Album di fotografie e descrizione dell’itinerario della salita al Sass de Stria. La montagna si trova ad occidente del Passo Falzarego, famoso e frequentatissimo valico dolomitico, in direzione del Passo Valparola e si presenta come una slanciata e aguzza piramide rocciosa con una lunga cresta rocciosa lunga circa un chilometro. Il Sass de Stria (in tedesco Hexenfels), deve il suo nome ad un’antica leggenda popolare che racconta della presenza di streghe (stria in ladino) sui prati intorno alla cima. Dal punto di vista escursionistico la cima offre un bel panorama, con una facile e breve salita, compreso un tratto elementare di via attrezzata. Dal punto di vista storico la montagna rappresenta una sintesi unica e straordinaria delle testimonianze sul fronte dolomitico della Prima Guerra Mondiale 1915-18, quando venne trasformata dagli austro-ungarici, in una fortezza naturale tutta forata da gallerie, caverne e camminamenti. Oggi, tutti i manufatti bellici sono stati oggetto di restauro e di ricostruzione ed il Sass di Stria è diventato un Museo all'aperto della Grande Guerra.
ACCESSO: Punto di partenza dell'escursione è il Passo Falzarego. L'importante valico dolomitico si raggiunge da tre vallate: da Cortina d'Ampezzo con la statale 48 (Strada delle Dolomiti), dalla Val Cordevole (paese di Andraz) e infine, attraverso il Passo di Valparola, dalla Val Badia (paese di San Cassiano). Dal Passo Falzarego si prosegue in direzione del Passo Valparola fino al Forte Tre Sassi, dove si parcheggia.
ITINERARIO - Il Forte Tre Sassi detto anche Forte Tra i Sassi (in tedesco Werk Tre Sassi) fu costruito dall'Impero Austro-ungarico tra il 1897 e il 1901, colpito dall'artiglieria italiana fin dai primi giorni del conflitto, subì gravi danni, che indussero il comando austriaco a evacuarlo, e a predisporre le difese sulle crode dolomitiche (Lagazuoi, Settsass e Sass de Stria). Oggi il forte è stato completamente restaurato e all’interno presenta una bella esposizione di reperti bellici della Grande Guerra. Dal parcheggio del Forte Tra i Sassi 2.192 m., posto tra la dolce cresta iniziale del Sass de Stria (a meridione) e l'immensa parete sud del Lagazuoi (a settentrione), iniziano alcune tracce che salgono le prime balze erbose punteggiate da cespugli di rododendri. "Sentiero Storico" (CAI N°30). Lentamente si sale di quota, lasciando alle spalle il lago e il Passo di Valparola, e si raggiungono le prime opere belliche ripristinate. In prossimità di un ponticello in legno che supera una trincea, inizia la visita storica, attraverso profondi camminamenti scavati nella roccia e trincee protette da muretti di pietre e da sostegni in legno. Non è facile districarsi in questo labirinto di gallerie e stretti passaggi nella roccia, ma con un po’ di pazienza e rientrando sempre sul sentiero principale per la cima, si riescono a visitare tutti i siti storici. Raggiunto un piccolo dosso con alcune croci in legno, si devia a destra, per ammirare dal basso la più spettacolare postazione di guerra del Sass di Stria, un torrione roccioso, dal profilo particolare: “la Sfinge”. Si continua con un tratto in dolce pendenza, dove si può scegliere se salire all’interno di una trincea, parzialmente coperta, oppure esternamente sul bordo, che guarda l’imponente parete sud del Lagazuoi.
Salendo di quota si entra nell’articolato terreno roccioso della montagna dove si affronta un passaggio suggestivo. Si procede all’interno di un cammino, stretto e con le pareti altissime che conduce nel cuore dell’ex fortificazione austro-ungarica. Tra le fantastiche torri e guglie dolomitiche si trovano scavate nella viva roccia caverne e gallerie, che oggi si possono visitare in sicurezza grazie all’ammirevole lavoro di recupero e pulizia. Una serie di sentierini, sostenuti da muretti a secco ricostruiti, conducono ai vari ricoveri e camminamenti protetti. Tra i più interessanti troviamo la postazione “Sfinge”, scavata in modo incredibile all’interno di una torre sospesa nel vuoto, completamente fortificata. Consigliata anche la visita di un sistema di cunicoli stretti e ripidi, provvisti di scale e cavo, (necessaria la pila) che conducono alle postazioni affacciate sulla verticale parete meridionale del Sass de Stria, dove si trovano ancora alcune parti dei supporti per le mitragliatrici austriache Schwarzlose. Stupendi gli scorci dalle feritoie sulla Marmolada e sul Col di Lana. Visitata la piccola “città sotterranea”, si continua la salita verso la cima, affrontando l’ultimo tratto leggermente più impegnativo. Preceduto da un passaggio caratteristico, si cammina sotto un enorme masso incastrato tra le verticali pareti, si entra in una profonda fenditura verticale della montagna dove è stato realizzato un piccolo e facile percorso attrezzato, che con una serie di scale metalliche e di legno permettono di superare l’ultimo salto roccioso. Percorso lo stretto e angusto cammino si esce sulla solare vetta del Sass de Stria 2.477 m.
Grandioso colpo d’occhio a 360° gradi sulle Dolomiti di Cortina (Lagazuoi, Tofane, Cinque Torri, Antelao, Sorapiss) e sulle Dolomiti della Badia e di Fassa (Marmolada, Gruppo Sella, Puez-Odle, Col di Lana e Piz Conturines. Bellissima anche, la vista dall’alto sui Passi Falzarego e Valparola e sulle incredibili opere belliche della selletta presso l'antecima del Sass da Stria, all’uscita della galleria Goinginger.
DISCESA - Il rientro al Passo Valparola si effettua lungo lo stesso itinerario di salita.
DIFFICOLTA' - Il sentiero attrezzato per la visita del Museo all'aperto del monte Sass de Stria è facile. Si consiglia l'uso del casco e della lampada frontale per la visita delle gallerie (facoltativa). I tempi di percorrenza sono indicativi, possono aumentare proporzionalmente all'interesse soggettivo della visita storica.
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Museo all'aperto della Grande Guerra: il monte Sass de Stria
Sentiero attrezzato al Sass de Stria |
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Sintesi | salita : | discesa : |
Tempo totale: | 1,30 h. | 1,00 h. |
Dislivello: | 285 m. | 285 m. |
Difficoltà: | EEA | (difficoltà) |
Cartografia: | Tabacco 1:25.000 Foglio 03 Cortina d'Ampezzo | |
NOTE STORICHE della Grande Guerra sul Sass de Stria abbandonarono la conca di Cortina d'Ampezzo, per non coinvolgere la popolazioni nella guerra. Ricordiamo che la "perla delle Dolomiti" rientrava nei confini dell'Impero asburgico da 400 anni (dal 1511). Il Comando austriaco, alla vigilia dell'attacco italiano, poté schierare pochi soldati a difesa dei passi dolomitici, poiché le migliori truppe si trovavano, già dal 1914, sul fronte orientale. L'esercito italiano però avanzò lento e titubante, dando l’opportunità agli austriaci assieme all'alleato tedesco, di rinforzare l’iniziale debole sistema difensivo. Così quando l’esercito italiano si decise ad attaccare, si trovò di fronte un muro quasi invalicabile. “Quasi”, perché in realtà grazie alle formidabili imprese alpinistiche degli alpini, all’inizio del conflitto, in diversi punti del fronte le penne nere sorpresero gli austriaci e superarono la prima linea (Furcia Rossa, Val Travenanzes e lo stesso Sass de Stria). Opportunità però non sfruttate, a causa di errori di valutazione del Comando italiano che diede l’assurdo ordine di ritirare le truppe. ll Sass de Stria, fu un importante baluardo difensivo austro-ungarico sulla linea Col di Lana-monte Sief-Lagazuoi-Tofane. La montagna, con la verticale cima dominante il passo di Falzarego, venne scelta quale perno dello sbarramento difensivo, per impedire alle truppe italiane l’accesso alla Val Badia. Era collegata ad ovest, con la postazione “Edelweiß Stellung" a protezione del Passo di Valparola sulle pendici del Settsass; mentre verso nord-ovest, era collegata alle trincee della postazione "Vonbank", che difendevano l’accesso al Passo Falzarego, ai piedi del monte Lagazuoi. Nel primo anno di guerra (1915) gli austriaci ritenevano le ripide e verticali pareti del Sass de Stria una difesa naturale, inaccessibili per i soldati italiani, di conseguenza il reparto del 3° Reggimento Kaiserjäger presidiava soprattutto la selletta sopra il passo Falzarego, mentre la cima della montagna non era occupata stabilmente, ma utilizzata soltanto come osservatorio d’artiglieria. Il 15 giugno 1915 però gli alpini del “Val Chisone” sorpresero con una scalata incredibile il presidio austriaco e conquistarono la cima del Sass de Stria. Dopo pochi giorni arrivò l’inspiegabile ordine di abbandonare la vetta. Gli italiani tornarono all'assalto nella notte del 18 ottobre 1915, il sottotenente Mario Fusetti al comando di una pattuglia di 14 fanti dell’81° Reggimento, scalò i dirupi della parete sud-ovest e riconquistò la cima. La mancanza dell'arrivo dei rincalzi lasciò soli ed isolati i fanti, in seguito accerchiati dal furioso contrattacco austriaco, furono sopraffati, alcuni morirono gli altri furono fatti prigionieri. Dall'autunno del 1915 non ci furono più attacchi diretti al Sass de Stria, i Comandi italiani s'intestardirono contro altri obiettivi, di scarsa importanza strategica, che comportarono però un inutile contributo di vite umane (Lagazuoi e Castelletto). Così mese dopo mese, per due anni, gli austriaci scavarono fino nelle più profonde viscere del Sass de Stria, realizzando un sistema di gallerie, cunicoli e camminamenti che collegavano caverne per i ricoveri di truppa e ufficiali e postazioni per i nidi di mitragliatrici e piccoli cannoni. Dopo la fine del conflitto tutto cadde in rovina. In tempi più moderni grazie al lavoro di tanti volontari, le opere indistruttibili, quali postazioni, trincee e gallerie scavate nella roccia, sono state restaurate, pulite e rese sicure. Oggi il Sass de Stria è una testimonianza importante per osservare come i soldati vivevano e combattevano in alta montagna sul fronte dolomitico. |
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