ALPI - MONTE ROSA - Alpinismo sul Balmenhorn 4.167 m.

Monte Rosa, salita all Balmenhorn

  Album di fotografie della salita alpinistica al Monte Balmenhorn, nel Gruppo del Monte Rosa. Il massiccio centrale del Monte Rosa è composto da dieci montagne con un'altezza superiore ai "4.000" metri. Tra le principali troviamo: la Punta Dufour, la più alta a quota 4.634 metri, la Punta Gnifetti a metri 4.556, dove si trova il rifugio "Capanna Regina Margherita" e  la Cima Norden a 4.609 metri., all'estremo nord del gruppo. Le altre vette sono disposte lungo una dorsale, che costituisce il confine italo-svizzero.  Molte di queste montagne, sono difficili da identificare, poichè si tratta di piccole elevazioni rocciose o nevose, delle modeste protuberanze, che interrompono il margine settentrionale dell'immenso ghiacciaio del Lys. La più importante delle cime "minori" è sicuramente il Balmenhorn 4.167 m., sulla sua vetta infatti è collocato il Cristo delle Vette, l'unica croce presente su di una cima nel Gruppo del Rosa, le altre sono tutte vergini per volontà delle popolazioni che vivono alla base del massiccio. Inoltre sempre sulla stessa cima si trova il Bivacco Giordano, il più alto d'Europa.Balmenhorn - il Cristo delle Vette

   Le varie cime del massiccio del Monte Rosa sono relativamente vicine tra loro, e questo consente di scalarne diverse durante i trekking in alta quota, oppure possono essere prese in considerazione come scalate singole. Questa seconda scelta è consigliata a coloro che salgono per la prima volta sui ghiacciai eterni delle Alpi Occidentali, rappresentano mete ideali per salite alpinistiche in preparazione ad imprese maggiori e per il raggiungimento dell'acclimatazione corretta. La lenta salita dalle valli verso un singolo "4000", consente inoltre di conoscere gli ambienti intermedi, di scoprire le prospettive più inedite dei versanti della montagna, di entrare in sintonia con gli aspetti naturali più diversi dei giganti di ghiaccio.                                    Segue una breve descrizione dell'itinerario.

1° GIORNO - Trasferimento in Val d' Aosta, proseguimento lungo la Valle di Gressoney, fino alla frazione di Stafal 1.825 m. Inizio della salita in direzione del Rifugio Lys 2.342 m. ed il rifugio e lago di Gabiet, traversando l'Alpe di Mos. ( Dislivello: 500 m., durata: 1,30 ore ). L'itinerario prosegue lungo l'Alpe di Indren, (stravolta dai sbancamenti per le nuove piste da sci e per le stazioni degli impianti di risalita) verso il Passo Col d'Olen, che separa la valdostana Val del Lys dalla piemontese Valsesia. Dal valico in pochi minuti si raggiungono i rifugi Guglielmina e Città di Vigevano 2.864 m. ( Dislivello: 540 m., durata: 1,45 ore ). Straordinaria vista sul versante sud-est del Monte Rosa e ampiO panorama verso sud, che spazia dalla Val Sesia fino alla pianura Padana. Alla sera, mentre il tramonto fa immaginare il tempo in cui il mare lambiva le Alpi, si possono ammirare vicino ai rifugi, gli stambecchi.   

2° GIORNO -   Dal rifugio Città di Vigevano si raggiunge velocemente il ristrutturato Istituto scientifico Mosso, ed il Passo dei Salati 2.936 m.Salita al Balmenhorn Inizia dal passo una lunga traccia sulla cresta Indren, tra sfasciumi e qualche tratto esposto che si supera con l'aiuto di una corda fissa (canapa). Si prosegue sotto la Cima Stolemberg ed in ripida discesa (attenzione al ghiaccio) si raggiunge il Passo Colle Superiore di Pisse 3.112 m. Da quì il percorso diventa più agevole, ed il sentiero sale alla Punta Indren 3.260 m., dove si trova la gigantesca stazione d'arrivo della funivia che saliva da Alagna (dal 2008 chiusa). Dalla Punta Indren la traccia piega decisamente a sinistra, e prosegue in mezza costa, quasi orizzontale, prima su di una pietraia ed in seguito sul ghiacciaio d'Indren, che sebbene facile richiede comunque prudenza. Raggiunta una dorsale rocciosa, ci si trova ad un bivio: proseguendo dritti in ripida salita si supera la cresta in direzione del rifugio Gnifetti, oppure si continua sempre a sinistra, si aggirano alcune rocce articolate ed esposte con l'aiuto della corsa fissa, ed infine con un breve tratto, di nuovo su misto si raggiunge il Rifugio Mantova 3.470 m.   (tracce sentiero EE, ghiacciaio F, dislivello salita: 600 m., dislivello discesa 100 m. durata: 3,15 ore)

Dal rifugio Mantova si risale il ghiacciaio in direzione del rifugio Gnifetti 3.611 m. Dopo un centinaio di metri una traccia prosegue a sinistra, verso il rifugio, che si raggiunge superando una ripida parete rocciosa con l'aiuto di corde di canapa e pioli metallici, altrimenti si segue una traccia che lo aggira verso destra e con facili serpentine raggiunge un vasto pianoro (possibilità di qualche crepaccio). Si continua in direzione nord sempre con una pendenza dolce, fino a quando il ghiacciaio del Lys inizia a diventare più ripido. Stretti zig-zag consentono di superare alcuni tratti con un dislivello di 25° - 30° gradi. E' questo il tratto più insidioso, anche per la presenza di profondi crepacci che costringono ad alcuni passaggi obbligati. In seguito la pendenza diventa nuovamente più dolce in prossimità di una conca nevosa. Si abbandona sulla sinistra la traccia principale in direzione della Capanna Margherita, e si prende la traccia a destra verso un avvallamento tra la Piramide Vincent e le rocce della Cima di Balmenhorn. Una traccia disegna sulla candida neve, un grande semicerchio sulla sinistra e con una salita costante raggiunge la base delle rocce. In questi ultimi anni il ritiro del ghiacciaio, ha reso più alta la paretina finale, che si supera con una corda fissa di canapa fino alla cima del Balmenhorn a quota 4.167 m. ed alla statua del Cristo delle Vette.  (via normale: F, dislivello salita: 700 m., durata: 2,30 ore) Leggermente defilato dalla vetta, il bivacco Giordano, costruito nel 1916, è stato completamente ricostruito nel 1985 e ristrutturato nel 2007, è dedicato alla guida di Alagna Felice Giordano. Il rientro al rifugio Mantova avviene lungo lo stesso percorso di salita.

3° GIORNO - Discesa dal rif. Mantova a Staffal, e rientro a casa. 

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Sintesi     tempi/dislivello 

Itinerario:

salita dal Rif. Vigevano

discesa al Rif. Mantova

Tempi :

6,00 h   2,00 h  

Dislivello:       

1.300 m.  700 m. 

Difficoltà:       

EEA - F+  (scale difficoltà)

STORIA della statua  "il CRISTO delle VETTE"

La grande statua chiamata "il Cristo delle Vette", alta quasi quattro metri, fu preparata nel 1955. L'ideatore di questa straordinaria opera fu lo scultore torinese Alfredo Bai, partigiano durante la Seconda Guerra Mondiale, il quale fece voto di erigere in montagna, una statua del Cristo Redentore, nel caso fosse tornato a casa vivo dalla guerra. Inoltre, la miracolosa guarigione della moglie da una grave malattia nel 1949, aumentò la volontà del Bai a dedicare una statua ai caduti di tutte le guerre.

All'inizio del 1955, un quotidiano di Torino," il Popolo Nuovo", grazie ad una sottoscrizione, reperì il denaro necessario alla realizzazione della statua. Vennero acquistati il gesso e la creta per lo stampo, mentre il bronzo fu recuperato dal Ministero della Difesa riciclando i rottami bellici. Nel mese di luglio venne realizzata la fusione e l'assemblaggio dell'opera. Con l'aiuto di 35 militari della Scuola Militare di Aosta, la statua divisa in 11 pezzi, venne trasportata dalla Val di Gressoney fino alla vetta del Balmenhorn. Il pesantissimo trasporto ( 20 quintali) fu effettuato con ogni tipo di mezzo: fino al rifugio Gabiet con una ferrovia a scartamento ridotto, con barconi a remi sul Lago Gabiet, con slitte verso il rifugio Gnifetti ed infine con gli asini fino a quota 4.167 metri. Fu inaugurata il 4 settembre 1955.

Nel 2007 la statua è stata restaurata nelle fonderie di Verres, e ricollocata nuovamente sulla vetta del Balmenhorn nell'agosto 2008. 

DATE salita:

18 luglio 1998 - 25 luglio 2010 

Cartografia:

Alp Vivalda N° 3 Monte Rosa 1:35.000
Alba sul Monte Rosa