Album
di fotografie e descrizione della salita alpinistica alla Punta
Bianca,
nella Valle di Tures ed Aurina. Grandiose
e regali nel loro complesso, superbe e suggestive nella loro singolarità, le
Alpi Aurine costituiscono una colossale catena di roccia e ghiaccio con
bellissime cime: il Gran Pilastro (Hochfeiler), la cima più alta del gruppo, la
Punta Bianca (Hoher
Weißzint), le Mesules (Großer Möseler)
e il Sasso Nero (Schwarzenstein). Si trovano a cavallo del confine tra
l’Italia e le regioni austriache del Tirolo e del Salisburghese. In Austria
queste montagne fanno parte delle Zillartaler Alpen, e sono
una sottosezione delle Alpi dei Tauri occidentali (criterio
SOIUSA).
La
Punta Bianca si presenta come una
lunga e poderosa cresta rocciosa e nevosa
che delimita a ovest l’anfiteatro di
Neves nella Valle dei Molini, laterale
della Valle Aurina. L’area è caratterizzata da una particolare ricchezza di
acqua. E’ punteggiata da laghi ad ogni quota, nonché da numerosi torrenti,
ruscelli e cascate originate dai nevai e
dai ghiacciai che la sovrastano. Le
abbondanti nevicate dell'inverno 2014, hanno consentito anche nel cuore
dell'estate (fine luglio 2014) di salire la Punta Bianca per la traccia
invernale, evitando così l'articolata ed impegnativa (II°grado) cresta finale
della via normale estiva (ndr).
1°
GIORNO - Accesso
- Da
Brunico, capoluogo storico e amministrativo della Val Pusteria (BZ), seguire le indicazioni per la Valle Aurina
fino a Molini di Tures, poi nella Valle dei Molini fino a Lappago e
lungo la strada a pagamento fino al parcheggio del lago
di Neves (Neves Stausee) 1.860 m. (31
km).
2°
GIORNO -
Salita alpinistica
alla Punta Bianca
(Hoher
Weißzint) - Dal
rifugio Ponte di Ghiaccio si segue verso nord l'indicazione "Weißzint"
scritta
su una grande pietra.
Il sentiero
con lunghi tornanti, risale le pendici moreniche verso il Weisszintkar.
Ben presto i bollini rossi della traccia si perdono nell'immensa
pietraia, sostituiti dai caratteristici "omini" di pietra,
alcuni dei quali veramente enormi (la zona è soggetta a frequenti ed
improvvise nebbie). Lentamente si arriva ai piedi della Punta Bianca Bassa (Niederen Weißzint)
dove si traversa la distesa di sfasciumi verso est. Si prosegue
risalendo la cresta morenica, lasciando a sinistra le prime lingue del
ghiacciaio. Percorsa tutta la cresta, formata da un ammasso di pietre
instabili,
si raggiunge la splendida Vedretta della Punta Bianca (Weißzintferner).
Calzati i ramponi e formate le cordate si sale il candido pendio
immacolato, con una pendenza dolce e costante, fino a raggiungere
l'ampia sella nevosa della Forcella Alta di Punta Bianca (Obere Weißzintscharte).
Da qui, verso destra, inizia l'articolata cresta rocciosa della via
normale estiva. La via invernale invece, valica la forcella e si porta
sulla vedretta Gran Pilastro (Gliderferner) e continua sotto la cresta
sud-ovest della Punta Bianca.
Si cammina in
un anfiteatro di roccia e
ghiaccio spettacolare, a sinistra
le verticali pareti del Gran Pilastro (Hochfeiler), a destra i ripidi
versanti innevati della
Punta Bianca
(Hoher
Weißzint). La traccia traversa, quasi in piano, la parte alta della Vedretta e
raggiunge un avvallamento,
piega decisamente a destra, per risalire un breve ma molto ripido pendio
innevato. Si esce direttamente sulla spalla nevosa dell'anticima, sulla
cresta sud-ovest, per continuare verso sinistra e salire l'ultimo pendio
discretamente stretto ed esposto, che conduce alla grande croce di vetta
della Punta Bianca
(Hoher
Weißzint) 3.371 m. (Sentiero
EEA, ghiacciaio F+ I°, dislivello salita: 820 m., durata: 3,30 ore). Ampio panorama, con
vista sulle pareti nord,
sul bacino artificiale dello Schlegeis e sul lago di Neves, spettacolare
e indimenticabile.
- Discesa - Il ritorno si effettua lungo la stessa via dell’andata. Dal rifugio Ponte di Ghiaccio si può scendere a valle con un percorso alternativo lungo un tratto dell'’Alta Via di Neves (EE), contrassegnata dal segnavia (CAI N°1), la quale si snoda, con qualche saliscendi, in uno scenario mozzafiato ai piedi della Punta Bianca e delle Mesules. La vista panoramica è senza pari, spaziando sui Monti di Fundres, sul Lago di Neves e, a sud, sulle Dolomiti. Il sentiero, in parte erboso, in parte lastricato di sassi, incrocia ed attraversa diversi pittoreschi ruscelli di montagna, che si superano con l'aiuto del cavo metallico. Raggiunta un'ampia conca, a circa metà dell'Alta Via di Neves, si abbandona il sentiero principale, si devia a destra e con il sentiero (CAI N°24A) si scende velocemente al lago di Neves (Neves Stausee) 1.860 m.
L'album fotografico della salita alpinistica è stato realizzato in collaborazione con DANIELA PERHINEK.
Sintesi tempi/dislivello |
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Lago di Neves - Rifugio Ponte di Ghiaccio |
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Itinerario | salita | discesa |
Tempi : | 2,00 - 2,30 h | 1,30 h |
Dislivello: |
685 m. | 685 m. |
Rifugio Ponte di Ghiaccio - Punta Bianca (via invernale) |
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Tempi : | 3,00 - 3,30 h | 2,00 h |
Dislivello: |
820 m. | 820 m. |
Difficoltà: |
F+ I° (scale difficoltà) | |
Sviluppo tot. salita: |
11 km. |
DATA salita: |
26-27 luglio 2014 |
Cartografia: |
Ed. Tabacco 1:25.000 Foglio 36 |
BREVI NOTE STORICHE del Rifugio Ponte di Ghiaccio – Edelrauthütte Sul selvaggio Passo Ponte di Ghiaccio, tra Fundres e Lappago,, nel 1908 la sezione di "Edelraute" di Vienna del D.Ö.A.V. (Deutsch-Österreichischer Alpenvereinfece fece costruire il Rifugio Ponte di Ghiaccio – Edelrauthütte conosciuto anche con il toponimo di Eisbruggjochhütte. Dopo il primo conflitto mondiale venne preso in gestione dalla sezione di Bressanone-Brixen del C.A.I.Gravemente danneggiato dopo la Seconda Guerra Mondiale fu ricostruito nel 1950 sempre ad opera del Cai di Bressanone, che ancora oggi ne è il proprietario. Accanto al rifugio, scopo di soddisfare le esigenze di un numero sempre crescente di appassionati, si trova il Bivacco Enzo Miglioranza, inaugurato nel 1980 e considerato anche bivacco invernale.
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