Album di fotografie e descrizione delle ferrate sul monte Paterno. Montagna
conosciuta e molto frequentata per lo splendido panorama che offre dalla sua
cima, un grandioso colpo d'occhio a 360° gradi su tutte le Dolomiti di
Sesto, reso ancora più prezioso dalla vicina presenza delle imponenti
Tre Cime di Lavaredo. Il Paterno è anche famoso dal punto di vista storico,
poichè fu una delle montagne dolomitiche più contese nella Prima Guerra
Mondiale 1915-18.
Durante la Grande Guerra i soldati italiani costruirono sulle sue crode,
scavando nella roccia, un capillare sistema di arditi sentieri, camminamenti,
gallerie e postazioni. Oggi, dopo un'ammirevole lavoro di ripristino e restauro
dei gloriosi percorsi, sono stati realizzati quattro sentieri attrezzati che
permettono di salire il Paterno e percorrere in quota tutte le sue dorsali.
1) Sentiero attrezzato Forcella Passaporto, dal rifugio Lavaredo (rifugio Auronzo)
alla Forcella Camoscio
2) Sentiero
attrezzato alla cima del Paterno, dalla Forcella Camoscio
3)
Sentiero attrezzato delle "Forcelle" da Forcella Camoscio a
Forcella Laghi (Pian di Cengia)
4)
Sentiero attrezzato De Luca-Innerkofler (percorso delle Gallerie) dal rifugio Locatelli alla Forcella del Camoscio
I percorsi attrezzati vengono descritti in modo separato in quanto consentono diverse possibilità di combinazione fra di loro, possono essere percorsi sia in salita che in discesa, avendo tutti il nodo di congiunzione nella Forcella Camoscio. Il lungo itinerario ad anello da noi proposto, lo consideriamo il più completo, (inizio e rientro dal rifugio Auronzo) percorre i sentieri attrezzati 1 - 2 - 3 e permette d'ammirare tutti i versanti del Paterno. Il Sentiero attrezzato De Luca-Innerkofler (4) viene trattato separatamente per un'auspicabile ripetizione dell'ascesa al Paterno, lungo una via originale, di grandissimo interesse storico, testimone di immensi sacrifici degli alpini.
Dal
rifugio Auronzo 2.320 m. si segue la larga carrareccia (CAI N°101)
che traversa verso est le pendici meridionali delle Tre Cime di Lavaredo.
In breve si raggiunge la cappella fatta costruire dal Cappellano degli
alpini, Piero Zangrando, in onore della Madonna della Croda. La strada
conduce velocemente al rifugio Lavaredo 2.344 m. dove si ammirano le
quinte
rocciose delle
slanciate Cima Piccola, Punta di Frida e Piccolissima, della famosa
triade. Dal
rifugio si sale alla Forcella Lavaredo 2.454 m.,
(Difficoltà:E; durata:0,35 ore) dove tra resti di trincee, si rimane senza parole davanti alle strapiombanti
pareti settentrionali delle Tre Cime, sicuramente una delle più
famose immagini delle Dolomiti.
1) Sentiero
attrezzato Forcella Passaporto
- Dalla
Forcella Lavaredo
un ripido sentierino sale il crinale della
sella fino alle prime rocce della Croda Passaporto, dove si trova
l'ingresso della prima galleria del sentiero attrezzato. All'entrata un
bassorilievo ricorda il reparto zappatori che realizzò l'opera, la
galleria è breve, ma molto bassa (attenzione!), all'uscita si continua
con un camminamento protetto con muretti di pietre. Si prosegue su una
cengia esposta, in piena parete, ma sufficientemente larga e ottimamente attrezzata con
cavo metallico, che permette di superare in sicurezza tutte le asperità che presenta
la montagna, spigoli, diedri e canalini. Un gradino verticale (tre
metri), da affrontare in discesa, è l'unico passaggio discretamente
impegnativo di tutta la via. Una breve salita conduce ad una
grande finestra nella roccia, la quale consente di attraversare la Croda
Passaporto, dal versante ovest a quello est e infine porta alla
Forcella Passaporto 2.530 m.
(Difficoltà:EEA; durata:0,30 ore) Ci si ritrova al centro di uno
straordinario ambiente dolomitico, formato da guglie, torri e altissime
pareti, con bellissimi scorci dalle feritoie di guerra sulla fantastica
"trinità". Dalla forcella inizia un altro
spettacolare camminamento in cengia, realizzato dagli alpini sulle crode
orientali che chiudono il Cadin Passaporto,
inizialmente orizzontale fino
alla Forcelletta Passaporto, in seguito in discesa sulle
ghiaie dello stesso ampio vallone, da dove una ripida traccia con un
faticoso zig-zag risale un pendio di sfaciumi, fino alla Forcella del Camoscio 2.650 m.
(Difficoltà:EEA; durata:0,45 ore)
2) Sentiero attrezzato alla cima del Paterno -
Dalla stretta Forcella del Camoscio inizia subito
il cavo metallico che aiuta a superare verso sinistra una cengia
esposta e interrotta (una volta c'era un ponticello). Segue un breve tratto in
diagonale che porta alla biforcazione della ferrata, negli ultimi anni
infatti per il grande numero di escursionisti e le conseguenti code,
sono stati realizzati due itinerari attrezzati, uno per la salita (a
destra) e uno
per la discesa. Entrambi superano la stessa parete rocciosa alta circa
40 metri, con due vie diverse ma con difficoltà quasi eguali (la via di
sinistra è leggermente più impegnativa).
Superata
l'articolata paretina si raggiunge il pendio di detriti e ghiaia ai piedi della
cima. Una traccia supera un facile canalino, alcune roccette e conduce
alla vetta del monte Paterno 2.744 m.
(Difficoltà:EEA; durata:0,30 ore)
Straordinario e
indimenticabile panorama su tutte le Dolomiti di Sesto e le più lontane
Dolomiti di Cortina. Con molta attenzione, a causa dei sottostanti
precipizi, si possono visitare le testimonianze della Grande Guerra,
leggermente nascoste, sulla
sommità. Infatti, non tutti coloro che raggiungono la vetta
e fanno la doverosa foto ricordo con la croce, sono consapevoli che i
loro piedi appoggiano sulla volta di una grande galleria, che attraversa
tutta la cima da est ad ovest.
Si rientra alla
Forcella
Camoscio, lungo lo stesso percorso di salita, utilizzando però
il secondo tratto attrezzato (sinistra dal basso).(Difficoltà:EEA; durata:0,30 ore)
3) Sentiero attrezzato delle "Forcelle"
-
Dalla Forcella Camoscio
inizia una stupenda cavalcata in quota, che sfrutta il sistema di cenge
aeree e panoramiche, costruite durante la
Grande Guerra. La via si sviluppa sulla dorsale orientale del
Paterno, ricca di guglie, pinnacoli e torri, chiamata la Cresta del
Camoscio. Il sentiero attrezzato
supera l'articolata cresta con diversi saliscendi, collegando le
numerose
forcelle che danno nome alla via. Nei pressi di due grandi
caverne
inizia una cengia orizzontale, verso est, che in breve conduce alla
Forcella del Camoscetto. La profonda fenditura viene superata con un
nuovo ponticello, a fianco del quale si possono notare ancora i cavi del
vecchio ponte degli alpini. Superata la forcella, subito a sinistra, si
consiglia di fare una piccola deviazione per visitare la testimonianza
più importante della Grande Guerra dell'intera ferrata. Si individua un
ripido canalino con molti detriti e resti di tronchi in legno (i
vecchi gradini) alla cui fine si nota un imponente arco in cemento
armato. Con attenzione si sale il friabile canale per visitare la
postazione del cannone italiano di Punta Camoscetto: una grande
caverna con ancora la guida semicircolare in ferro del cannone e due
feritoie, che permettono una suggestiva vista, sui Laghi Piani e sui Tre
Scarperi. Si ritorna sul sentiero attrezzato che prosegue, senza
eccessive difficoltà, con tratti di cenge, e facili roccette. Il
percorso è impreziosito dagli straordinari scorci delle Tre Cime di
Lavaredo, che sorprendono ogni qualvolta si supera uno spigolo o un
diedro. Oltrepassa l'ampia Forcella del Camoscino, la via sempre
agevolata dalla presenza del cavo metallico, sale le articolate rocce
della Punta Est, le aggira in corrispondenza di un gendarme e infine
scende per cengia detritica alla Forcella Est orientale 2.670 m.
Spettacolare panorama dall'Alpe dei Piani fino alla Croda dei Toni. Si
continua la discesa lungo un pendio ghiaioso che viene interrotto
all'improvviso da una profonda spaccatura rocciosa. Con l'aiuto di una
scaletta e del cavo, si scende sul fondo della fenditura per risalirla
dalla parte opposta. Ripresa la discesa sul pendio si arriva alla
Forcella dei Laghi 2.600 m.
(Difficoltà:EEA; durata:1,10 ore)
Dalla forcella ci sono tre possibilità
per proseguire, scendere a sinistra a l'Alpe dei Piani e rientrare al
rifugio Locatelli, oppure scendere a destra (ripido ghiaione) al Pian di
Cengia Basso e rientrare al rifugio Lavaredo. La nostra proposta,
sceglie l'opzione più lunga, proseguire diritti in leggera discesa,
sempre verso est, con un sentierino che taglia le ghiaie alla base delle
pareti meridionali delle Crode dei Piani. Aggirato lo spigolo est delle
Crode, una breve salita conduce al rifugio Pian di Cengia 2.528 m.
(Difficoltà:E; durata:0,40 ore)
Dal rifugio inizia la parte conclusiva del percorso ad anello, si
ritorna indietro fino alla Forcella Pian di Cengia, dove si riprende il
sentiero (CAI
N°101), in
direzione ovest.
Il sentiero inizialmente
in discesa, prosegue alla base delle pareti settentrionali di tutta la
dorsale orientale del Paterno, percorsa precedentemente con la ferrata
delle "Forcelle". Tra bellissimi panorami sui Laghi Piani e i Tre Scarperi si raggiunge il rifugio Locatelli 2.405 m. (Difficoltà:E; durata:0,45 ore) Dal
rifugio continua il ritorno sotto l'immensa parete occidentale del
Paterno. Al pomeriggio illuminata dal sole è di una bellezza
spettacolare. Raggiunta la Forcella Lavaredo l'itinerario si conclude
nuovamente al
rifugio Auronzo 2.320 m.
(Difficoltà:E; durata:1,15 ore)
4) Sentiero attrezzato De Luca-Innerkofler
-
Dal rifugio Locatelli 2.405 m.
un sentierino sale in direzione del caratteristico monolite chiamato la
"Salsiccia di Francoforte" (Frankfurter Würstel),
alla base della cresta settentrionale del Paterno. La traccia prosegue
lungo una dorsale rocciosa articolata fino all'ingresso della prima
galleria, breve e poco ripida, bene illuminata da grandi finestre, il
cui contorno creano suggestivi
quadri sulle pareti nord delle Tre Cime
di Lavaredo. Si continua all'esterno, traversando una forcella che
conduce al sistema di gallerie principale costruito dagli alpini.
Lo scavo per le gallerie durarono un anno, dal settembre 1916
all'ottobre 1917, L'imponente opera era lunga circa 400 metri e
collegava la Forcella Passaporto alla
Forcella Camoscio per poi scendere
alla Selletta della "Salsiccia". Scavate nelle viscere del Paterno, le
gallerie rappresentavano la via più sicura e protetta per il servizio
di rifornimento alla prima linea (Sasso di Sesto), di uomini, armi e
vettovagliamento. Oggi, grazie al lavoro di restauro eseguito
nel 1974 dalla Fondazione A. Berti assieme al CAI di Padova e a
reparti dell'esercito si può visitare il tratto nel versante del rifugio Locatelli, mentre il tratto nel versante Cadin del Passaporto è
crollato.
L'ingresso della galleria ha il portale
decorato con un bassorilievo in cemento armato con bassorilievi di soldati
e monti.
Una serie di gradini ricostruiti consente di salire i primi 80 metri
molto ripidi e bui, a cui segue un tratto con ampie feritoie.
Interessante osservare alcune diramazioni secondarie verso postazioni o depositi
scavati nel cuore della montagna. Nei successivi 130 metri di galleria,
sempre
attrezzata con cavo corrimano,
si rimane impressionati dalle dimensioni della galleria, (e dal lavoro
degli alpini), in quanto si presenta molto alta e molto larga, anche se
nuovamente molto buia. Il tratto più alto, che conduceva direttamente al
Cadin del Passaporto è interdetto per pericolo di crolli. Si continua
con una galleria orizzontale che termina in un'ampia caverna con due
uscite fortificate con cemento armato. Si esce per l'apertura di
destra (freccia rossa), per affrontare l'ultimo tratto della ferrata che
collega le gallerie con la Forcella Camoscio. Si affrontano facili
roccette, un canalino e attraverso una larga cengia si arriva
all'attacco di un ripido canale ghiaioso, parallelo alla verticale
parete est del Paterno. Nel canale si può trovare anche nella stagione
estiva avanzata, neve o vetrato, per superare in sicurezza questa
situazione particolare, è stato installato un doppio cavo metallico, ad
altezze diverse. Si sale il ripido canale friabile (attenzione alla
caduta di sassi mossi da altri alpinisti), si superano alcune creste e
salti rocciosi senza particolari difficoltà, e infine si raggiunge la Forcella Camoscio 2.650 m.
(Difficoltà:EEA; durata:1,00 ore)
Dalla Forcella si può
proseguire con la ferrata alla cima del Paterno (2), oppure
attraversare la montagna con le ferrate "Forcella Passaporto" (1) o delle "Forcelle" (3).
Le ferrate del Paterno nella scala sulle difficoltà
delle vie attrezzate vengono considerate "poco difficili". I tempi di percorrenza sono indicativi, possono aumentare proporzionalmente all'interesse
soggettivo della
visita e della ricerca storica.
Per la compilazione delle gallerie fotografiche si ringrazia l'amico Maurizio Toscano.
Vai alle gallerie fotografiche del PATERNO:
Sintesi escursione: |
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Tempi: | 7,30 - 8,00 h |
Dislivello: |
963 m. |
Sviluppo: |
14 km. |
Difficoltà: |
EEA - con attrezzatura |
Cartografia |
Ed. Tabacco 1:25.000 Foglio 10 Dolomiti di Sesto |
DATA escursioni: |
dal 24 agosto 1981 al 15 settembre 2019 |
BREVI NOTE STORICHE
Allo scoppio della
Prima Guerra Mondiale, il Paterno rientrava nel settore del fronte,
chiamato "Zona Tre Cime". Già il primo giorno del conflitto, il 24
maggio 1915, sulla Forcella Col di Mezzo, ci furono i primi due alpini
caduti. Il giorno successivo uno scambio d'artiglieria, distrusse prima
la casermetta italiana ai Piani di Lavaredo mentre il giorno successivo
venne distrutto il rifugio austriaco Drei Zinnenhütte (oggi
rifugio Locatelli). Il 26 maggio si svolse il primo attacco ben
strutturato da parte degli austriaci verso la Forcella Lavaredo. Dopo un
iniziale successo, il contrattacco degli alpini mise in fuga gli
attaccanti. Sullo slancio del successo gli alpini occuparono la cima del
Paterno il 29 maggio 1915. |
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