DOLOMITI - Sui sentieri della Grande Guerra: L'Alta Via Bepi Zac - Cresta di COSTABELLAIl Sasso di Costabella, la Marmolada ed i Vernel

Album di fotografie e descrizione dell'itinerario della traversata della Cresta di Costabella, nelle Dolomiti. L'esteso Gruppo della Marmolada è composto da diverse catene e sottogruppi di montagne, fra queste si trova la catena Monzoni-Costabella. Si estende a sud del ghiacciaio della "Regina delle Dolomiti", con una lunga ed articolata cresta di guglie, cime e forcelle, molto bella dal punto di vista escursionistico e panoramico. La traversata è interessante anche per altri aspetti, il primo riguarda il carattere geologico della montagna, da una parte le nere rocce vulcaniche dei Monzoni (Monzonite), dall'altra le bianche rocce calcaree del Costabella. Infine l'aspetto più affascinante è sicuramente la possibilità di visitare una delle zone più contese del fronte dolomitico, durante la Prima Guerra Mondiale 1915-18. Lungo la sua cresta si sviluppava la prima linea del fronte, da una parte gli alpini italiani, dall'altra gli Standschützen austriaci e gli Alpenkorps tedeschi. Per ammirare i notevoli resti di baracche, ponti, scale, gallerie e postazioni della catena Monzoni-Costabella esistono due sentieri storici, (dove alcune opere sono state restaurate). Ambedue iniziano dal Passo delle Selle, al centro della cresta, spartiacque naturale tra la Cresta dei Monzoni dove corre la via attrezzata "Bruno Federspiel" e la Cresta di Costabella dove si svolge la ferrata "Bepi Zac" (con la Ferrata Ivano Dibona sul Cristallo, sono le vie attrezzate di cresta più interessanti del settore dolomitico della Grande Guerra). La nostra proposta percorre la parte storica dei due itinerari. Indimenticabile lo spettacolo dell'enrosadira dal Passo delle Selle. Breve descrizione dell'itinerario:

    ACCESSO - Punto di partenza dell'escursione è il Passo San Pellegrino. Il valico dolomitico si raggiunge, da Moena in Val di Fassa o da Falcade nella Val di Biois    - Dal Passo San Pellegrino 1.919 m. si sale lungo un dolce sentiero CAI N°604 (per i più pigri, possibilità di accorciare la salita con la seggiovia "Costabella") fino al Passo delle Selle 2.529 m. dove si trova il nuovo rifugio Passo le Selle (1.30 h). Inaugurato nel 2006, sorge al posto della vecchia struttura in legno, costruita nel 1978 per volontà di Bepi Pellegrin, che lo dedicò a tutti i "vagabondi della Montagna", da qui il nome in tedesco del rifugio: Bergvagabunden Hütte. La vecchia capanna in legno è stata smontata e ricostruita poco distante. Lo stesso Bepi "Zac" fu tra i primi promotori del ripristino dei vecchi sentieri militari, che successivamente presero il suo nome. Alle spalle del rifugio si apre una bella valletta, oggi ricoperta da uno splendido tappeto erboso, mentre nel 1915 era la sede di un grande villaggio di baracche austriaco (impressionanti le foto d'epoca).  

    Sentiero attrezzato "Bruno Federspiel" (1° tratto) -  Dal rifugio Passo le Selle 2.529 m. superata una postazione di fucilieri Kaiserchützen austriaci, inizia un sentierino (CAI N°616) che sale verso il filo della Cresta dei Monzoni, si superano alcune postazioni e fortini, e si raggiunge velocemente la cima della Punta delle Selle 2.596 m. (0.30 h.). Si prosegue sempre sulla cresta, in alcuni punti leggermente esposta, su terreno misto erba-rocce e si visitano alcune enormi caverne adibite a cannoniere austriache. Verso Cima Allochet La traccia con alcuni facili saliscendi porta alla piccola croce della Punta Allochet 2.582 m.  Testimone di un cruento episodio durante la Grande Guerra. Spettacolare panorama verso il Catinaccio. Si scende dalla parte opposta per sfasciumi fino ad una selletta ricca di fortificazioni e postazioni d'osservazione (1.00 h.). Qui termina il primo tratto, non attrezzato, del sentiero storico ed iniziano i cavi della Via "Federspiel" (non contemplata in questa visita storica, ndr.). In questo punto finiscono pure le candide rocce calcaree sostituite dalle scure rocce di monzonite di origine vulcanica. Rientro al rifugio Passo le Selle.

    Alta Via attrezzata "Bepi Zac" (dal Passo delle Selle alla Forcella Ciadin) - Dal rifugio Passo le Selle 2.529 m. dietro la caratteristica croce di filo spinato, in direzione nord-est, sale un ripido sentiero su sfasciumi (CAI N°637). Superata un'interessante caverna con postazione, inizia un breve tratto con cordino metallico che conduce alla vetta del Piccolo Lastei 2.687 m. Si continua lungo la facile cresta, si scende ad un'ampia sella e si risale un pendio di detriti fino all'entrata di una galleria di guerra che attraversa la cima del Gran Lastei 2.713 m. Usciti dalla parte opposta della montagna, inizia il primo tratto impegnativo del sentiero attrezzato. Si prosegue sul versante nord, quello che guarda la Val San Nicolò, attraverso passerelle, scale, strette cenge e camminamenti, leggermente esposti, dove il cavo metallico aiuta a superare i passaggi più delicati (piccola paretina lunga 5 metri). Lungo l'itinerario si osservano numerosi resti di postazioni, baracche, feritoie, ponti e scale di legno della Grande Guerra ed un interessante ricovero in caverna (con l'interno originale) adibito a camerata per 12 Kaiserschützen. Si raggiunge un'aerea crestina rocciosa, dove il cavo metallico funge da corrimano, che conduce alla base di un ripido pendio di sfasciumi. A metà del faticoso canale s'incontra la postazione delle truppe tedesche bavaresi del "Königlich Bayerisches Schneeschuhbataillon" (iscrizione sulla roccia). Terminata la salita si raggiunge l'ampia sommità della Cima di Campagnaccia 2.737 m. Straordinario panorama a 360° gradi sui gruppi del Catinaccio, Sassolungo, Sella, Marmolada e Pale di San Martino. Si prosegue in discesa sul larghissimo fianco est della montagna, verso la depressione di cresta, che prende il nome di Banc di Campagnaccia. Scale degli alpini nel cammino del Sasso di Costabella Abbondanti resti di trincee sul lato della Val San Nicolò e di postazioni in caverna per mitragliatrici sul lato Passo San Pellegrino. (Dal "Banc" possibilità d'interrompere la "Via Bepi Zac" e rientrare velocemente al Passo). Si risale dalla parte opposta un altro largo pendio detritico, che conduce con moderata pendenza ad una postazione fortificata sormontata dalla croce di vetta della Cima di Costabella 2.762 m. Punto più alto dell'intero percorso e anche la vetta che dà il nome all'intera catena. Dopo un breve tratto orizzontale che porta al pozzo della contromina austriaca, si entra nella zona più contesa della Cresta di Costabella durante la Grande Guerra, iniziano le postazioni avanzate degli alpini, ma inizia anche il secondo tratto più divertente ed articolato della via attrezzata. Si scendono alcune roccette fino ad una forcellina, si sale una ripida parete (8 metri) con l'aiuto di una scala di legno, si attraversa una crestina attrezzata ed infine si entra in un labirinto di gallerie. All'uscita, sul versante San Pellegrino, si affronta in discesa un'esposta placca rocciosa, su facili cenge attrezzate, fino a raggiungere un vasto avvallamento con abbondanti resti di trincee e caverne. La traccia supera un dosso e raggiunge un'altra ampia conca ghiaiosa, era questo l'estremo avamposto dove gli austriaci costruirono un grande baraccamento e dove si svolse un coraggioso attacco notturno da parte degli alpini. Attraversata la conca si raggiunge la base del Sasso di Costabella, con la caratteristica grande feritoia di guerra. Da questo punto ci sono due possibilità per proseguire: la prima, più veloce, contorna il "Sasso" a sx e con una ripida discesa attrezzata, raggiunge la Forcella Ciadin, la seconda, più interessante, prevede la salita dell'ardito torrione di roccia. Si risale un ripido canalino attrezzato e tramite una passerella di legno si entra nella grande caverna scavata nella roccia, adibita dagli alpini quale "Postazione di Osservatorio" ed oggi sede di una mostra fotografica "Guerra alla Guerra". Usciti dalla caverna-osservatorio si continua a salire per stretti passaggi e facili roccette fino alla panoramica vetta del Sasso di Costabella 2.723 m. Scale degli alpini nel cammino del Sasso di CostabellaSulla sommità si trova una grande postazione fortificata in cemento armato dagli alpini. Dalla cima si scende dalla parte opposta, prima su facili roccette attrezzate successivamente lungo uno spettacolare cammino-fessura che termina con una serie di tre scale in legno. Si prosegue su una larga cengia fino alla Forcella Ciadin 2.664 m. Qui termina la parte storica della "Via Bepi Zac", la quale prosegue discretamente difficile ed esposta verso Forcella Uomo. Dalla Forcella Ciadin una traccia scende a dx. (CAI N°637B) inizialmente su rocce ricoperte da insidioso ghiaino (cavo metallico) e successivamente su un ripido ghiaione che velocemente raggiunge i verdi pascoli della Costabella ed infine ritorna al  Passo San Pellegrino 1.919 m

    DIFFICOLTA' - Il primo tratto del sentiero "Bruno Federspiel" fino alla forcella ad ovest della Cima Allochet non è attrezzato, nell'insieme è facile e presenta soltanto qualche breve tratto leggermente esposto, lungo la cresta e nell'accesso ad alcune caverne-cannoniere.  L'Alta Via attrezzata "Bepi Zac" nella scala sulle difficoltà delle ferrate è considerata "facile". I tratti attrezzati sono limitati e non presentano difficoltà tecniche. Da tenere presente però la lunghezza del percorso, qualche tratto leggermente esposto sul filo di cresta e la fatica per superare gli innumerevoli sali-scendi delle varie cime che formano la cresta. I tempi di percorrenza riportati sono indicativi, infatti possono aumentare di molto, proporzionalmente all'interesse soggettivo della visita storica. Si consiglia l'uso del casco e della lampada frontale nelle gallerie.     

 Vai alla galleria di fotografie:

Sui sentieri della Grande Guerra: il Sentiero attrezzato "Bepi Zac" sulla Cresta di Costabella

Alta Via attrezzata "Bepi Zac" 

Tempi:   5,00 h. - 6,00 h.   -
Dislivello tot: 1.000 m. -
Difficoltà: EEA (difficoltà)

Scala lungo l'Alta Via "Bepi Zac" Scala lungo l'Alta Via "Bepi Zac"

Cartografia Ed. Tabacco 1:25.000    Foglio 06 Val di Fassa 

DATA escursione:

3-4 settembre 2013 

BREVI NOTE STORICHE della Grande Guerra sulla CRESTA di COSTABELLA-MONZONI

  Dall'inizio del conflitto gli austriaci con l'aiuto di truppe tedesche difesero strenuamente la cresta di montagne a cavallo tra la Valle San Pellegrino e la Val San Nicolò. Ripetutamente gli alpini tentarono di conquistare le alte vette, ma senza grandi risultati. Per due anni e mezzo fu soprattutto una guerra di posizione, furono costruiti enormi sistemi fortificati, a quote incredibili. Gallerie e caverne rimarranno per sempre la testimonianza degli immani sacrifici e del valore di entrambi i contendenti.

  Dal punto di vista militare, due furono gli episodi più significativi  sulla Cresta di Costabella-Monzoni:

  La sera del 17 giugno 1915 i bersaglieri del XX Battaglione partirono dal Passo San Pellegrino, superarono la prima linea del "Colifon" e con l'aiuto di una fitta nebbia e dell'oscurità risalirono i ripidi pendii erbosi della Cresta dei Monzoni. Alle ore 03:00 del 18 giugno 1915 conquistavano la vetta della Punta Allochet. Erano pronti per proseguire l'azione verso il Passo delle Selle, ma aspettavano l'arrivo degli alpini dalla Cresta di Costabella per un attacco congiunto. Gli alpini della 206a. erano però alle prese con la resistenza degli austriaci, ma soprattutto con quella incredibile "cresta" di guglie, torri, forcelle, dai versanti ripidissimi che costituivano un ostacolo insuperabile (soltanto chi percorre la Cresta di Costabella si può rendere conto delle difficoltà tecniche da superare, di notte e sotto il fuoco nemico), Gli Alpini furono fermati sul Banc della Campagnaccia, nonostante il valore e le incredibili azioni alpinistiche lungo i canaloni nevosi. Nel frattempo i Bersaglieri sull'Allochet rimasti soli, non riuscirono a resistere al contrattacco austriaco e dovettero ritirarsi. Da quella notte, questo tratto di cresta, rimase per il resto del conflitto in mano austriaca. 

  Nell'estate 1916 le posizioni austriache sulla Cima di Costabella erano divenuti un vero e proprio fortino con gallerie e caverne. Alla base del suo versante orientale, in un avvallamento chiamato "conca nevosa" sorgeva un villaggio di baracche austriaco con camminamenti e trincee coperte e blindate. Il "Villaggio" si trovava alle spalle dell'anticima sulla cui cresta correva la prima linea, di fronte al Sasso di Costabella in mano degli alpini. Per l'Alto Comando Italiano la Cima di Costabella divenne un obiettivo primario, nell'ottica di sfondare il fronte in direzione della Val San Nicolò. Nella notte del 4 ottobre 1916 due plotoni di alpini della 266a compagnia del Btg."Val Cordevole" al comando del Tenente Francesco Barbieri, risalirono la ripida cresta a destra della "conca" e piombarono sul "Villaggio austriaco". L'attacco riuscì perfettamente, dopo un cruento scontro, vennero fatti 106 prigionieri, requisite grandi quantità di munizioni, bombe a mano, mitragliatrici, ma anche viveri e indumenti. La prosecuzione dell'attacco verso la Cima di Costabella venne bloccata da un violento contrattacco austriaco e tutti gli assalti successivi vennero fermati. Il successo fu parziale e spostava di soli pochi metri la linea del fronte, che rimase così fino alla ritirata italiana di Caporetto. Il Tenente Barbieri cadde durante l'attacco, gli venne concessa, alla memoria, la medaglia d'oro al v.m.

Baracca per 12 Kaiserschützen Baracca per 12 Kaiserschützen