Album di fotografie e descrizione della salita al monte Jôf Fuart. La montagna dalla forma piramidale, è ritenuta una delle più belle e imponenti delle Alpi Giulie. Offre uno straordinario panorama dalla sua vetta, per questo motivo fu presidiata dalle truppe austro-ungariche durante la Prima Guerra Mondiale 1915-18. La via normale sale sull'articolato versante sud-est, con un percorso parzialmente attrezzato e lunghi tratti su roccette non protetti, breve descrizione:
ACCESSO - Raggiunta la località turistica di Sella Nevea (da nord, dalla cittadina di Tarvisio, o da sud, dal paese di Chiusaforte, autostrada A23, uscita Carnia), si scende in direzione di Cave del Predil, dopo circa tre chilometri si trova sulla sinistra (indicazione rifugio Corsi) l'imbocco di una strada forestale che conduce ad un piazzale con parcheggio.
ITINERARIO: - Dal parcheggio in Val Rio del Lago a quota 1.043 m.
si sale lungo la strada o in alternativa con il nuovo sentiero dedicato
a Ignazio Piussi (CAI
N° 628) in
direzione dell’alpeggio di Malga Grantagar 1.530 m. Dalla
casera si continua verso il rifugio Corsi, con due possibilità: in
direzione della Forcella Lavinal dell'Orso per raccordarsi in seguito
con il sentiero CAI
N° 625 proveniente
dal Passo degli Scalini (Sella Nevea). Oppure con un sentiero più
ripido, con un breve tratto attrezzato, il "Sentiero dei Tedeschi"
(CAI N° 628a)
che risale un canalone e raggiunge il rifugio Corsi 1.874 m.
(chiuso dal 2018) Spettacolare la posizione del rifugio, alle pendici di
un anfiteatro roccioso straordinario, che comprende le vette: Campanile
di Villaco, Jôf Fuart, Madre dei Camosci, Cima di Riofreddo.
Dietro al rifugio
si prosegue con il
sentiero CAI N° 625
che sale su pendii erbosi molto ripidi. Il paesaggio è quello classico
delle Alpi Giulie, la traccia si snoda tra meravigliose sculture
calcaree che si alternano a piccole cenge e terrazze verdi. Salendo, alle
spalle, si ammira il profilo del rifugio che si staglia sulla profonda
Val Rio del Lago. Si abbandona il sentiero che sale alla Forcella del
Vallone e subito anche alla traccia che punta alla forcella di Riofreddo
(ambedue a destra), per proseguire a sinistra in direzione della
Forcella Mosè. Al terzo bivio s'identificano alcuni segni rossi che
puntano diritti a nord, verso le pendici della Madre dei Camosci. Alcuni
tratti di ferrata aiutano a salire i gradini rocciosi e a superare una
galleria naturale, dove spesso nutrite famiglie di stambecchi fanno
cadere una pioggia di sassi (attenzione). La via continua sulla parete
articolata, tra detriti, qualche roccetta impegnativa e facili cengette
ghiaiose. Raggiunto l'incrocio con il sentiero attrezzato A. Goitan, si
continua sempre verso l'alto fino a raggiungere il punto terminale della
famosa Gola
Nord-Est. (Oggi poco utilizzata, causa i continui crolli che la rendono
pericolosa). La traccia segue la cresta orientale, tra panorami sempre
più ampi, e raggiunge la selletta tra le due cime della montagna, a
destra quella più alta, Cima nord 2.666 m. mentre a sinistra si continua
verso la vetta con croce e Madonnina sulla cima sud dello Jôf Fuart
2.660 m.
Vista a 360° gradi strepitosa, dalla
vicina catena del Jof di Montasio, con tutte le vette della ferrata
Ceria-Merlone (Buinz-bivacco Vuerich-Puertate) a tutte le Alpi Giulie,
compreso il Triglav, e ancora le Alpi Carniche, i lontani Tauri e le
Dolomiti.
DISCESA - Lungo lo stesso percorso di salita, con soltanto una piccola digressione per visitare l'affascinante forcella Mosè. Dalla vetta si scende fino al bivio con il sentiero attrezzato Anita Goitan. Si continua sulla destra, con le attrezzature che aiutano a scendere le facili roccette e camini, attraverso le bancate rocciose incredibilmente modellate dalla natura, fino alla forcella Mosè 2.271 m. Si rimane senza parole ad osservare le evoluzioni piene di grazia ed eleganza degli stambecchi, sulle strettissime cenge che tagliano le verticali pareti sopra il passo. Con piccole deviazioni si possono anche ammirare le opere della Grande Guerra degli austro-ungarici sulle vicine Cime Castrein. Dalla forcella Mosè si scende al rifugio Corsi e di seguito fino al parcheggio in Val Rio del Lago a quota 1.043 m.
DIFFICOLTA' - La salita allo Jôf Fuart non presenta passaggi tecnici particolarmente impegnativi, si sviluppa però lungo ripide pareti con ghiaino e roccette, solo parzialmente attrezzate. Viene considerata una via difficile, (soprattutto dopo la chiusura del rifugio Corsi, che permetteva di spezzare l'ascesa in due giorni), per la lunghezza del percorso e per il notevole dislivello. Indicata ad escursionisti esperti e allenati.
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Salita allo Jôf Fuart |
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Tempo salita: | 5,00 h. | |
Tempo discesa: | 4,15 h. | |
Dislivello salita: | 1.650 m. | |
Dislivello discesa: | 1.650 m. | |
Sviluppo: | 12 km. | |
Note: | Dopo la chiusura del rifugio Corsi l'escursione è molto impegnativa (possibilità di pernottare alla malga Grantagar) | |
Difficoltà: | EEA | (difficoltà) |
Cartografia | Ed. Tabacco 1:25.000 Foglio 019 Alpi Giulie occ. - Tarvisiano |
DATA escursione: | dall'agosto 2004 |
BREVI NOTE STORICHE Durante la Grande Guerra i colossi delle Alpi Giulie, non furono coinvolti direttamente, a causa della verticalità delle pareti, ma per la loro posizione dominante, furono scelti come punti d'osservazione per l'artiglieria. Gli Alpini italiani, presidiarono la catena del Jôf di Montasio fino al monte Cregnedul, dalla parte opposta gli austriaci occuparono le creste delle Cime Castrein e dello Jôf Fuart. Proprio quest'ultimo monte divenne un importante caposaldo austro-ungarico, con la costruzione di caverne, sentieri, baracche e vie ferrate. Per la realizzazione di tutte queste opere fu coinvolto lo scrittore e alpinista Julius Kugy, il quale come suddito dell'Impero, non esitò a mettere a disposizione la sua conoscenza infinita delle Alpi Giulie. Quale "consigliere alpino" contribui' alla realizzazione della via attrezzata nella Gola Nord-Est per l'accesso sicuro dei soldati, dal fuoco italiano. Sulla cima dello Jôf Fuart nel 1916 venne anche costruita una baracca per i soldati che rimanevo sulla vetta anche nei gelido inverno. Il rifugio elementare, attiguo ad una caverna per cannone, prese il nome di "Scotti Hütte", in onore del colonnello F. Scotti che il 10 ottobre 1916 salì personalmente sulla vetta, per ispezionare le opere e osservare il fronte dall'alto. Il rifugio Corsi fu costruito nel 1925 ed è chiuso dal 2018 per ristrutturazione. Venne costruito dal CAI Alpina delle Giulie di Trieste, sulle rovine del Findenegg-Hütte parzialmente distrutto dalla Grande Guerra e a sua volta costruito nel 1881 e dedicato a Hermann Findegg, primo alpinista (assieme ad Antonio Brussoferro) a salire nel 1877 sullo Jôf di Montasio (Montasch o Bramkofel in tedesco). |
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