Panorama verso il rifugio Zacchi

ALPI GIULIE - Salita invernale con le ciaspole al rifugio Zacchi 1.380 m.

    Galleria di fotografie della salita invernale con le ciaspole, racchette da neve, al rifugio Zacchi. Nelle Alpi Giulie, ai piedi dello spettacolare anfiteatro roccioso formato dai monti Ponze, Veunza e Mangart, si trova l'area protetta della foresta di Fusine, che racchiude due bellissime gemme: i laghi di Fusine. D'inverno è possibile visitare questo ambiente ancora integro e con una natura incontaminata, grazie ad una facile "ciaspolata" che arriva al rifugio Zacchi, con un percorso ad anello. Il rifugio si pone su una terrazza panoramica, da dove si possono ammirare le verticali pareti settentrionali delle montagne che lo sovrastano, completamente ricoperte da uno spesso strato di ghiaccio. Ricordiamo infatti che in questa zona, il clima è particolarmente rigido (spesso vengono misurate le temperature più fredde dell'intero arco alpino).

    ACCESSO - Dall’autostrada A23, Alpe Adria, si esce al casello di Tarvisio (UD) e si prosegue sulla statale 54, in direzione di Kranjska Gora e dell’ex confine di stato con la Slovenia a Fusine (Rateče). Dal paesino di Fusine in Val Romana, si devia a destra verso i Laghi di Fusine ed infine presso il Lago Superiore si parcheggia.

    ITINERARIO - In prossimità di una casetta d’estate adibita al bar “Sette Nani” a quota 941 m., inizia il sentiero (CAI 512), su una strada forestale. Il primo tratto, praticamente orizzontale, s’inoltra nel fitto bosco a fianco del torrente Vaisonz. Nei pressi di un ponte si raggiunge il bivio principale dell’escursione invernale (974 m.), a destra la strada forestale prosegue in direzione dell’Alpe di Tamer con il sentiero (CAI 513), (che si utilizzerà per la discesa), mentre a sinistra si continua con una traccia che lentamente inizia a salire un costone boscoso. Alcuni stretti e ripidi zig-zag, consentono di salire velocemente di quota, fino a superare il limite superiore del bosco e raggiungere un’aperta radura ai piedi della possente Ponza Grande (Visoka Ponca) . Un’ultima breve rampa su candidi pendii conduce al grazioso rifugio in legno Luigi Zacchi 1.380 m. La sua costruzione risale al 1919, quando sulle fondamenta di un vecchio capanno da caccia, fu edificata una struttura chiamata Capanna Piemonte. Il piccolo ricovero nel 1932, fu travolto da una valanga. Il rifugio attuale fu inaugurato il 17 luglio 1947 di proprietà del CAI di Tarvisio e dedicato successivamente al colonnello degli alpini Luigi Zacchi, morto nel 1950, reduce della campagna di Russia.

Dalla terrazza del rifugio bellissimo colpo d’occhio sulla catena delle Ponze, sulle pareti nord della Veunza, del Piccolo Mangart di Coritenza e sul maestoso monte Mangart.     

    DISCESA - Dal rifugio si segue la strada forestale (CAI 513), che inizialmente scende con un lungo semicerchio sotto la spettacolare cima della Veunza  e successivamente prosegue con lunghi tornanti, dalla dolce pendenza. Attraverso la vegetazione si possono ammirare suggestivi scorci sui laghetti ghiacciati di Fusine. Raggiunto quasi il fondovalle, superata la Capanna Ghezzi, si rientra sul sentiero della salita ed al Lago Superiore.

    ATTREZZATURA TECNICA - La classica dotazione per escursioni invernali: ciaspe, bastoncini, ghette, l'ARTVA, la pala e la sonda. 

    DESCRIZIONE DIFFICOLTA' - La salita al rifugio Zacchi è facile. Il periodo consigliato per effettuare l’escursione invernale è febbraio-marzo, quando il sole raggiunge l’ampia conca del Parco Naturale di Fusine e le temperature sono meno rigide.

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   Escursione con le ciaspole al rifugio ZACCHI      

 

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Tempo salita:    1,30 - 1,45 h.
Tempo discesa:  1,45 h.
Dislivello salita:  440 m.
Dislivello discesa:  440 m.
Difficoltà:  facile

Panorama dal Zacchi   In discesa dal rifugio Zacchi, verso la Veunza

 

CARTOGRAFIA: Ed. Tabacco 1:25000 foglio 19 - Alpi Giulie occidentali
Data escursione: 28 febbraio 2015

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IMPORTANTE: Chi affronta gli itinerari descritti in questo sito lo fa sulla base della propria capacità, esperienza e del buon senso. Le indicazioni riportate si riferiscono allo stato del percorso al momento in cui l'escursione è stata effettuata, in caso di ripetizione bisogna pertanto verificare preventivamente lo stato e la percorribilità dell’itinerario. Gli autori declinano ogni eventuale responsabilità. Anche l'escursionista con le ciaspe è soggetto al rischio valanghe! Non bisogna lasciarsi ingannare dal percorso agevole: il giudizio "facile" non è sinonimo di "sicuro". L'utilizzo e il corretto uso dell'ARTVA (assieme alla sonda ed alla pala) è fortemente consigliato all’escursionista invernale,  il quale deve anche conoscere i temi fondamentali della sicurezza, conoscere i meccanismi della formazione del manto nevoso e delle valanghe. Ed inoltre, prima di ogni escursione invernale, bisogna consultare (sempre!!) il bollettino nivometereologico. www.aineva.it  

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