Si osservano grandi
basamenti per ricoveri, con ancora i tronchi originali, diverse caverne,
trincee e resti di baracche ancorate alla roccia (fino al 1990 una era
ancora "in piedi") In circa 30 minuti si raggiunge la vetta
della Cima Cadina Orientale 2.886 m. Bellissimo panorama sulle
cime ascese durante l'escursione, con la spettacolare piramide del Sasso
Vernale e della sua Vedretta dominate dall'imponente muraglia
meridionale della Marmolada. Si rientra al Passo delle Cirelle e
con il sentiero (CAI N°607) inizia
la lunga discesa che attraverso terrazze rocciose e successivamente
praterie e pascoli (dove vivono tante marmotte) raggiunge il ripiano
erboso del rifugio Contrin
2.016 m.
DIFFICOLTA' - La traversata delle valli attraverso il Passo d'Ombrettòla è facile, soltanto un pò faticosa. La salita al Sasso Vernale è di media difficoltà, ma presenta le classiche caratteristiche dell'ambiente dolomitico quando si lasciano i sentieri segnati. Sono necessari passo sicuro ed esperienza su terreno friabile e molto esposto, da evitare assolutamente con neve o ghiaccio. Alcune foto sono degli amici Maurizio Toscano e Franco Romano.
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Salita al Sasso Vernale dal rifugio Falier e discesa al rifugio Contrin. | ||
Sintesi | salita : | discesa : |
Tempi: | 3,00 - 3,30 h. | 2,00 - 2.30 h. |
Dislivello: | 1.000 m. | 1.050 m. |
Difficoltà: | EE - F+ | (difficoltà) |
Cartografia | Ed. Tabacco 1:25.000 Foglio 06 Val di Fassa |
DATA escursione: |
7 settembre 2013 |
BREVI NOTE STORICHE della Grande Guerra All'inizio della Prima Guerra Mondiale i comandi italiani non colsero l'occasione di una rapida avanzata, nel settore dolomitico, verso la Val Pusteria o la Val di Fassa e Bolzano, grazie alla superiorità di mezzi e soldati, ma si accontentarono di una lenta e titubante avanzata. Questo consentì all'esercito austro-ungarico di organizzarsi, e di scegliere le posizioni migliori per la difesa. L'iniziale errore strategico, comportò in seguito ad una inutile guerra di posizione, durata tutto il conflitto, sulle cime più alte delle Dolomiti in un ambiente aspro e severo, dove il coraggio, il sacrificio e le imprese alpinistiche dei contendenti non mutarono di un metro il fronte alpino. Durante la Prima Guerra Mondiale, la linea del fronte sul massiccio dell'Ombretta, correva lungo le creste delle Cime Cadine, Ombrettola, Sasso Vernale e Cime d'Ombretta fino ai piedi della parete meridionale della Marmolada. La notte del 7 giugno 1915 un plotone di alpini con la guida Fersuoch, salirono i canaloni sud-est del Sasso Vernale con una spettacolare arrampicata, misero in fuga il presidio austriaco della cima, e divisi in due gruppi scesero e conquistarono i passi d'Ombretta e d'Ombrettola. In seguito tutto il settore fu occupato dagli alpini della 206ª Compagnia "Val Cordevole" sotto il comando del capitano Arturo Andreoletti. Le cime più alte furono presidiate dagli alpini con piccole postazioni di vedetta e di artiglieria, mentre sui passi vennero costruiti complessi sistemi fortificati, con lo scavo di caverne, lunghe trincee, baracche e postazioni d'artiglieria. Inoltre fu predisposta una fitta rete di sentierini militari, ancor oggi ben visibili ed utilizzati. Fino al 24 ottobre 1917 (disfatta di Caporetto e ritiro degli alpini), per due anni e mezzo gli italiani tentarono inutilmente di conquistare la Val Contrin fulcro del sistema difensivo dei kaiserjäger austriaci. Ma più che con il nemico, i contendenti dovettero combattere contro le terribili condizioni ambientali dell'alta montagna (3.000 metri), durante due infernali inverni, con temperature di meno 30 gradi C°, eccezionali nevicate (fino a sette metri) e paurose valanghe. NOTE STORICHE del rifugio FALIER - Costruito nel 1911, il Rifugio Ombretta venne affidato alla guida alpina Vincenzo Fersuoch. Durante la Prima Guerra Mondiale fu adibito a comando militare della 206ª Compagnia "Val Cordevole" e come base logistica per il supporto delle postazioni dei passi d'Ombretta e d'Ombrettòla. Colpito dall' artiglieria austriaca che lo rase al suolo, il rifugio poté essere ricostruito grazie al contributo della famiglia Falier. |