Salita finale al Sasso di Sesto, davanti alle Tre Cime di Lavaredo 

DOLOMITI - Salita con le ciaspole al SASSO di SESTO 2.539 m. e al rifugio Locatelli 

    Galleria di fotografie della salita invernale con le ciaspole o racchette da neve al monte Sasso di Sesto e al rifugio Locatelli. Nel cuore delle Dolomiti di Sesto, tra i superbi gruppi dei Tre Scarperi, dei Rondoi-Baranci, di Cima Una e del Paterno, si pone il rifugio Locatelli. Famoso e frequentato in estate, d'inverno si trasforma in un luogo magico. La scenografia che lo circonda è fiabesca: dalle infinite distese di candida neve, modellate dal vento, si elevano le spettacolari formazioni dolomitiche, ricoperte da incredibili sculture di ghiaccio e neve, in un ambiente silenzioso e vergine. Nella stagione invernale si ritrova lontano dai caroselli sciistici e dalle strade, il suo isolamento è un piccolo segreto, conosciuto soltanto dagli sci-alpinisti e dagli amanti delle ciaspole. Sopra il rifugio si trova una modesta altura rocciosa, il Sasso di Sesto, da questo piccolo grandioso pulpito si ammira un affascinante panorama a 360° gradi, compresa una delle più incantevoli immagini delle Alpi: le Tre Cime di Lavaredo. Sono la massima espressione della bellezza delle Dolomiti, tre straordinarie vette che s'innalzano maestose da un immacolato altipiano che sembra un palcoscenico, una rappresentazione naturale unica, dove, eleganza, potenza e spettacolarità di dimensioni si fondono in un quadro indimenticabile.

    (Qualche anno fa, avevamo realizzato un "grande sogno", salire al rifugio Locatelli d'inverno, per ammirare le pareti settentrionali delle Tre Cime di Lavaredo. Nella ripetizione dell'indimenticabile esperienza, abbiamo voluto mettere la classica "ciliegina sulla torta", salire il vicino Sasso di Sesto, per ammirare (se posiibile)  un panorama ancora più ampio e dalla bellezza impareggiabile. ndr)

     PERCORSO - Da Sesto in Val Pusteria si devia verso la Val Fiscalina (Fischleintal) fino al parcheggio (a pagamento) del Campo Fiscalino, 1.454 m. per continuare fino al Rifugio Fondovalle 1.526 m. (Talschlusshütte). Dal rifugio si prosegue con la traccia (sentiero CAI 102) che percorre tutta la Val Sassovecchio (Altensteinertal), risale il ripido pendio alla base del Crodon di San Candido e conduce sull’Alpe dei Piani (vedi descrizione itinerario salita invernale al Rifugio Locatelli).

    L’altopiano si presenta come un mare bianco infinito, candido e vergine, dal quale a occidente, emergono due crode dolomitiche: la slanciata Torre di Toblin e il tozzo Sasso di Sesto. La traccia serpeggia tra avvallamenti e dossi, poi in lieve pendenza, si avvicina con un lungo percorso a semicerchio alla base delle due montagne. Abbandonata la traccia che prosegue verso il rifugio Locatelli, si devia a destra, per affrontare il pendio orientale che sale all’insellatura tra la Torre di Toblin e il Sasso di Sesto. Passo dopo passo, la bellezza del posto fa dimenticare la stanchezza e la fatica, rimane da percorrere una larga e aerea cresta che sale dolcemente, tra ripidi pendii, verso il cupolone finale della vetta. E' un'emozione immensa raggiungere la vetta del Sasso di Sesto 2.539 metri. il panorama è straordinario, grazie alla quota raggiunta (e forse per l'euforia) sembra che tutte le cattedrali dolomitiche siano alla nostra altezza: il Paterno, la Croda dei Toni, i Tre Scarperi, la Croda e la Rocca dei Baranci, la Croda dei Rondoi, il monte Piana, il Cristallo, ma soprattutto di fronte, eleganti e superbe, le Tre Cime di Lavaredo.

    Dalla vetta si scende lungo lo stesso percorso della salita, raggiunta l'insellatura, si effettua un lungo traverso a destra per raggiungere la Forcella Toblin e il rifugio Antonio Locatelli 2.405 m. (Drei Zinnenhütte). Davanti alla Cappella degli alpini, immersi nella bellezza dei panorami dolomitici, si rimane increduli a immaginare che tanta magia e poesia possano esser state sconvolte dalle vicende della Prima Guerra Mondiale che qui, cent'anni fa, fu aspramente combattuta.

    DISCESA - Lungo lo stesso itinerario della salita. 

    ATTREZZATURA TECNICA - La classica dotazione per escursioni invernali: ciaspe, bastoncini, ghette, ramponcini leggeri, l'ARTVA, la pala e la sonda. 

    DESCRIZIONE DIFFICOLTA' - L'escursione con le ciaspole sulle Dolomiti, con la salita al Sasso di Sesto e la visita del rifugio Locatelli è difficile. Il percorso non presenta passaggi tecnici di particolare difficoltà, ma per la lunghezza dell'itinerario, il dislivello e qualche tratto "delicato", è nel complesso da considerarsi molto impegnativo. ll tratto mediano della salita della Val Sassovecchio, può essere interessato dal pericolo valanghe, a causa del versante meridionale, esposto al sole, del Crodon di San Candido, ripido ed erboso, che se carico di neve non assestata, nelle ore più calde può generare lo scivolamento verso valle del manto nevoso. 

 Vai alla galleria fotografica: 

  Salita invernale con le ciaspole al SASSO DI SESTO e al rifugio LOCATELLI, davanti alle pareti nord delle Tre Cime di Lavaredo    

 

                                       

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Tempo  salita: 3,50 h  
Tempo  discesa: 2,00 h  

Dislivello salita:       

1.085 m. 

Dislivello discesa:

1.085 m. 

Difficoltà:       

difficile 

Lunghezza itinerario:

 c.a. 16 km. andata/ritorno

Paterno  Il monte Paterno e le Tre Cime di Lavaredo 

 

Cartografia

Ed. Tabacco 1:25.000    Foglio        10   Dolomiti di Sesto

DATA escursione:

10 febbraio 2018 

Il Paterno ed il rifugio Locatelli La cappella degli alpini, il rifugio Locatelli e il Paterno

 

Altri link:

Escursioni invernali con le ciaspole nella Dolomiti di Sesto 

 

IMPORTANTE: Chi affronta gli itinerari descritti in questo sito lo fa sulla base della propria capacità, esperienza e del buon senso. Le indicazioni riportate si riferiscono allo stato del percorso al momento in cui l'escursione è stata effettuata, in caso di ripetizione bisogna pertanto verificare preventivamente lo stato e la percorribilità dell’itinerario. Gli autori declinano ogni eventuale responsabilità. Anche l'escursionista con le ciaspe è soggetto al rischio valanghe! Non bisogna lasciarsi ingannare dal percorso agevole: il giudizio "facile" non è sinonimo di "sicuro". L'utilizzo e il corretto uso dell'ARTVA (assieme alla sonda ed alla pala) è fortemente consigliato all’escursionista invernale,  il quale deve anche conoscere i temi fondamentali della sicurezza, conoscere i meccanismi della formazione del manto nevoso e delle valanghe. Ed inoltre, prima di ogni escursione invernale, bisogna consultare (sempre!!) il bollettino nivometereologico. www.aineva.it  

Modalità per chiamare il Soccorso Alpino

ITALIA : 118

SLOVENIA: 112

AUSTRIA: 140

 

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